I costruttori della MotoGP non riescono a mettersi d’accordo. Ecco perché Carmelo Ezpeleta (lo abbiamo raccontato ieri qui) ha sbattuto i pugni, ribadendo che se non si troverà una linea condivisa, allora Dorna andrà avanti per la sua strada e imponendo nuove regole a tutti senza alcuna possibilità di trattativa successiva. Il riferimento, è chiaro, è alla bozza sottoposta all’associazione costruttori in cui si introducono le nuove regole sulle concessioni, che dovrebbero permettere ai marchi “rimasti indietro” di colmare in maniera più veloce il gap tecnico con Ducati.
Il punto, di fatto, è che quando Dorna ha aperto alla possibilità di formule diverse per accedere alle concessioni, quasi tutti i costruttori hanno voluto cogliere una opportunità per penalizzare Ducati. Ma così non sarà e Ezpeleta su questo punto è stato chiarissimo: “Non posso punirli per la colpa di essere i più bravi”. Per il CEO di Dorna serve, piuttosto, individuare una strada che pur senza limitare Ducati consenta a tutti gli altri di sviluppare di più e meglio le loro moto, mettendo gli ingegneri nelle condizioni di portare avanti più velocemente il lavoro da fare. Da qui la bozza con cui si introduce la possibilità di utilizzare più motori per Honda e Yamaha e più treni di gomme per i test team, oltre che un maggior numero di wildcard, sulla base dei punteggi raggiunti nell’annata precedente. Insomma, per Ducati resterebbe tutto più o meno invariato (tranne la possibilità di fare wildcard), mentre per tutti gli altri si concederebbe qualcosina in più.
Una proposta, questa, che ha trovato freddezza tra i costruttori, con KTM che in queste ore è uscita allo scoperto per voce di Pit Beirer: “Le concessioni riguardano sempre una discussione totale di principi – ha tuonato l’austriaco - Come KTM siamo assolutamente contrari alle concessioni. Se ora intervieni in questa storia del bilanciamento delle prestazioni e inizi a aiutare qualcuno perché è indietro diventa tutto ingiusto. Non può essere che Yamaha, Honda, Aprilia e KTM siano vicine, ma noi di Aprilia e KTM dovremmo ancora accettare concessioni per Yamaha e Honda, anche se la differenza con la Ducati nel mondiale marche è maggiore che tra noi quattro”. Secondo il direttore del reparto racing del marchio austriaco, il punto assolutamente non digeribile è quello di una ulteriore differenziazione nelle concessioni per Honda e Yamaha, rispetto a Aprilia e alla KTM stessa (che qualche risultato in questa stagione sono riuscite a portarlo a casa). “Così si crea solo confusione” – ha poi concluso Beirer – Lo ribadisco: siamo contrari alle concessioni. Punto! Ma se si introducono nuove concessioni non può essere che Aprilia e KTM restino nelle stesse condizioni e si aiutino di più Honda e Yamaha. Perché poi bisogna guardare i punti di tutti i costruttori nel campionato del mondo dei marchi e ci deve essere un equilibrio calcolando i divari in percentuale. Nel campionato costruttori il primo posto ha il doppio dei punti del secondo posto. Prima di aiutare la Yamaha bisognerebbe rallentare la Ducati”.
Si torna sempre lì: frenare la Ducati. Ma è esattamente ciò che Carmelo Ezpeleta non intende accettare, con il tutti contro tutti che ormai sembra l’unico vero approdo dell’associazione costruttori. Anche perché Beirer, nell’intervista concessa a SpeedWeek, ha deciso per l’attacco frontale anche a Honda e Yamaha: “La Honda ha una vittoria nel 2023. Sei così pessimo da meritare concessioni? Fabio Quartararo con la Yamaha ha conquistato tre podi quest'anno. Anche a Sepang ha fatto abbastanza bene; due Yamaha sono finite davanti alla migliore KTM. Quindi non devi dare ai due marchi giapponesi vantaggi così ampi ed enormi. Sviluppo gratuito del motore tutto l'anno, altri due motori, un ulteriore aggiornamento aerodinamico: questi suggerimenti che vengono lanciati sono troppo generosi. E, dal punto di vista di Aprilia e KTM, molto unilaterali e ingiusti. Io credo che se si investono i soldi nei compensi dei piloti e non nello sviluppo delle motociclette, prima o poi ci sarà un prezzo da pagare: forse Honda si è concentrata in investimenti altissimi per lo stipendio dei suoi piloti e non ha fatto altrettanto per la sua moto”.