Non serve andare a cercare negli annali della classe regina del motomondiale per scoprire che, da quando la Honda è scesa in pista, non ha mai avuto un inizio di anno così disastroso. 8 punti in due gare e dodicesimo posto come miglior piazzamento sono la certificazione della crisi profonda in cui si trova la Casa dell'Ala Dorata e, sentendo alcuni dei protagonisti, viene da pensare che la soluzione non sia esattamente dietro l'angolo.
Alberto Puig, general manager di HRC, dopo il GP del Portogallo ha dichiarato che "I nostri piloti non sono del tutto soddisfatti della prestazione, ma vedono che stiamo facendo del nostro meglio. Siamo chiaramente in fase di sviluppo". Davvero i piloti Honda sono "non del tutto soddisfatti" mentre combattono per le ultime posizioni? Inoltre, sentire queste parole da chi ha gestito il team Honda negli ultimi 6 anni lascia quanto meno perplessi. La scelta di puntare su un unico pilota, Marc Marquez, invece di non seguire uno sviluppo che andasse bene a tutti i piloti si è rivelato un errore strategico fondamentale e le scuse accampate dal manager sono quasi paradossali. "Anche altri stanno progredendo - ha proseguito Puig - ecco perché non abbiamo ottenuto quanto ci aspettavamo. Ma abbiamo una missione. Il nostro piano è chiaro. Non è facile, ma stiamo investendo molte risorse. Abbiamo rafforzato il progetto anche a livello di personale".
Uno dei punti di sviluppo è quello di "un maggiore grip al posteriore in entrata e in uscita dalle curve; abbiamo fatto progressi ma è chiaro che abbiamo bisogno di più". Quando si cominceranno a vedere dei risultati di questo lavoro? Alberto Puig non lo sa, "Non avendo la sfera di cristallo - risponde quasi infastidito - non saprei. Dopo la pausa estiva potremo migliorare grazie alle concessioni; speriamo di vedere progressi più netti nella seconda parte della stagione. Questa è la nostra speranza ed è ragionevole crederlo". Certo, la Honda è la Honda ed è ragionevole pensare che prima o poi riesca a uscire da questa situazione, ma i tempi sono decisamente più lunghi del previsto. Anche Johann Zarco sottolinea come i giapponesi "non sappiano ancora cosa è bene fare". Parole quasi drammatiche, ma dall'alto del suo 12° posto come miglior piazzamento come dargli torto? Quello che per il pilota francese è chiaro è che non bisogna smettere di lavorare: "Più facciamo chilometri, più sappiamo cosa non funziona. Quindi sarà sempre utile andare avanti. Ho davvero fiducia nella Honda, vedo che stanno lavorando così duramente e almeno, passo dopo passo, sappiamo tutti cosa non è bene fare".
Per altro il GP di Portogallo ha segnato un passo indietro per Johann, malgrado l'ottimismo a Portimao le cose non sono andare meglio: "Non sono riuscito a giocarmela anche se ora ho più esperienza", ha raccontato il francese in sala stampa dopo la gara. "Non sono riuscito a trarre alcun miglioramento. Non è stato un fine settimana in cui ho potuto divertirmi molto. Mi è piaciuto poter lottare un po', ma non appena gli altri hanno preso il ritmo non è stato più possibile continuare. Forse avrei potuto risparmiare la gomma per spingere un po’ di più alla fine. Ma ho spinto per tutta la gara, ecco perché non mi era rimasto più nulla".
Insomma, pare proprio che il tunnel sia ancora bello lungo e di luci alla fine, ancora, non se ne vedono.