1,40,907. E’ il tempo strappato da Nicolò Bulega nell’ultimo turno di prove del venerdì sul tracciato di Barcellona. L’italiano – sempre più in forma dopo la prova di forza mostrata anche nei test della scorsa settimana – è stato l’unico capace di scendere sotto il muro dell’1,41. “Mi sento bene – ha detto – ho un buon feeling e sono molto contento di essere riuscito a andare forte anche qui, con condizioni molto diverse da quelle che c’erano state nel primo round della Superbike in Australia. Sono veloce, ma non ho il livello di Alvaro”. Il giovane pilota del Team Aruba ha gli occhi di chi è intenzionato a non lasciare per strada niente e vuole, piuttosto, impressionare, senza alcun timore reverenziale anche nei confronti del compagno di squadra Alvaro Bautista.
Il due volte campione del mondo spagnolo – dopo aver sofferto molto per trovare il feeling con la sua Panigale zavorrata – sembra aver superato le difficoltà e oggi ha fermato il cronometro sul secondo tempo. “Quello che conta – ha però aggiunto – non è tanto il tempo, ma il fatto di essere riuscito di nuovo a avere buone sensazioni. Abbiamo lavorato tanto, perché questa mattina, nel primo turno, tutto mi sembrava veramente uno schifo”. Linguaggio colorato per spiegare anche il nervosismo mostrato nella tarda mattinata, salvo poi lasciare spazio al sorriso nel pomeriggio dopo che gli uomini del box sono riusciti a trovare un settaggio più performante per la sua Panigale.
Sorriso pieno anche per Danilo Petrucci, che completa la top tre e la prova di forza di Ducati, con un giro a vita persa che ha impressionato tutti e che dimostra – ammesso che ce ne sia bisogno – che il ternano adesso ha davvero in testa il mondiale, dopo tanti anni in MotoGP, l’avventura nella Dakar e nell’Ama Superbike e l’anno da “rookie anziano” nel mondiale delle derivate di serie. A vendergli cara la pelle ci sarà anche il rivale e amico Andrea Iannone, in sella all’altra Ducati privata del Team Go-Eleven, oggi sesto al termine della giornata di prove, a dimostrazione che il pilota di Vasto in Australia non è salito sul podio per caso o solo per un picco di motivazione dovuto al rientro dopo il lungo stop.
La lotta, quindi, nel mondiale delle derivate di serie torna a avere ben più di un solo protagonista e lo stradominio Ducati è stato confermato dalla quarta piazza ottenuta da Sam Lowes. L’unico che è riuscito a rovinare la festa top 5 a quelli di Borgo Panigale è stato il solito Toprak Razgatlioglu, con la BMW, che in mattinata aveva anche dominato il primo turno di prove insieme al suo compagno di squadra. Il quinto posto del turco, quindi, suona un po’ di bicchiere mezzo vuoto, ma sarà la giornata di domani a dare riscontri più concreti sull’effettivo livello della moto tedesca rispetto all’italiana. Intanto nelle posizioni di vertice s’è rivisto anche Jonathan Rea, che a Jerez sembra aver risolto i problemi di feeling avuti con la sua nuova Yamaha in Australia. Il britannico s’è lasciato alle spalla la Yamaha di Remy Gardner, ex campione del mondo della Moto2, e le Kawasaki di Axel Bassani e Alex Lowes