La differenza l’ha fatta l’esperienza. Toprak Razgatlioglu ha regalato la prima vittoria a BMW giocando d’astuzia e beffando sul finale un Nicolò Bulega che fino a quel momento sembrava destinato a passare in scioltezza per primo sotto la bandiera a scacchi. Il turco è riuscito a comare un gap di oltre cinque secondi facendo scivolare la sua moto a ogni curva, senza però chiedere troppo alle coperture Pirelli. Per Bulega, invece, è stato quasi un arrivo sul cerchione che comunque gli è valso il sorpasso al comando della classifica generale provvisoria. E pure una prova di forza verso il compagno di squadra, Alvaro Bautista, oggi terzo e protagonista di una rimonta pazzesca dall’undicesima posizione. Appena giù dal podio, ma senza nulla da recriminare, invece, Andrea Iannone, bravo a non perdere il gancio dei primi e a non commettere errori quando è stato chiaro che la top 3 sarebbe sfumata. Un atteggiamento, questo, che invece non è riuscito fino in fondo a Danilo Petrucci, che ha dovuto arrendersi allo pneumatico – il fisico e il peso del Petrux hanno contato molto – che non ne poteva più e che l’ha fatto scivolare in un solo giro dalla quarta alla settima posizione.
“Avevo un gran feeling con la moto, me la sentivo proprio bene e forse ho spinto un po’ troppo. L’unico difetto di questa gara è che non ha avuto un giro in meno – ha scherzato Nicolò Bulega, prima di aggiungere – Ho avuto una lezione oggi e ho imparato qualcosa in più, ne farò tesoro per le prossime volte”. Nessun dramma, quindi, e solo tanta consapevolezza di poter davvero lottare per il titolo mondiale. Il primo avversario, però, ce l’ha nel box. “Oggi sono partito indietro, altrimenti sarei potuto andare a vincere – ha affermato il due volte campione del mondo, Alvaro Bautista – All’ultimo giro ho rischiato di cadere e ho salvato la moto con il gomito, però sono contento, perché questo terzo posto in rimonta dimostra che abbiamo trovato una quadra”.
Chi l’ha trovata di sicuro, potendo metterci in più anche un talento che è oggettivamente superiore a quello di tutti gli altri, è Toprak Razgatlioglu. “Finalmente siamo arrivati – ha detto il turco – questa è la vittoria di tutti, non solo mia, ma di un gruppo di lavoro che è straordinario. Si è detto di tutto sulla moto BMW, ma ora eccoci. Adesso dobbiamo solo continuare a lavorare così”. E’ chiaro, però, che il turco ci ha messo tanto del suo, se si considera che la BMW del suo compagno di squadra, Van der Mark, ha alzato bandiera bianca a metà dei 20 giri, dopo aver tenuto la scia dei primi subito dopo la partenza.
I temi per questa SBK 2024 sembrano un po’ gli stessi della MotoGP, con molti più piloti a giocarsela rispetto al passato e Ducati che comunque dimostra ancora una discreta superiorità tecnica su tutti gli altri. Tema analogo, però, anche per quanto riguarda le gomme che condizionano pesantemente i fine settimana di gara, con Pirelli che a quanto pare soffre gli stessi problemi di Michelin in MotoGP. Il dato di fatto è uno: il livello di performance delle moto, che si tratti di prototipi o prodotti di serie, è probabilmente troppo alto rispetto all’evoluzione possibile per i costruttori di penumatici. Basta pensare che in Superbike oggi in molti sono arrivati praticamente sui cerchioni, mentre in Australia, durante il primo round del mondiale, gli organizzatori sono stati addirittura costretti a obbligare un cambio gomme a metà gara.