Se vi aspettavate un qualche colpo di scena dalla Sprint di Aragon mettetevi l’anima in pace. Oppure riguardatevi la corsa, ma da dietro, perché il mezzo miracolo l’ha fatto Marco Bezzecchi, partito dalla penultima casella e capace di rimontare fino all’ottava posizione, arrivando alle spalle della KTM di Maverick Vinales (settimo). Roba che con una qualifica priva di tutte le sfighe possibili avrebbe potuto festeggiare un altro podio. Un altro podio, ma difficilmente un’altra vittoria, visto che il MotorLand sembra avere un solo re e si chiama Marc Marquez. L’otto volte campione del mondo, nonostante una partenza difficile con tanto di contatto da rivedere con Pedro Acosta (sembra vada a cercarlo), ha gestito in terza posizione nelle primissime curve e poi, in rapida successione, ha liquidato la pratica Franco Morbidelli prima e quella del fratello Alex poco dopo. Poi il nulla, con decimi mangiati giro su giro fino a accumulare un vantaggio siderale in una manciata di passaggi.

“Ho avuto un problema alla partenza –ha raccontato ai microfoni di Sky - perché la gomma posteriore ha iniziato a slittare. Sono riuscito a gestire senza perdere posizioni, la mia idea era mettermi in testa all'inizio e arrivare alla fine così. Alex ha spinto tanto nei primi giri, io non ci riesco da subito con la soft al posteriore. Ho mantenuto la calma, poi il feeling è diventato ottimo. Fantastico. Speriamo di battere Alex lo stesso domani".
L’otto volte campione del mondo ha provato a volare basso, ma ha la tipica faccia di chi è consapevole di poter portare a casa il bottino pieno da Aragon. Una consapevolezza, ma contraria, che ha anche il fratello Alex, bravo a evitare pure di provarci oltre il limite, scegliendo di accontentarsi. “Ho visto che la partenza di Marc non era stata buona – ha raccontato Alex - ho pensato di prendere un po' di vantaggio, ma già al primo giro mi era addosso. Ho cercato di spingere per prendergli vantaggio, ma è rimasto vicino e mi ha superato. Ho cercato di star lì, ma poi era una gara da gestire senza commettere errori: sono contento delle sensazioni raccolte per la gara di domani".
Gioia doppia, comunque, nel box del Team Gresini, visto che sul podio ci ha messo gli stivali anche un Fermin Aldeguer decisamente consistente, partito con la gomma media e capace di mettersi alle spalle l’esperto Franco Morbidelli senza troppi patemi e, poi, di martellare su tempi vicinissimi e a volte anche migliori di quelli di Marc Marquez, che nel frattempo navigava in solitaria, e in scioltezza, davanti a tutti. Per l’italiano del Team Pertamina Enduro VR46, quindi, solo un podio sfiorato, ma quarta piazza in classifica generale che si consolida e gap da Pecco Bagnaia che si riduce ulteriormente. L’ex campione del mondo del Team Lenovo, infatti, ha chiuso dodicesimo e è incappato in un altro sabato da dimenticare e, dopo aver faticato sin da ieri, ha tenuto botta solo nei primissimi giri, prima di crollare a seguito di un lungo mentre era in lotta per la sesta piazza. Sesta piazza che, alla fine, è stata occupata dall’altra delle Desmosedici GP25 in pista, con Fabio Di Giannantonio altro protagonista di una gran rimonta e capace, nelle ultimissime curve, di impensierire anche la quinta posizione di Pedro Acosta.
Giornata terribile, invece, oltre che per Pecco Bagnaia, anche per Jack Miller e Joan Mir (protagonisti di un incidente con caduta dello spagnolo e penalità per l’australiano) e, soprattutto, per Fabio Quartararo. Il francese ha tenuto la sua M1 nelle posizioni di testa nella prima parte della gara, salvo poi doversi arrendere al tracollo delle gomme che lo ha relegato in undicesima posizione finale, dietro a Brad Binder e Raul Fernandez che hanno completato la top 10.
