Stephen Keenan, di origini irlandesi, scopre la sua passione per l'apnea nel 2009. Amante dei viaggi, delle sfide e spinto da sempre verso la ricerca del suo posto nel mondo, rifiuta il modello di vita tradizionale e si dedica all'avventura. Dopo la prematura morte della madre, capisce che non deve precludersi nulla. Steve si ritrova a Dahab, in Egitto, luogo ideale per gli amanti delle immersioni. È proprio qui che si trova il Blue Hole: una cavità marina profonda circa centoventiquattro metri e larga trecento. Conosciuto anche come ‘’il cimitero dei subacquei’’ per il gran numero di incidenti mortali che ha causato: circa duecento vittime nell'arco degli ultimi anni. Nonostante la sua pericolosità, è ancora oggi meta di moltissime immersioni a livello agonistico. Ed è proprio qui che Stephen perde la vita per salvare Alessia, il 22 luglio 2017.
Polmoni da record
Occhi blu come il mare e un sorriso contagioso, Alessia Zecchini nasce a Roma nel 1992. La sua passione per il mare si intravede già da piccolissima, quando si tuffa in profondità per raccogliere conchiglie. A soli tredici anni consegue il suo primo brevetto da apneista nella A.s.d. ‘’Apnea Blu Mare’’: ‘"Non fu facile trovare un corso, erano tutti uomini e non ero ben vista. Sembra uno di quei lavori che sogni di fare quando sei piccolo. Nessuno ti crede se dici di voler fare l'apneista". Eppure, Alessia ce l'ha fatta, grazie alla sua dedizione e al sostegno di papà Enzo. Caparbia e tenace, ha sfidato con tutte le sue forze sé stessa, combattendo contro paure profonde quanto i suoi tuffi, fino a raggiungere nel 2023 il record mondiale di centoventitré metri di profondità in assetto costante nelle Filippine.
Il mito di Natalia Molcanova
Un evento traumatico segna la vita di Alessia: la morte di Natalia Molcanova. La più grande apneista mai esistita, di origini russe, è scomparsa a soli cinquantatré anni durante un'immersione non competitiva nelle acque di Formentera. Detentrice di trentaquattro record mondiali, era anche l'unica donna ad aver effettuato un'immersione in assetto costante attraversando il Blue Hole. Da quel momento, la mente di Alessia era come annebbiata: ‘"Non ho mai pensato che l'apnea potesse portare alla morte. È successo a lei, potrebbe succedere a chiunque".’ La sua mente vaga; non riesce più a scendere. È bloccata, le manca il respiro: i metri che un momento prima riusciva ad affrontare senza paura ora sembrano infiniti. Poi tutto cambia, grazie all'incontro con Stephen Keenan.
Il Vertical Blue
In Egitto, Stephen apre una scuola di free-diving per aiutare gli altri apneisti ad esercitare la sicurezza subacquea. Durante un'immersione, salva il figlio della Molcanova, Alexey, che gli conferisce fama e la nomina come capo di sicurezza per la competizione della Vertical Blue alle Bahamas, una delle gare di apnea più importanti al mondo. È proprio durante questo evento che Stephen si imbatte in Alessia. Tra i due scatta subito una scintilla: c'è chimica, si fidano ciecamente l'uno dell'altra, tanto che Alessia riprende a fare dei numeri da record, raggiungendo i -104 metri di profondità e vincendo il Vertical Blue: ‘’guardare i suoi occhi blu oceano mi dava la forza prima di tuffarmi’’ e così, la donna torna a respirare.
L’angelo custode caduto
Tra i due c'è intesa, tanto che Stephen propone ad Alessia di tornare a Dahab per continuare ad allenarla e provare ad affrontare il Blue Hole. Si instaura un rapporto di profonda fiducia e stima; si incontrano tutte le sere per pianificare la competizione e stabilire le tempistiche. Steve sarebbe dovuto scendere nel momento in cui Alessia si trovava sotto ‘’l’arco’’ cronometrando i tempi, ritrovandosi entrambi dove avevano stabilito per risalire insieme. Era proprio questo il compito di Stephen: accompagnare gli apneisti durante la risalita, che rappresenta il momento più critico a causa del poco ossigeno che circola nel sangue. Alessia, però, esce dal tunnel con trenta secondi di anticipo, che le diventano fatali: non vede né Steve né la fune, e si perde. Poco dopo, Stephen arriva alla fine della fune ma lei non c'è. Pochi secondi di differenza ma che sono risultati determinanti nelle conseguenze. Stephen raggiunge Alessia: vicinissimo alla sincope, esausto e senza ossigeno, riesce a spingerla in superficie per salvarla, assicurandosi che galleggiasse, disponendola con il lato destro rivolto in alto. Lui, stremato, non ce la fa a risalire. L’angelo custode caduto, Stephen Keenan, ha compiuto fino alla fine il suo dovere, per amore dell’apnea e del mare. Per amore di Alessia.