In questo avvio di 2024 Jorge Martín ripete spesso la parola "sofferente", alla quale puntualmente correda un'espressione cupa, infastidita, poco convinta. È come se il madrileno si sentisse lontano da quella perfezione che ha rivestito la seconda metà del suo 2023, quando sin dal venerdì mattina entrava in pista e - senza bisogno di toccare nulla sulla Ducati - cominciava a dominare indisturbato. La Desmosedici GP24 è diversa, tutti dicono che sia migliore, che abbia più potenziale della GP23. Eppure, anche se non lo dice e mai lo dirà, sembra che Jorge - a giudicare dalla faccia - se potesse tornerebbe volentieri in sella alla moto che guidava fino a qualche mese fa. Le vibrazioni che aveva avvertito per la prima volta nei test in Qatar stanno ormai diventando un incubo ricorrente di queste prime gare: all'inizio del weekend sembra tutto perfetto, tutto sistemato, poi di punto in bianco il chattering si ripresenta nelle fasi cruciali. È successo a Lusail in gara, è accaduto di nuovo oggi nella Sprint di Portimao. La preoccupazione, nel lato numero 89 del box Pramac, è evidente.
Eppure, soffrire come soffre ora Jorge Martín, rappresenta probabilmente il sogno di qualsiasi essere umano. Perché lo spagnolo - tra Qatar e Portogallo - non ha ancora fatto peggio del terzo posto nelle sessioni che contano (Qualifica, Sprint Race e Gara). Attualmente è secondo in classifica a soli due punti da Pecco Bagnaia e oggi - nella parte centrale della Sprint Race - ha trasmesso la netta sensazione di poter vincere. Jorge, dopo aver scavalcato Marc Marquez con un coraggiosissimo e pulitissimo affondo alla staccata di curva 13, si è messo a caccia dell Aprilia di Maverick Vinales, braccandola. Il madrileno era visibilmente più rapido nei saliscendi del secondo e del terzo settore, ma il connazionale si difendeva alla grande nel tratto finale di Portimao e nelle prime tre pieghe a destra. Jorge non è mai riuscito a sporgersi all'interno della traiettoria di Maverick e, nell'estremo tentativo di crearsi un'ultima chance per vincere, è andato lungo al penultimo giro, proprio in percorrenza della curva (la 13) in cui in precedenza aveva compiuto un mezzo capolavoro su Marquez, che ne ha approfittato per riagganciarsi agli scarichi della Ducati Pramac. Ecco che un minuto più tardi, con un ingresso perentorio, Marc in curva 5 scavalcava Martín per conquistare la medaglia d'argento della Sprint Race di Portimao.
Oltre al preoccupante problema delle vibrazioni, dev'essere stato quest'ultimo ribaltamento di eventi (dalla possibilità di vincere a chiudere terzo, perdendo la sfida ravvicinata con Marquez) ad ingrigire ulteriormente il sabato portoghese di Jorge Martín, che si è presentato ai microfoni di Sky senza nascondere un acuto fastidio di sottofondo: "Sono tornate le vibrazioni, non le avevo avute per tutto il weekend ma oggi durante la Sprint ho sofferto molto. Peccato non essere riuscito a sorpassare Maverick, penso fossi troppo al limite per sorpassarlo. Anche la partenza è stata un disastro, ma comunque sono riuscito ad anadare avanti, e fare un podio alla fine di una giornata così complicata non è male. Quando ho iniziato a vibrare? Tra il terzo e il quarto giro ero già in sofferenza. Il sorpasso di Marquez? Stavo soffrendo abbastanza dietro a Maverick con l'anteriore, perché la pressione è salita tantissimo. Al penultimo giro ho fatto un errore, l'unico di tutta la gara, e Marc si è avvicinato. Non pensavo ci provasse lì alla cinque, ma è anche vero che io da tutto il weekend faccio un po' fatica in quella curva. In ogni caso sono contento del risultato considerando tutto, ho fatto anche dei bei sorpassi. Dove perdevo da Vinales? All'ultima curva faceva tanta differenza, non riuscivo mai ad uscirgli vicino per poi tentare di scavalcarlo alla 1, e poi l'Aprilia andava molto bene anche in trazione dalle curve lente. Penso che allo stesso tempo sia stato positivo, in ottica gara, girare dietro a Maverick...ho capito un po' di cose".