Quando non c’è niente che funzioni, solitamente i piloti aspettano i test. Difficile dire se per Honda sia stato davvero così, ma la faccia cupa di Joan Mir dopo il lunedì di Jerez lascia intendere che le cose non siano andate esattamente come sperato. Per lo spagnolo d’altronde si tratta forse del peggior weekend da quando è nel team Repsol: due cadute il venerdì, una caduta sabato, una domenica e, manco a dirlo, una il lunedì. In breve, se vuoi provare ad andare forte con questa moto molto probabilmente ti ritroverai per terra. Poco da fare anche per Alex Rins, che nonostante la vittoria di due settimane fa ad Austin ha portato a casa test poco soddisfacenti: per lo spagnolo la “novità” è stata soprattutto il telaio già usato da Joan Mir, ed anche lui ha concluso la giornata con una caduta. Il famoso “telaio Kalex” d’altronde è stato provato solamente da Stefan Bradl (che l’ha promosso senza grossi proclami) e dallo stesso Joan Mir, il quale però è riuscito a percorrerci soltanto un giro: “Abbiamo provato telai diversi”, ha raccontato il maiorchino a fine giornata. “È stato molto intenso e altrettanto breve come test, perché sono riuscito a fare un giro e poi ho avuto un problema elettrico e non ho potuto provarlo più. Non ho molto da dire, la giornata è stata complicata a causa della caduta e dei problemi con la moto”.
Buio profondo quindi, in un certo senso certificato da Takaaki Nakagami che ha chiuso come miglior pilota Honda in 12° posizione. Nel lunedì dei test si sono visti molti aggiornamenti per l’aerodinamica, ma pensare di risolvere i problemi della moto con alette, appendici e forature sembra quantomeno un’ingenuità. Alberto Puig, comunque, cerca di vedere il bicchiere mezzo pieno in un incontro con la stampa: “È vero che è presto per tracciare le conclusioni, perché abbiamo bisogno di più tempo. Per ora la moto ci ha dato riscontri positivi, ma chiaramente abbiamo bisogno di più tempo. Solo Stefan Bradl ha potuto provare il nuovo telaio e vorremmo l’opinione di altri piloti. Purtroppo non abbiamo potuto, anche se i primi input sono buoni. Abbiamo anche molte componenti aerodinamiche da provare e abbiamo diverse combinazioni con cui sperimentare, abbiamo lavorato molto e dovremo analizzare i dati per trovare nuove soluzioni. Stiamo andando avanti”.
Se Jerez non ha salvato la Honda, al momento è impensabile che possa farlo Marc Marquez: l’infortunio al primo metacarpo della mano destra l’ha già costretto a saltare tre weekend di gara ed è stato lo stesso Marquez ad ammettere che la sua partecipazione al GP di Francia a Le Mans è in dubbio. Sapremo di più martedì prossimo, quando Marc si sottoporrà ad una nuova TAC, ma giovedì scorso (nella conferenza stampa straordinaria di Jerez) sembrava cosa fatta. Invece forse ha ragione Jorge Lorenzo: "Se avesse una moto adatta a lottare per il titolo, probabilmente correrebbe", sono state le sue parole in una nostra intervista dopo l'annuncio. Rischiare ancora una volta la carriera e farlo per chiudere nei primi dieci non è roba per lui.