“Qualcuno dice che otto Ducati sono troppe, ma io sono per la libertà”. Sono parole che Hervè Poncharal, patron del Team Tech3 in MotoGP, pronunciava appena due anni fa, quando tanti, forse troppi, avevano “dichiarato guerra a Ducati” colpevole di avere troppe moto in pista. Il francese nuotava quindi controcorrente a quei tempi e non ha cambiato idea. Anzi. Nel paddock, infatti, si vocifera di qualche chiacchierata tra Poncharal e Yamaha per tornare a lavorare insieme. Attenzione, qualche chiacchierata non significa che l’operazione si farà o che ci sono già preaccordi per vedere sei Yamaha M1 in pista dalla prossima stagione e, anzi, è normalissimo che in questa fase della stagione tutti parlino con tutti. Il fatto, però, che Poncharal lo faccia con Yamaha potrebbe essere il segnale di altro. Di cosa? Dell’uscita di scena di KTM.

Sì, c’è un accordo con Dorna fino al 2027, ma c’è pure una crisi senza precedenti per il colosso austriaco che tra appena tre giorni dovrà “staccare un assegno” da circa 600 milioni di Euro in favore dei suoi creditori per ripianare almeno il 30% del debito accumulato. La scadenza del 23 maggio, stando a quanto si legge sui quotidiani austriaci, potrebbe essere rispettata grazie a una vera e propria operazione salvataggio da parte del colosso indiano Bajaj e altri investitori che segnerebbe, di fatto, un passaggio di proprietà. A tre giorni dalla data improrogabile, quindi, lo scenario è ancora incerto e per molti lavoratori c’è da un lato la prospettiva di un futuro meno buio e, dall’altra, la seria possibilità di vedere gran parte della produzione spostata in quelle aree del mondo in cui la manodopera costa molto meno. Con tanto di piano produttivo rivoluzionato anche per quanto riguarda il dna della stessa KTM, magari con modelli meno costosi e cilindrate “più adatte” al mercato asiatico.

Sarà – senza girarci troppo intorno – tutto da rifare, con possibile spostamento della produzione in Asia, e è chiaro che in quest’ottica resta difficile immaginare che KTM possa proseguire la sua avventura in MotoGP. Già i creditori avevano chiesto di smettere con le corse all’indomani dell’avvio della proposta di ristrutturazione e pensare che oggi possano aver cambiato idea, al di là delle dichiarazioni rilasciate dalla stessa KTM, è poco credibile. L’impressione, piuttosto, è che ci si chieda, ormai, solo se uscire di scena dopo il 2027 o farlo con un anno d’anticipo, magari chiedendo clemenza a Dorna circa le penali previste dai contratti sottoscritti in fase di rinnovo dell’accordo. Ecco, quindi, che l’indiscrezione secondo cui Yamaha potrebbe puntare al terzo team - dopo quello ufficiale e il factory supported Pramac – parlando proprio con Tech3 potrebbe rappresentare molto più di una curiosità di mercato, ma un vero e proprio segnale su ciò che succederà in MotoGP già da dopo il 23 maggio.
E’ chiaro, infatti, che Tech3 è legata a doppio filo a KTM e che Hervè Poncharal non prenderebbe in considerazione l’ipotesi di una separazione, mentre è molto più probabile che stia comunque provando a strutturare un “piano b” per l’eventualità che KTM esca di scena, così da poter continuare l’avventura in MotoGP con quello che è a tutti gli effetti il team satellite più longevo del paddock. E’ difficile, infatti, pensare che chi subentrerà se il marchio austriaco lascerà il Motomondiale avrà la forza anche per sostenere già dal primo anno una squadra satellite. In questo fine settimana, comunque, si potrà sapere di più, visto che la data cruciale per KTM del 23 maggio coinciderà anche con la prima giornata di moto in pista a Silverstone.
