Tra il Gran Premio del Portogallo e quello delle Americhe, complice la cancellazione di Termas De Rio Hondo, il mondo della MotoGP si prende il tempo - con tre settimane di sosta - per festeggiare Pasqua e riammirare con calma tutto ciò che è accaduto nel weekend di Portimao. Se in quache modo abbiamo fatto l'abitudine alle immagini del contatto Bagnaia-Marquez e della sciagurata caduta di Maverick Vinales all'ultimo giro, di fronte ai replay dei sorpassi di Pedro Acosta e ai suoi record di precocità ci stropicciamo ancora gli occhi. Perché è netta la sensazione di aver visto un qualcosa di straordinario, di aver avuto a che fare con qualcuno che riscriverà la storia dei grandissimi del motociclismo, che inserirà tra le prime pagine del suo racconto proprio quanto è successo in Portogallo. Non sono solo i sorpassi ripetuti su Marc Marquez e Pecco Bagnaia a consacrare Acosta, non è solamente il primo podio in MotoGP a 19 anni (meglio di lui solo Randy Mamola ed Eduardo Salatino) a renderlo rookie maravilla a tutti gli effetti, ma sono più che altro la sua personalità in pista e fuori a far sì che Pedro cominci ad essere considerato come "uno di quelli che nascono ogni vent'anni".
In Spagna, per esempio, si parla quasi più di lui che di Jorge Martín, leader del Mondiale. Si parla quasi più di Pedro Acosta che di un Marc Marquez tornato stabilmente protagonista nelle prime posizioni, o di un Maverick Vinales in formato 2017. Nel nuovo podcast di Jorge Lorenzo - "Duralavita" - in cui il Porfuera insieme ad altri quattro illustri compagni di viaggio (Ramon Forcada, Jaime Algersuari, il manager Ricard Jove e il giornalista spagnolo Josep Lluis Merlos) analizza e approfondisce tutti i temi del weekend di gara della MotoGP appena archiviato, i paragoni per Pedro Acosta si sono sprecati: "Il suo debutto mi ricorda moltissimo quello di Valentino Rossi nel 2000 - ha detto il 99 - anche meglio di quello di Rossi in realtà perché Valentino cadde nelle prime gare ma poi a fine anno si classificò secondo. Mi ricorda l'esordio di Dani Pedrosa nel 2006 , o il mio nel 2008 in cui ottenni tre podi nelle prime tre gare. Mi può ricordare l'esordio di Marc nel 2013, non tanto quello di Casey perché Stoner debuttò nel team di Lucio Cecchinello e inizialmente subì diversi problemi tecnici. In ogni caso tutti noi avevamo ancora molto da apprendere dalla top class, tutti per seguire il ritmo dei più veloci rischiavamo molto e a volte andavamo fuori controllo. Pedro mi ricorda molto questi grandi campioni e va sottolineato che l'unico che è risucito a vincere il titolo da rookie è stato Marc. Credo che Pedro non vincerà il titolo quest'anno ma tutto può succedere".
All'interno della trasmissione, poi, Jorge e i quattro seduti al tavolo con lui hanno parlato benissimo della famiglia di Pedro Acosta e di quanto le origini umili del murciano siano state importanti per la sua crescita, per la sua maturità, per determinare quel suo atteggiamento fresco e genuino nel presentarsi agli occhi del mondo. Il cinque volte campione del mondo successivamente ha implementato il tema tornando sulla pista, sulla tecnica, sui dati: "Quando vedo quanto rischia Acosta, nei momenti in cui ad esempio entra in curva con la moto a bandiera come abbiamo visto più volte a Portimao, penso 'calma Pedro, respira'. Poi però vado a guardare le stratistiche e vedo che lui è il pilota KTM che è caduto di meno in questo inizio di stagione. PilotI più esperti come Brad Binder e Jack Miller sono scivolati più volte rispetto a Pedro...questo è incredibile". Infine Jorge si è sbilanciato con un pronostico su ciò che ormai tutti si aspettano da Pedro Acosta: la prima vittoria in MotoGP. Dove e quando vedremo il Tiburon di Mazarrón imporsi sul gradino più alto del podio? "Lo vedo vincente a Jerez - ha scommesso il 99 - nella Sprint o nella gara lunga. Poi possono capitare pioggia, guasti o cadute, però se c’è una gara che può essere vinta è Jerez. Lì arriverà un po’ più preparato, la KTM si comporta molto bene su quella pista e penso che possa avere una buona opportunità“. Staremo a vedere, allora. L'appuntamento in Andalusia è tra un mese esatto, sempre che Acosta non decida di sorprendere tutti già ad Austin.