Gottfried Neumeister, CEO di KTM, ha parlato di un “piano A”. Quella A, però, non sta per Acosta Pedro – visto che ormai tutti sembrano rassegnati a doverlo salutare a fine stagione – ma per “assicurarsi un futuro in MotoGP oltre la crisi di KTM”. Il gancio potrebbe arrivare dalla nuova idea di Motomondiale che Liberty Media sta introducendo, provando a allontanarsi dal vincolo delle case costruttrici on le squadre satellite per adottare un modello più simile alla Formula1, dove basta avere la grana per “inventarsi” una macchina e vincere con una squadra che non porti necessariamente il nome di chi ha fabbricato il motore. In estrema sintesi? KTM potrebbe trasformarsi presto in un anello di congiunzione tra il passato delle corse e il futuro, magari con una squadra che, proprio come in Formula1, porti direttamente il nome RedBull. Ma c’è da segnare i tempi e andare per ordine.
La gravissima crisi in cui KTM è piombata a livello aziendale, infatti, l’impegno in MotoGP è inevitabilmente stato messo in discussione e i nuovi capi di Bajaj Auto hanno parlato chiaro: si continua solo trovando risorse esterne e senza gravare sulle casse aziendali. Ora, dopo mesi di incertezze, la Casa austriaca sembra decisa a non abbandonare la scena, ma l’orizzonte resta complesso e ancora in parte da definire. Nel corso dell’anno, la strategia è cambiata in profondità. Il passaggio di testimone al vertice societario ha visto l’ingresso di Gottfried Neumeister come nuovo CEO e contemporaneamente è stata definita la nuova fisionomia del team satellite Red Bull KTM Tech3. Ora la storica squadra francese è nelle mani dell’ex boss di Formula 1, Günther Steiner (CEO), e del manager/pilota diventato imprenditore, Richard Coleman.
La squadra, almeno per il momento, continuerà a correre con moto KTM e manterrà la propria base a Bormes-les-Mimosas, in Francia, ma KTM, dal canto suo, non nasconde che per essere competitivi servirà un impegno economico importante, in un periodo in cui l’intero gruppo sta tentando di uscire da una profonda crisi finanziaria. L’ipotesi di un accordo con un investitore esterno — capace di coprire una parte dei costi operativi del programma MotoGP — viene considerata “imprescindibile”. Insomma, Tech3 potrebbe non essere, in futuro, il team satellite di KTM, ma una realtà unica con KTM, che resterebbe quindi nel paddock con due sole moto.
In una recente intervista, il nuovo tandem Steiner e Coleman l’ha anche candidamente ammesso: “nessun secondo team” KTM, ma un asset autonomo, capace di attrarre investimenti e — potenzialmente — di evolversi come “franchise” dentro il mondo MotoGP. Con il 2027 che — con il cambio regolamentare e l’introduzione dei nuovi motori 850 cc — rappresenta più una opportunità che una incognita: le condizioni economiche generali imporranno scelte attente e misurate a tutti e non solo a KTM. Il messaggio che arriva, quindi, sembra chiaro: KTM vuole restare, ma la conferma definitiva dipenderà da come verrà costruita (o ricostruita) la parte manageriale e finanziaria relativa ai team nella nuova MotoGP firmata da Liberty Media. Neumeister, Steiner e Coleman, ormai, sono tre protagonisti della stessa storia.