C’è tanto di positivo nell’arrivo di Lewis Hamilton a Maranello, perché nonostante la fatica fatta in pista, complice una deludente SF-25, l’approccio al lavoro dell’inglese rappresenta un tesoro da custodire, da cui tutti possono imparare. È un perfezionista e non è un mistero perché, per vincere, nulla può essere lasciato al caso e in Ferrari Sir Lewis lo stanno scoprendo, gara dopo gara. È anche per questo che la Scuderia ha puntato sul sette volte campione del Mondo, perché da un vincente come lui si può solo che imparare, soprattutto considerate le esperienze maturate in mondi totalmente diversi come quelli di McLaren e Mercedes, con cui è riuscito a scrivere la storia.

Hamilton però una lezione l’ha già impartita alla Ferrari, perché per vincere serve lavorare meglio, portando avanti un processo di cui vuole farne parte in prima persona: “Finora siamo cresciuti, ma non abbiamo avuto aggiornamenti o cose del genere. È la stessa macchina da un po' di tempo a questa parte” ha affermato Sir Lewis ai media al termine dello scorso gran premio, come riportato da Racingnews365. “Quindi, con lo stesso pacchetto ogni fine settimana, non faccio altro che sfidare i ragazzi. Sono costantemente in lotta con gli ingegneri, facendo domande, perché loro impostano le cose e dicono: ‘Questo è il modo in cui lo facciamo sempre’ e io dico: ‘Beh, e questo?’. Un approccio che testimonia la grande attenzione ai dettagli dell’inglese, che a poco a poco sta scoprendo il metodo di lavoro adottato a Maranello dopo 12 anni passati in Mercedes. “E così lavoriamo per provare le cose e un po' alla volta stiamo facendo progressi. Abbiamo migliorato le nostre qualifiche da Monaco in poi, il che è stato positivo”. Se l’ambizione però è quella di migliorare e provare a chiudere la stagione lottando per la vittoria c’è solo una strada percorribile ed Hamilton è chiaro: “Abbiamo bisogno di aggiornamenti. Abbiamo bisogno di un aggiornamento per poter lottare con i primi”.
Ma quali sono le aree su cui a Maranello c’è bisogno di lavorare senza sosta dietro le quinte? A spiegarlo è stato lo stesso Sir Lewis, che a Sky Sport aveva raccontato di un simulatore e di una galleria del vento ottimi, ma di diverse aree su cui poter migliorare: “Abbiamo un simulatore fantastico, ma da quando sono arrivato ho suggerito pagine e pagine di cose che reputavo necessario migliorare. E ci stiamo lavorando, stiamo continuamente lavorando per migliorare e i ragazzi hanno già fatto dei passi avanti. Poi la correlazione tra galleria del vento e la pista è molto buona, sono stato in passato in team dove non era così, mentre qui in questa area siamo molto avanti”.

Un approccio meticoloso che ha impressionato anche Charles Leclerc, che più volte si è soffermato sull’importanza di avere un pilota come Hamilton dall’altro lato del box, dopo le esperienze al fianco di Sebastian Vettel e Carlos Sainz: “Arriva in Ferrari con molta esperienza in diversi team” ha raccontato il monegasco ai media. “Veniva da una cultura diversa, quella tedesca, che rispetto alla nostra ha molti modi diversi di lavorare. Ci sono somiglianze in diverse aree, ma direi più differenze che somiglianze. Quindi è molto interessante sentire Lewis parlare delle aree in cui dobbiamo migliorare nel modo di lavorare”.

Dopo dieci gare però, oltre al ruolo di “superconsulente”, come l’ha definito qualcuno visto il lavoro e le battaglie portate avanti, tocca che a parlare sia anche la pista, per dare una sterzata ai risultati ottenuti che quasi sembrano averne eclissato l’entusiasmo con cui aveva iniziato questa sua nuova avventura. E chissà che tra Spielberg e Silverstone non possa arrivare una reazione grazie ai tanto attesi aggiornamenti, su cui a Maranello la squadra ha lavorato senza sosta per migliorare le performance di una vettura che ha sì del potenziale, ma che il più delle volte è incapace di esprimere. In ogni caso serve lavorare, perché se dietro le quinte il bilancio è positivo in pista la storia è differente.
