Il circuito di Balaton è vicinissimo al lago più grande d’Europa ed è nato, a quanto pare, quando il figlio di un uomo straordinariamente ricco ha deciso di voler fare il pilota. Così il padre decide di fare un bel regalo al rampollo e gli fa costruire un circuito, anche se, evidentemente, l’operazione non è stata sufficiente a consegnarci un fuoriclasse ungherese. Balaton Park è così passata più volte di mano e oggi sfoggia strutture nuove e un asfalto rifatto alla perfezione per gli standard della MotoGP. È, con tutte le probabilità, il kartodromo più bello e grande d’Europa, proprio come il lago su cui si affaccia che, di fatto, ha una superficie gigantesca ma per buona parte è profondo una quarantina di centimetri. Comunque parliamo (per Balaton Park) di 4115 metri di lunghezza, 16 curve (di cui 10 a sinistra), un layout molto vario fatto di curvoni in appoggio, curve da raccordare, bei rettilinei e varianti secche.

Resta il fatto che la MotoGP un circuito così piccolo non si era mai visto: curva 1 si percorre a poco più di 50 Km/h, la pista è stretta, nella prima variante sarebbe complicato fare manovra con una macchina e i piloti useranno un cambio a cinque marce: “Qui sarà importante fare bene i rapporti e partire davanti”, ci racconta Matteo Baiocco durante un giro di pista a piedi. Tempo di percorrenza, 40 minuti scarsi. Un giro del Mugello, sempre camminando, richiede circa un’ora. Va detto però che le moto gireranno a Balaton attorno al minuto e trenta, più vicini a un tracciato come Assen che a uno come il Sachsenring in termini di tempo sul giro. Certo, le similitudini con l’Olanda finiscono qui. Secondo Marc Marquez, il circuito più simile è l’Austria, dove però a detta sua c’è molto più spazio per frenare e riaprire in uscita di curva. Per Bagnaia la pista è interessante da curva 4 alla 8. I piloti Ducati che ci hanno girato con le moto di serie dicono di avere un piccolo vantaggio, che per Fabio di Giannantonio va identificato nei primi dieci minuti del primo turno. Che, secondo le previsioni meteo, sarà sotto la pioggia battente, esattamente come tutta la giornata. Da sabato invece, sole soltanto.
Al netto di una conferenza stampa piloti con Marco Bezzecchi, Fermin Aldeguer e Joan Mir, a lasciare qualcosa di interessante sono stati in molti. Fabio Quartararo per esempio, che si presenta in sala stampa con un orologio in oro bianco tempestato di diamanti dal valore di circa 250.000 euro: “Non voglio che gli ingegneri Yamaha si scordino dell’Austria”, dice quasi a muso duro a proposito della tremenda prestazione della settimana scorsa. “Perché non solo abbiamo chiuso con le ultime quattro posizioni, eravamo anche a sette secondi da Ogura davanti a noi”. Poi dice che vorrebbe provare il V4, aggiungendo però che Yamaha non vuole darglielo perché pensano che non sia ancora sufficientemente sviluppato per fare la differenza.
Non è meno belligerante Jack Miller, che impreca a voce bassa quando gli chiedono del mercato: mentre Diogo Moreira dovrebbe aver firmato con Honda, Yamaha deve ancora decidere chi tra l’australiano e Miguel Oliveira dovrà cedere la sua sella a Toprak Razgatlioglu. Difficile scegliere, anche perché entrambi hanno un passaporto piuttosto rilevante per Dorna. Per Miller però, è ora di darsi una mossa. “Sono stato ben più che paziente”, il suo commento. “Adesso se mi vogliono che me lo dicano”. È contento, invece, Enea Bastianini, che dopo due gare ad alto livello spera di produrre la terza. Dice, Enea, di ricordare bene il momento in cui (nel 2023) si è trovato nella situazione in cui versa Pecco Bagnaia. Che poi è l’altro grande tema del weekend oltre al nuovo circuito.
Quando Francesco Bagnaia arriva davanti ai giornalisti nella piccola sala stampa di Balaton infatti, la prima domanda che gli arriva addosso è sul momenti in cui ha perso la pazienza in Austria. Gli chiedono cosa succede se, come in Austria, perde la pazienza. Ed è difficile, a parole, restituire il tono e l’intenzione della risposta, che pure è questa: “Succede che faccio un disastro, ammazzo tutti”. Lo dice con il giusto sarcasmo, risate. Poi spiega: “No, è che sono un tipo trasparente. La mia colpa è sempre più o meno quella di dire quello che penso. A volte questo aiuta, altre no. Capita di finire un weekend in maniera disastrosa e in quei casi non è una buona idea andare direttamente a rilasciare le interviste. Ero arrabbiato. E quando vai a parlar coi giornalisti e più di venti persone ti chiedono cosa ci sia di sbagliato in te… non è facile, ma è una mia responsabilità. Ho parlato con calma alla squadra, come faccio sempre lunedì e martedì. Nessuno si è sentito offeso o era arrabbiato. Mi rendo conto che sia dura anche per loro, sono sette mesi che soffriamo assieme e loro stanno provando a supportarmi, a darmi quello che mi serve”.

La risposta (a distanza) di Marc Marquez è degna di una scena di The Departed. Quando gli chiedono se Bagnaia è vittima dell’effetto Marquez, lui risponde così: “Pecco mi sta soffrendo? Non posso dirlo, perché da oggi a quando ho cominciato a correre ho sempre battuto il mio compagno di squadra. Non conosco questa esperienza anche se sicuramente la proverò in futuro, è un processo naturale: arriverà un pilota e mi batterà con la stessa moto. Ma sì, quello che posso dire è che quando sono arrivato in MotoGP alcuni degli errori che ho fatto, in alcune domeniche, li ho fatti perché Pedrosa era davanti e volevo prenderlo. Se penso che Pecco possa battermi quest’anno? Penso sia abbastanza intelligente e che abbia abbastanza esperienza da assorbire queste cose. Non credo di essere il primo problema di Bagnaia, siamo in MotoGP e quando non trovi la confidenza cominci a perdere 40 millesimi a frenata alla fine del giro sono due decimi. È in un momento in cui deve ritrovare confidenza, anche se al contempo in giornate come l’Austria è stato il più veloce. Penso che prima o poi arriverà”.
Ce n’è abbastanza per impazzire. Se c’è una cosa che può salvare Bagnaia quella è la pista. Una bella velocità in pista, magari proprio qui dove nessuno ha mai fatto esperienza. Certo, bisognerebbe evitare di pensare alle 10 curve a sinistra e al fatto che si tratta di un circuito che gira in senso antiorario.