È una super McLaren al Red Bull Ring, che con Lando Norris e Oscar Piastri si prende il venerdì, di forza. Tra i sali e scendi del tracciato austriaco la MCL39 va forte e dopo una prima sessione passata a lavorare sulla nuova ala anteriore portata, con l’obiettivo di ritrovare il bilanciamento perso dopo l’entrata in vigore delle ultime due direttive tecniche, nelle seconde libere i due papaya hanno dominato, perché alla bandiera a scacchi la classifica parla chiaro: l’inglese è primo pur non avendo preso parte alle Fp1 e un giro con tanto di errore in Curva-7, mentre l’australiano è secondo, nonostante paghi un ritardo di un decimo e mezzo dal compagno.

Si impongono sul giro secco e sul passo gara, con una serie di long run tanto veloci quanto costanti, lasciando poco spazio alle interpretazioni: su un tracciato che ben si sposa con le caratteristiche della monoposto, la McLaren è di nuovo la squadra da battere, dopo il “pessimo” fine settimana in Canada chiuso per la prima volta con entrambi i piloti giù dal podio. Ma se le prestazioni dei due papaya non bastassero a definire un quadro che però sembra parlar da sé, il quarto tempo messo a segno nelle Fp1 dal rookie Alex Dunne, schierato al posto di Lando Norris, è la conferma di quanto potenziale la monoposto abbia a Spielberg. In lotta per il titolo F2, dell’irlandese si parla un gran bene nonostante qualche “mattata” di troppo, ma la prestazione ottenuta non può che essere un segnale anche di quanto questa vettura riesca a trasmettere feeling ai piloti.
In scia ai due papaya c’è sempre la Red Bull di Max Verstappen, che però sul suo tracciato di casa finora non è stato perfetto. Nella mattinata ha lamentato una carenza di grip all’anteriore, stesso problema patito poi anche nel pomeriggio nonostante delle temperature decisamente più miti. Ciò che cambia però il distacco alla bandiera a scacchi, perché se nelle Fp1 era attaccato alla Mercedes di George Russell, al termine delle Fp2 l’olandese paga più di tre decimi da Lando Norris, un gap pesante considerata la lunghezza del tracciato. E c’è anche una novità per lui, visto che per la sua prima volta sin dal suo arrivo in Red Bull a parlargli in radio non sarà Giampiero Lambiase, assente a causa di motivi personali, con al suo posto Simon Rennie, ex ingegnere di Daniel Ricciardo. Quanto alla classifica, alle spalle di Max la sorpresa di giornata, ovvero l’Aston Martin di Lance Stroll, che stacca (e non di poco) Fernando Alonso, nono a quattro decimi dal canadese a fine giornata.

In quinta posizione c’è la Ferrari di Charles Leclerc, tornato al volante della SF-25 dopo l’uscita mattutina del rookie Dino Beganovic. Il distacco dalla vetta è da spavento, perché 610 millesimi al Red Bull Ring sono un’eternità, ma non è stata una sessione da dimenticare: sul passo gara sono arrivati dei riscontri positivi con Charles tra i più veloci, ma va considerato anche il grande lavoro fatto vista l’introduzione del nuovo fondo, con l’obiettivo di arginare, quantomeno in parte, le grandi difficoltà viste finora. Male invece Lewis Hamilton, che dopo una prima sessione passata a combattere con dei problemi di natura idraulica, nel pomeriggio è solo decimo, peraltro staccato di tre decimi dal compagno di box. Tanti sono i punti interrogativi, perché se è vero che nelle simulazioni di passo gara ci sono stati dei lampi, questi sarebbero completamente vanificati da una brutta qualifica, finora uno dei Fil Rouge di questa stagione. Ancor più indietro è la Mercedes, ma rispetto alle due rosse la situazione è parecchio diversa: a discapito della sesta posizione di George Russell e dell’undicesima di Kimi Antonelli, la W16 è sembrata ottima, tant’è che entrambi erano stati protagonisti in mattinata, confermando la crescita fatta vedere a Montreal.
Tra gli altri, poi, ad accennare un mezzo sorriso sono anche Yuki Tsunoda (7°) e Gabriel Bortoleto (8°): il giapponese ha fatto un bel salto in avanti rispetto alle Fp1, mentre il rookie brasiliano si è confermato complice una Sauber in crescita. Male invece Alpine, con Gasly 14°e Colapinto ultimo, Haas e Williams, tutte protagoniste al mattino ma staccate al termine della giornata, con invece una Racing Bulls più staccata rispetto alle scorse gare. Il giorno della verità sarà però il sabato, perché con le qualifiche in vista non si scherzerà più: strappare la prima fila alla McLaren sarà la missione di Red Bull, con il solo Verstappen salvo un miracolo, Mercedes e Ferrari, che puntano quantomeno a impensierire Norris e Piastri. Sarà dura visti i valori in campo, ma in questa F1 mai dire l’ultima parola.
