A vedere Marc Marquez festeggiare il suo 7° GP consecutivo viene da chiedersi chi potrà fermarlo. Lo spagnolo è in uno stato di forma straordinario e, oltretutto, sembra in pieno controllo, ben lontano dai limiti imposti dalla fisica e dalla sua Ducati GP25. A Balaton, addirittura, ha picchiato giù un 1:37.838 all’ultimo giro, un tempo di due decimi più veloce degli altri piloti sul podio con lui e di due decimi più lento del suo passaggio migliore in gara.
Come a dire che può vincere, farlo con distacco e dimostrare di averne di più solo per il gusto di farlo, il tutto mentre il compagno di squadra si affanna a stare nei dieci. In questa fase del campionato l’avversario più credibile, quello che ha guidato più volte la corsa, è Marco Bezzecchi: tre podi in fila, risultato che non aveva mai raggiunto in carriera, per una grande solidità nonostante circuiti molto diversi tra loro. È il risultato ottenuto dopo aver sistemato i problemi in qualifica avuti a inizio di campionato, quando il passo gara era buono ma la posizione di partenza no. Il che, per assurdo, è lo stesso percorso che sta affrontando adesso Jorge Martín, il quale però parte già con una moto più stabile in frenata rispetto a quella di inizio stagione.

Quando gli abbiamo chiesto se il suo percorso di apprendimento gli ricordasse quanto fatto da Marco, Jorge ha risposto con grande sincerità: “Sì, devo capire la moto in qualifica. La verità è che se provi a forzare con questa moto le cose peggiorano. Ma se guidi morbido e dolce, il tempo arriva”. Subito dopo ci ha spiegato che sorpassare, a Balaton, è tutt’altro che difficile: “Devi prepararlo bene però, se vuoi farlo alla 9 devi cominciare a pensarci alla 5”.
Ora, è vero che Balaton Park ha una curva 1 molto particolare che, specialmente alla partenza, ha rimescolato pesantemente le posizioni in griglia. Eppure Jorge partiva sedicesimo ed è arrivato quarto, con un giro veloce molto simile a quello fatto da Acosta e Bezzecchi. Ecco, per Ruben Xaus e gli altri ospiti del podcast di Jorge Lorenzo, Duralavita, Martín è l’unico che può battere Marc Marquez. Per il talento, per la grinta e perché ha il numero uno sul cupolino, ottenuto per altro con una squadra satellite. Se ci è riuscito con la Ducati del Team Pramac, perché non dovrebbe farcela con l’Aprilia ufficiale? Magari a Barcellona ne avremo già un assaggio.
Di certo fa bene Massimo Rivola a rammaricarsi per quel tremendo inizio di stagione e fa ancora meglio ad avere grandi aspettative per il prossimo anno. Per ora l’Aprilia dovrà dimostrare di aver fatto un passo in avanti anche nella gestione della squadra, che nelle ultime stagioni si è dimostrata più in difficoltà durante le trasferte nel sud est asiatico. Fatto quello non resta la cosa più complicata: mettere in difficoltà il mattatore della categoria.
