Con il 2024 e l’ingresso in MotoGP Pedro Acosta è arrivato al suo ultimo anno da Rookie Maravilla, come lo ha battezzato Rosario Triolo a inizio carriera. All’esordio Pedro ha vinto un titolo. Quano, in Moto2, è tornato ad essere un esordiente, ha gettato le basi per il mondiale vinto l'anno successivo. Ora in MotoGP il Rookie Maravilla (che questo soprannome lo mise anche sul casco) sta crescendo in fretta, a partire dalla terza piazza conquistata già in Portogallo conquistata dopo aver soprassato sia Pecco Bagnaia, campione del mondo in carica, che Marc Marquez, 8 mondiali in carriera e una Ducati sotto al sedere. Per il momento a Pedro Acosta abbiamo visto fare tre test (Valencia, Sepang e Qatar) e due GP (Qatar e Portogallo) e non c’è mai stato niente di ripetitivo o di noioso in queste prime uscite. Per come guida e per quanto impara, ci sono buone possibilità che diventi un problema per tutti ben prima del previsto.
Dopo aver visto qualche immagine del test di Sepang, Jorge Lorenzo ha “scambiato” Pedro Acosta per Casey Stoner, raccontando di essere rimasto estremamente colpito dallo stile di guida dello spagnolo, specialmente per come usa il corpo e per il modo che ha di reagire sulla moto. Nel frattempo il diciannovenne ha accumulato qualche chilometro, studiato gli avversari e imparato: “Mi è piaciuto superare Pecco”, ci ha raccontato dopo il GP del Portogallo, “Perché ho potuto stare dietro di lui e studiarlo a lungo, vedere come usa il corpo e come muove il piede”.
Tra i tanti segnali che raccontano l’adattamento micidiale di Pedro Acosta alla MotoGP ce n’è uno in particolare visibile a tutti: la posizione (in Portogallo, ma anche in Qatar) della mano sinistra quando si trova in una curva a destra, come nella foto che segue dietro a Pecco Bagnaia. Cos’ha di particolare? La mano di Acosta è stesa, al piunto che più che a stringere il semi manubrio sembra si stia preparando a mettere lo smalto. A vederlo così torna in mente proprio Jorge Lorenzo, che nei suoi anni d’oro alla Yamaha ha introdotto questo modo di posizionare la mano sinistra quando è estrena alla traiettoria.
Ma c'è una spiegazione? Probabilmente sì: Pedro Acosta, un po’ come Jorge Martín, tende a piegare molto, anzi a portare il corpo completamente dentro la curva per ricercare maggiore velocità di percorrenza. Lo fa anche Bagnaia - e con lui tanti altri - ma Acosta ha leve diverse e quasi non riesce a tenere il manubrio, come aveva raccontato anche dopo il GP del Qatar quando lo avevano pizzicato ad armeggiare un po’ troppo con i controlli dell’abbassatore posteriore sul rettilineo: "Non ho le mani grandi e ho fatto fatica", le sue parole dopo la gara d'esordio. Sta di fatto che Pedro tende a lasciare la mano sinistra dal manubrio quando la curva è a destra, perché per controllare la moto si affida alle gambe e al braccio interno. Chiaramente questa cosa non può farla nelle curve a sinistra - in quel caso deve gestire il gas, quindi piegherà meno - ma poco importa. Quello che conta davvero è che per avere questo approccio alla MotoGP, questo modo di guidarla, serve una confidenza eccezionale. Roba piuttosto rara che si nota anche più distrattamente, senza andare a cercare tra le foto una qualche particolarità nello stile di guida.