“Non so se c’è la possibilità di vincere, ma sicuramente è una pista che mi piace e su cui sono andato forte negli anni passati”. È bastata una frase a Charles Leclerc per infiammare l’inizio di fine settimana a Baku, un tracciato su cui ha sempre fatto la differenza. Ha dominato in F2, peraltro in condizioni non delle migliori dopo la scomparsa di papà Herve pochi giorni prima, mentre in F1 ha messo a segno quattro pole di fila dal 2021 al 2024. Difficile mantenere basse le aspettative, quantomeno rispetto alla possibilità di battere tutti in qualifica. In gara, invece, sarà dura, ma si sa: il monegasco, nonostante provi in tutti i modi a mascherarla, la voglia di salire sul gradino più alto del podio ce l’ha sempre.

“La speranza di fare la pole ce l’ho, ma da quella alla vittoria ci sono tanti giri in più”, ha raccontato a Sky Sport. “Non voglio parlare troppo presto, le speranze ce l’ho come a Monza ma vedremo come siamo messi rispetto alle altre macchine. Non abbiamo la macchina migliore, mi aspetto una Red Bull forte così come la McLaren. Questi due team sono più forti di noi ma qui, in qualifica, abbiamo fatto delle cose belle anche se conta poco. In gara farò di tutto”.
Sull’identikit fatto da Max, invece, che lo ha indicato come il migliore in qualifica e nei sorpassi, ha aggiunto: “Tra di noi c’è tantissimo rispetto, siamo cresciuti insieme e abbiamo lottato per tantissimi anni insieme. Purtroppo, in F1 non abbiamo ancora avuto l’opportunità di farlo come si deve, ma spero che un giorno sarà così. Per ora dobbiamo concentrarci sull’avere una macchina migliore”.
Alla vigilia del fine settimana, però, ottimista è sembrato essere anche Lewis Hamilton, pronto a scoprire come si comporterà la SF-25 a Baku: “Non vedo l’ora di iniziare, non ho mai guidato la macchina qui e dovrò adattarmi perché è diversa dalla Mercedes”, ha chiarito a media presenti. “Voglio capire cosa può darmi. Ha molto più grip meccanico rispetto a quelle che ho guidato in passato, dovrebbe essere buono”. Un aspetto che, forse, potrebbe favorirlo nella rincorsa al podio, mentre sulle possibilità di vittoria da qui a fine stagione è chiaro: “Vincere non credo sia possibile, sono stato sesto, settimo e ottavo per gran parte dell’anno. Mi piacerebbe fare un podio per il team prima o poi, Charles ne ha già fatti quattro o cinque… Ma mi sento ottimista sul fine settimana, ho trovato un paio di cose e ci voglio lavorare su”.

Chi a Baku è chiamato a confermarsi, oltre che a migliorare senza commettere sbavature, è Kimi Antonelli. L’italiano a Monza è stato veloce, ma gli errori sono stati troppi e alla fine della gara una strigliata è arrivata anche da Toto Wolff. Sull’argomento, però, Kimi non ha paura di esporsi: “Le critiche di Wolff sono comprensibili, tra noi il rapporto è sempre sincero”, ha spiegato in conferenza stampa. Credo che il riferimento di Toto sia più sulla gara che sulla qualifica, quella è andata piuttosto bene e qui, infatti, spero di ritrovare l’incisività che ho avuto. L’obiettivo è disputare un weekend pulito, l’errore alla Lesmo-2 nelle FP2 a Monza mi ha impedito di effettuare il long run, sono andato in gara praticamente alla cieca e l’ho pagato nello stint con le gomme dure. Questa è una pista complicata, con diversi dossi in frenata che la rendono insidiosa, ma bella e divertente per chi guida”. C’è solo un problema, ovvero una Mercedes ormai senza più alcun aggiornamento: “Le altre scuderie a differenza nostra di recente ne hanno portati, questo rende le cose ancora più difficili perché dobbiamo essere perfetti per essere competitivi”.

Sempre in conferenza, su quanto successo a Monza ci è tornato anche Oscar Piastri, il leader di un Mondiale sempre più nelle mani della McLaren. L’australiano ha parlato del tanto discusso ordine di scuderia arrivato quando, dopo il pit stop lento del compagno di squadra, gli è stato chiesto di ridare la posizione guadagnata ai danni di Norris: “Chiaramente ne abbiamo parlato, abbiamo avuto delle discussioni positive internamente al team”, ha spiegato. “E’ un episodio che può suscitare delle discussioni, però abbiamo chiarito vari punti e sappiamo come correremo da qui in avanti, che è la cosa più importante. Quello che è successo ormai fa parte del passato. Ci sono state tante discussioni su come vogliamo correre e gran parte di queste rimarranno private perché alla fine, se dovessimo divulgare queste informazioni, diventeremmo un bersaglio facile. Tutti saprebbero come vorremmo fare in certe situazioni”.
Al termine del GP aveva detto di appoggiare la decisione presa, ma cosa sarebbe successo se fosse stato in lotta per la vittoria? Una provocazione a cui non è potuto scappare: “Se lo avessi fatto lo stesso? Probabilmente sì, però non lo so, sarebbe stato diverso, ma preferisco pensare che non mi troverò in quella posizione”.

L’unica certezza è che, a sette gare dal termine, il titolo sembra ormai una questione tutta papaya, a maggior ragione se ad affermarlo è Max Verstappen: “Onestamente, mi sto concentrando solo su me stesso, so che non faccio più parte di quella lotta. Come team consideriamo queste gare come un’opportunità per estrarre il massimo dalla macchina. Non abbiamo nulla da perdere, vorremmo sempre salire sul podio. Questo è l’obiettivo”.

