Lo sport, come la vita, è fatto di alti e bassi. Capita, così, di ritrovarsi alla partenza di 177 GP di Formula 1, dopo esserci arrivati da predestinati, da campioni del mondo della GP2 (e già campioni di Formula 3), e però di non riuscire ad andare mai oltre a un quarto posto. Capita perfino di vincere una 24 Ore di Le Mans, nell'attesa che le cose vadano meglio, ma che poi la squadra per cui corri ti lasci a casa, dopo tre stagioni così così. Capita, ancora, che mentre sei sul divano a girarti i pollici, arrivi una telefonata: un team ti cerca di nuovo, per una sostituzione.
Bisogna correre in Inghilterra, fare un sedile alla benemeglio e provare a correre il GP di Silverstone. Capita, quindi, che ti presenti in circuito in una condizione fisica buona (sei pur sempre uno sportivo), ma di certo non adatta a sopportare le sollecitazioni di una delle vetture più veloci della storia di questo sport. Capita che porti con te un casco nero, perché di personalizzati coi colori del nuovo team non ne hai. Capita che ti butti in macchina e fai quello che puoi per portare a casa la pelle. Capita, ancora, che dopo delle qualifiche sofferte, nel giorno in cui dovevi provare a risalire la china, la domenica, arrivi una doccia fredda: scherzavamo, non si parte, la macchina ha un problema. Capita, però, che l'anno in cui ti accade tutta questa menata non sia uno qualunque, ma uno di quelli più strani in cui è incappata l'umanità, tipo da sempre.
C'è una pandemia in corso e per la prima volta nella storia della Formula 1, alcuni Gran Premi si corrono per due volte consecutive sulla stessa pista. Capita, a questo punto, che il pilota che hai sostitutio stia ancora male (ha il Covid) e, insomma, che ti chiedano di rimanere, anche per la domenica successiva. Capita, infine, che nelle qualifiche di questo nuovo Gran Premio, che si corre sempre sulla stessa pista, tu vada tanto forte da essere il "primo degli altri", il primo dopo le sempre imprendibili Mercedes, il terzo assoluto, davanti a gente come Verstappen, Vettel e Leclerc. Capita, così, che tu faccia le interviste che fanno quelli fighi e che ti prepari a correre uno dei Gran Premi più emozionanti della tua vita, dopo aver regalato a tutti gli appassinati di motorport una delle storie più belle di questo bruttissimo 2020.
È questo quello che è successo a Nico l'incredibile Hulkenberg, proprio oggi, a Silverstone. Il biondissimo e ammirtatissmo pilota tedesco ha fatto segnare, poco fa, un inaspettato terzo tempo in qualifica, dando una sonora paga al suo compagno di squadra - il pur qui sempre voluto bene Lance Stroll. Compagno di squadra che, lo ricordiamo, incidentalmente (ma anche no) è il figlio del proprietario dello stesso team che ti ha offerto questa possibilità.
Che aspettarsi, dunque, dalla gara di domani? Di certo la "sua" Racing Point, al di là delle polemiche in merito alla squalifica che è stata comunicata nella giornata di ieri, si è dimostrata estremamente competitiva, sugli altri tracciati incontrati fino ad ora (Austria e Ungheria) - tanto da far sostenere che possa trattarsi, di fatto, della seconda migliore vettura attualmente in griglia. Vero è che le prestazioni mostrate da Stroll lo scorso week-end (nono al traguardo) avevano, tuttaiva, sollevato il dubbio che questo tracciato potesse in qualche maniera non permettere alla vettura di rendere al meglio. Ma l'exploit di oggi sembra semplicemente confermare quanto altri avevano sospettato: quello di Silverstone è un circuito molto tecnico e il risultato non esaltante dello scorso week-end è dipeso semplicemente dal manico degli altri piloti in pista.
Insomma, se, come si è sempre sostentuto, Hulkenberg è in realtà un talentuoso e se la vettura di cui è alla guida in questo fine settimana è effettivamente tanto buona, questo Gran Premio di Silverstone parte 2 la vendetta potrebbe essere davvero l'occasione giusta, per il vecchio Hulk, per far vedere di che pasta è fatto.
Magari facendo segnare il suo primo podio in carriera. Magari finendo davanti proprio a quella Renault che non ha saputo fornirgli una vettura sufficientemente veloce nelle scorse stagioni. Magari ricordando a tutto il Circus che se qualcuno è alla ricerca di un pilota che, quegli oggetti lì, li sa adoperare tendenzialmente meglio di molte altre persone là fuori, beh... sanno dove trovarlo.
Daje Hulk, facce sognare.