Cinque gol, cinque firme diverse sul tabellino, cinque segnali di rinascita. L’Italia di Gennaro Gattuso ha esordito travolgendo l’Estonia 5-0 a Bergamo nelle qualificazioni al Mondiale 2026. Un debutto che non è solo numerico, ma simbolico: cinque come le "palle" di cui questa Nazionale aveva bisogno per scrollarsi di dosso dubbi e rassegnazione. Il primo tempo, dominato sul piano del possesso (oltre il 70 per cento), non era bastato a scardinare la difesa estone, salvata a più riprese da un ispirato Hein. Poi, al 58’, il colpo che ha liberato lo stadio: Kean di testa su assist geniale di tacco di Retegui. Una giocata da manuale che ha acceso la miccia. Da lì è stata un’Italia feroce, con Retegui capace di siglare una doppietta, Raspadori bravo a capitalizzare appena entrato e Bastoni a chiudere i conti con il sigillo del 5-0.

La squadra ha tirato in porta quaranta volte, tredici nello specchio, segno di una pressione continua che ha tolto fiato all’avversario. Ma al di là delle statistiche, quello che ha colpito è stata la mentalità: compattezza difensiva, pressing alto e soprattutto un’intensità che sembrava smarrita nelle ultime uscite dell’era precedente. Gattuso, alla prima sulla panchina azzurra, non ha trattenuto l’emozione: "I ragazzi hanno dato tutto, e questo conta più di ogni schema. Volevo vedere cuore e carattere, li ho trovati". Non un semplice 5-0, dunque, ma un messaggio forte: questa Nazionale ha scelto di reagire. La classifica del girone si riapre: l’Italia ora è terza a sei punti, a due sole lunghezze da Israele e Norvegia. Martedì contro Israele servirà confermare quanto di buono visto. Perché la vittoria sull’Estonia non garantisce biglietti per il Mondiale, ma restituisce fiducia, orgoglio e quella sensazione che sì, l’Italia di Gattuso cinque palle le ha davvero.
