Piccoli miei, buongiorno. Si dice che non ci sia nessuno di più scaramantico di chi lavora nel motorsport. Questi ingegneri, pilotoni e professionisti del cacciavite e della telemetria perdono completamente la brocca davanti al divino. Marc Marquez corre sempre con mutande blu il sabato e rosse la domenica. Valentino Rossi? Sempre lo stesso disco per quasi vent’anni (Vasco Rossi, Nessun pericolo… per te) prima di una gara. Ogni pilota fa il suo rituale che si ingrandisce come una grossa bolla, senza mai sgonfiarsi, con il proseguo della carriera, perché tutto quello che funziona viene ripetuto alla gara successiva. Un esempio pratico: ti batti il pugno sul petto prima della gara e poi vinci? Sei obbligato a farlo per il resto della tua carriera, poche storie. I piloti non sono soltanto matti però, hanno le loro motivazioni, perché a volte in MotoGP le cose vanno bene e non ne conosci neanche tu il motivo e altre ti può capitare un disastro senza che tu abbia fatto nulla di sbagliato. Il motomondiale è così, ti prepari e tutto il resto ma alla fine sarai sempre in balia degli eventi e del destino. Così finisci per credere ai presagi e alla cabala, che tu sia un pilota o l’ultimo degli steward.
La cabala, dalla Romagna a Marc Marquez
Potrà sembrare assurdo, eppure è la vera verità: c’è un gran gruppo di romagnoli convinti del fatto che Marc Marquez non vincerà più un mondiale dopo l’8° titolo conquistato nel 2019. Ma il punto non è nemmeno questo, perché a pensare che non vincerà altri mondiali sono in tanti. Qui siamo proprio allo step successivo, ovvero persone convinte di questo dal giorno esatto in cui Marc ha celebrato il titolo quella domenica 6 ottobre 2019 a Buriram, in Thailandia. Il motivo, per altro incontrovertibile e limpido come l’acqua che sgorga dal Monte Bianco? Marc Marquez ha festeggiato con la palla numero 8. Non è uno scherzo, c’è chi lo pensa davvero dal giorno in cui è successo. Per chi non avesse mai visto un tavolo da biliardo in vita sua, la palla numero 8 è quella che chiude la partita. La vostra Mistress Helmet non sarà mai politicamente corretta e in questo caso vi spingerà a usare un po’ l’immaginazione: chissà cosa avranno pensato questi signori dopo la caduta di Jerez nel 2020 e negli anni a seguire. E chissà cosa penseranno adesso che, con la Ducati del Team Gresini, Marc è tornato a giocarsi davvero un titolo. Di certo, continueranno a confidare nella cabala.
Vuoi un numero da cabala, ma con un senso? Stai cercando il 31
Marc Marquez ha tutte le capacità per tornare a vincere, anche dopo aver festeggiato con quell’oggetto sventurato che è la palla 8. Se proprio dovessimo andare a cercare qualche ragione oggettiva tra i suoi ostacoli più evidenti ne citeremmo almeno un paio, entrambi perfettamente riassumibili nel numero 31. Che è il numero di Pedro Acosta, il nuovo fenomeno di questo sport, ma anche il numero di anni con cui Marc Marquez si trova ad affrontare questa 12° stagione in MotoGP. E più Pedro diventerà veloce, più sarà dura per gli altri, talento o meno, moto vincente o meno. E con l’età che cresce, Marc si ritroverà molto presto in una situazione simile a quella vissuta da Valentino Rossi quando il giovane spietato era lui, Marquez. Chissà se lui ci ha già pensato e, tra l’altro, chissà se in Romagna hanno già pensato al 31.