Come funziona la mente di un atleta numero uno del mondo? La tecnologia FocusCalm, prodotta dalla BrainCo, si occupa proprio dell’indagine dell’attività cerebrale di campioni come Jannik Sinner, Iga Swiatek, Mikaela Shiffrin e Charles Leclerc. Tramite una bandana elettronica, è possibile monitorare le menti degli atleti per fornire dati utili al miglioramento della concentrazione e del relax per rendere più performanti i soggetti. Secondo il giornalista investigativo Pablo Torre, però, come riporta un articolo di Stefano Semeraro su La Stampa, la Cina avrebbe cercato di hackerare i dati raccolti. La BrainCo, infatti, pur avendo sede ad Harvard, è stata fondata in Cina. L’obiettivo del Dragone, sempre nella ricostruzione di Torre, sarebbe quello di addestrare futuri soldati iperdotati. Riccardo Ciccarelli, esperto che ha lavorato con Sinner e che lo ha assistito per diversi tornei, ha detto di non poter escludere che il governo di Pechino abbia effettivamente preso possesso di quelle informazioni. Insomma, scienza e sport si incrociano in questa storia, che comunque resta da verificare. E mentre il complottismo si insinua anche nel tennis, sui campi si continua a giocare.

Matteo Berrettini era tornato a giocare proprio in Cina, ad Hangzhou, contro il numero 99 del ranking Dalibor Svrcina. Il risultato è molto negativo per l’italiano: 6-3,6-3 in nemmeno un’ora di gioco per Svrcina. Dopo l’eliminazione a Wimbledon Berrettini aveva rilasciato queste dichiarazioni: “Fondamentalmente sono stanco, stanco di rincorrere sempre qualcosa. Per questo ho bisogno di prendermi giorni per pensare, per decidere cosa fare del futuro perché stare in campo così non è quello che voglio”. Ecco, quella stanchezza si è vista tutta nel match di Hangzhou: gli errori non forzati sono stati 15 (più del doppio di quelli del suo avversario), una sola palla break guadagnata e sei concesse, percentuale bassa (59%) di prime di servizio in campo. Una partita disastrosa. Quei pensieri del post Wimbledon, probabilmente, sono tornati presenti nella mente di Berrettini. Ma stavolta non c’è nessuna tecnologia avanzata di mezzo.

