DAZN ha prodotto un documentario su Jorge Martín, battezzato Volontà di Ferro. Il che ci dice quanto, a ragione, il venticinquenne spagnolo sia perfettamente a metà tra Marc Marquez e Pedro Acosta in termini di immagine e considerazione nel suo paese. Jorge è il presente. Lui lo sa, vuole crescere ancora e ha deciso di affrontare i media con una strategia più aggressiva: dice (quasi) tutto quello che pensa. Da quando racconta di essere stato concepito nella sbornia di Jerez 1997 a quando, in un’intervista realizzata da Jaime Martin e Miguel Sanz per i colleghi spagnoli di Marca, spiega di aver spinto moltissimo a fine stagione per entrare nel team ufficiale: “A Valencia avevo due tute nere nel camion, nel caso in cui fossi finito nella squadra ufficiale. Dopo la Thailandia abbiamo iniziato a spingere, volevo passare al team rosso e abbiamo cercato di fare il salto. Se avessi vinto il mondiale sarei passato al cento per cento, altrimenti no”.
Questo, lo abbiamo raccontato anche su MOW, è dovuto al fatto che Ducati non avrebbe mai permesso a un suo pilota (Martín ha un contratto con Borgo Panigale) di portare il numero uno in un team satellite, se non altro per questioni di sponsorizzazione. Allo stesso tempo però, Enea Bastianini ha un contratto biennale per la squadra rossa che va onorato. Martín ha anche detto che se non dovesse ricevere un’offerta per il team ufficiale nel 2025 - che come minimo dovrà giocarsi con Marc Marquez e lo stesso Enea Bastianini - cercherà una sistemazione altrove. “Non so che altro avrei dovuto dimostrare per convincerli”, ha aggiunto. “E se non gli è bastato quello che ho fatto quest’anno probabilmente non servirà fare altro”.
Martín ha anche raccontato, in un’intervista a Mela Chercoles per AS, che per lui la vittoria di Enea Bastianini non significa niente: “Capisco che Enea abbia avuto un brutto anno, ma ha corso 14 o 15 gare e ne ha vinta una perché ha impostato la pressione della gomma anteriore a 1,2. Così vinco anch’io”.
D’accordo, è vero che entrambi i piloti del Team Lenovo Ducati hanno corso in Malesia con una pressione particolarmente bassa, ma Jorge è troppo intelligente per pensare che Bastianini non sia un talento straordinario: nel 2022 ha vinto di più e con una moto meno aggiornata, che poi è il motivo per cui nel team ufficiale ci è andato lui e non lo spagnolo. Poi, a dirla tutta, la regola sulle pressioni è fin troppo stringente per tutti i piloti - incluso Jorge - motivo per cui più che una constatazione la sua sembra strategia comunicativa: Martín vuole la moto rossa e farà l’impossibile per guadagnarsela, anche a parole. Chiaramente il discorso non cadrà nel nulla, i bolognesi nel 2024 si ritroveranno a pagare per le famose otto moto in pista. In questa schiera di piloti vincenti, arrabbiati e competitivi saranno in molti a non accontentarsi di una squadra privata. La sensazione è che chi rimpiangeva i piloti duri sia in pista che nelle interviste sta per essere accontentato.