A quanto ammonta il patrimonio di Diego Armando Maradona? Ma soprattutto, chi potrà goderne adesso che il Pibe de oro è passato a miglior vita? Una domanda ricorrente a poche ore dalla dipartita del numero 10 per eccellenza, spentosi nel pomeriggio di ieri, mercoledì 25 novembre, per insufficienza cardiaca all’interno di una villa affittata a Tigre, appena fuori Buenos Aires, dove avrebbe dovuto passare tutta la fase post-operatoria seguente al recente ematoma al cervello. Fase che è stata come al solito foriera di dichiarazioni da copertina pronunciate da Diego; appena una settimana fa, in piena ripresa, aveva inviato un messaggio sconcertante rivolto a una generica categoria parentale, a tratti per esorcizzare l’eventualità di una sua dipartita ma chiudendo con una chiosa piuttosto decisa sul fronte eredità:
“Non sto morendo, dormo tranquillo e continuo a lavorare. Non so cosa ha voluto dire Giannina e come verrà interpretato, ma so che quando uno invecchia tutti quelli attorno si preoccupano più di cosa e quanto lascerà piuttosto che di quello che sta facendo. E allora dico a tutti che non lascerò nulla: voglio dirvi che non sto morendo affatto e non vi lascerò niente. Non darò a nessuno tutto quello che ho guadagnato nella mia vita. Lo donerò”.
La dichiarazione ha subito riacceso rabbie e rivendicazioni da parte di Claudia Villafañe, ex moglie di Maradona, che ha sottolineato di attendere ancora che “tutto ciò che mi spetta mi venga restituito”.
Per il momento il contenuto del testamento – che Diego ha modificato proprio durante l’ultima convalescenza – non è noto; ma non è inverosimile che molti tra gli eredi diretti del Pibe possano restare a mani vuote. Ci sono però diverse condizioni che potrebbero portare i parenti a rivolgersi alla giustizia per recuperare parte di quel patrimonio, come stanno facendo notare nelle ultime ore diverse testate argentine tra cui Carlin e Solodinero.
Il nuovo Codice Civile e Commerciale dell’Argentina, in vigore dal 2015, ha infatti introdotto modifiche in materia di successioni, in particolare attorno alla definizione e ai diritti di quelli che in Italia chiamiamo eredi legittimari, e alla figura del cosiddetto “oltraggio” e delle “diseredazioni”. In poche parole, esattamente come nell'ordinamento italiano, anche in quello argentino viene prevista la figura della cosiddetta "legittima", corrispondente a una quota di cui l'autore del testamento non può in ogni caso disporre. Dimenticate, quindi, le boutade in stile americano: niente patrimoni al gatto o figli esclusi da qualsiasi beneficio. Una parte del patrimonio del "de cuius" (come viene definito il defunto nel gergo legale), deve per forza essere destinato a una serie di soggetti che sono specificamente previsti dalla legge.
Proprio come per la normativa vigente in italia, inoltre, anche secondo il diritto argentino, l'ammontare della quota spettante agli eredi legittimari varia in base alla loro composizione. In particolare, la quota di legittima dei discendenti (figli) è pari a due terzi, quella degli ascendenti (eventuali genitori) della metà e quella del coniuge della metà. Nel caso in cui concorrano sia i figli che il coniuge, la quota di legittima viene calcolata sulla base dell'indicazione più favorevole.
Molte testate argentine hanno, così, osservato come Maradona non abbia potuto, di fatto, escludere dalla sua eredità le figlie riconosciute, Dalma e Gianina, il figlio più giovane Diego Fernando ma neanche l’italiano Diego Sinagra e Jana, tardivamente riconosciuti dal Pibe de oro.
E a nulla può valere la volontà di Maradona di diseredare alcuni o tutti i propri figli. Come spiegato alla testata Infobae, da Cristian Fox, partner dello studio legale Allende y Brea, infatti, "La riforma del Codice Civile e Commerciale del 2015, ha abrogato la figura della diseredazione, ricomprendendola tra le cosiddette cause di indegnità". L'articolo 2281 stabilisce le cause, tra cui, ad esempio, i tentativi di frode da parte degli eredi designati nei confronti del defunto, ma un eventuale generico astio non è sufficiente ad escluderli dall'asse ereditario.
E quindi? Quanti sono i milioni di euro sui quali, inevitabilmente, gli eredi di Maradona sono destinati a farsi la guerra nei mesi prossimi?
Sebbene sia certo che i guadagni maggiori siano arrivati dai contratti come calciatore e allenatore, dalle significative entrate pubblicitarie, dai programmi televisivi e dal ruolo di commentatore tecnico, risulta attualmente impossibile stabilirne l'ammontare.
Quello che è certo è che, In Italia, una sentenza del 2005 lo ha condannato a pagare 37,2 milioni di euro nei confronti dell'erario. Una somma che il fisco italiano potrebbe pretendere - quantomeno per la parte di essa corrispondente alle imposte non versate - anche dai suoi eredi. Ammesso e non concesso, dunque, che almeno una parte del patrimonio di Diego non sia stata definitivamente sperperata, per l'italiano Diego Sinagra la possibilità di arricchirsi dopo la morte del padre potrebbe essere molto meno concreta di quanto si creda.
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