Grand Chelem di Marc Marquez ad Aragon. Una vittoria gli mancava da tre anni, mentre un dominio di questa portata da lui non si vedeva da Motegi 2019. Per tre giorni Marc Marquez è stato davanti a tutti sempre e comunque, ha anestetizzato la competizione e ricordato molto da vicino il mostro che è stato prima dell’infortunio al braccio destro.
Così, dopo le opportunità sfumate ad Austin (per un problema tecnico) e al Sachsenring (più difficile del previsto) Marc è riuscito a vincere la sua scommessa ad Aragon, mettendo in pista una superiorità mai davvero in discussione. Bravo lui a crederci, brava la Gresini Racing a gestirlo. A questo punto è anche lecito chiedersi se dovremo abituarci a questo livello da qui a fine stagione. Risposta breve: no, con tutte le probabilità Marquez farà un passo indietro già a partire da Misano.
Perché Aragon non è una pista come le altre
Partiamo dal presupposto che è stato lo stesso Marc, durante il WDW 2024, a dirci che ad Aragon (e a Phillip Island…) avrebbe puntato a un risultato migliore rispetto al solito. Perché? Perché il circuito spagnolo gira a sinistra come piace a lui e negli anni ci è andato così forte che oggi curva 10 porta il suo nome. C’è dell’altro però, ed è stata una sorpresa anche per il diretto interessato.
Enea Bastianini l’ha riassunta così parlando con Andrea Migno nel post gara di Sky: “Ogni volta che siamo entrati in pista era diverso, una sensazione diversa con la pista scivolosa in parti diverse. Non sono mai entrato in pista con le stesse condizioni, poi la cosa strana è che dietro c’era tanto grip e davanti invece niente, un po’ una condizione particolare in cui o ti adattavi subito o… chi ha fatto fatica ad adattarsi è arrivato tardi”.
In estrema sintesi, l’asfalto è stato difficile da interpretare per tutto il fine settimana, al punto che per qualche pilota è stato come trovarsi sul bagnato, o comunque in quelle condizioni di misto in cui Marc Marquez è sempre riuscito a fare la differenza. A Misano però sarà tutto diverso, dovrà fare un passo indietro. Anche se la consapevolezza che si produce con una vittoria così, dopo tre anni di astinenza e un gran numero di cambiamenti, influirà sicuramente sulla sua condizione tecnica e quei 70 punti da Jorge Martín (considerando che a ogni GP ce ne sono 37 per il vincitore di Sprint e gara) potrebbero essere uno stimolo impoitante per Marc.