Senti Pecco Bagnaia dopo il venerdì di Aragon, totalmente dominato da Marc Marquez, e pensi che è così che si va in guerra. È così che ci è andato Ettore, quando davanti aveva Achille. È come l’ha fatto Mel Gibson in Braveheart. Storie vere, storie finte e una certezza: se non ci credi hai già perso. E lui, Pecco, nonostante tutto continua a crederci, non solo cercando nuove soluzioni come la forcella con una maggiore escursione testata oggi: “Stiamo provando diverse cose”, ha raccontato subito. “Non è una situazione semplice perché la moto è la stessa delle gare precedenti, quindi stiamo cercando diverse soluzioni. Oggi abbiamo provato questa forcella più lunga ma il feeling è rimasto lo stesso, c’è solo un filo di escursione in più ma il feeling con l’anteriore è sempre lo stesso. Sto faticando a portare velocità in ingresso, in circuiti in cui il grippo è così basso è anche peggio perché non hai la confidenza per entrare forte e quando lo fai rischi ti si chiuda davanti. Il passo non è male, anche se mettendo la soft ho sentito tantissimi problemi, un sottosterzo spaventoso. Dobbiamo solo cambiare un po’ il set up, magari il bilanciamento della moto”.

La storia però prende questa piega più profonda questo punto un giornalista francese gli chiede quale possa essere un obiettivo realistico per la gara: “Vincere”. Dice Bagnaia. Non ci pensa un attimo e pure se la gente attorno sorride lui si spiega. “Sono un tipo ottimista, so che parliamo di piccoli dettagli e magari domani cambieremo qualcosina che farà una differenza enorme. Proveremo a partire dalla prima fila e a vincere la gara, sappiamo perfettamente quanto Marc sia forte qui. Dobbiamo risolvere dei problemi, ma a parte quello dobbiamo stare concentrati sul lavoro: il potenziale ce lo abbiamo, dobbiamo solo trovare un modo”.
Gli chiediamo di raccontare questo suo approccio, il bisogno di provare a vincere nonostante Marc sia andato quasi un secondo più forte, nonostante il fatto che riesca a rifilargli mezzo secondo tra curva 9 e 10. “Allora. Io sono qua per vincere, per quello. Non vedo come si possa arrivare qui col pensiero di aver già perso, o di fare quinto. Non succederà mai. Se devo essere realista so di avere tutto il potenziale per lottare per la vittoria. Dopo quello che succederà lo vedremo e sappiamo di non avere il passo per vincere adesso. Però può esserci un piccolo dettaglio che cambiamo domani mattina, come è sempre successo: nel 2024 ai test invernali la moto nuova non funzionava, abbiamo fatto una piccola cosa e siamo andati molto più forte. L’anno scorso a Jerez nella practice abbiamo cambiato un dettaglio e siamo tornati veloci. Sono piccole cose, speriamo di riuscire a inquadrare il problema. La moto non si comporta come dovrebbe, ho tanti movimenti e stiamo cercando di capire da dove provengono. Quando troverò una moto stabile, che mi possa aiutare, il resto verrà da solo. È chiaro che non sono contento, è chiaro. Ma essere tristi non serve a niente”.
E poi, ancora: “Marc riesce a guidare veramente forte sopra ai problemi. È riuscito ad adattarsi molto bene e già l’anno scorso che la moto (la GP23, ndr) è riuscito a vincere delle gare e a chiudere terzo in campionato. La moto che ha adesso è sicuramente migliore, oltre al fatto che io sono l’unico che oggi guida la GP25 e che ieri aveva la GP24. Per lui è più difficile capire questa dinamica, quello che fa è guidare sempre in sottosterzo. E fa la differenza, io ci sto provando in tutti i modi ma faccio fatica. Lui invece è molto bravo a sfruttare quella cosa lì”.
Prima di andarsene ci lascia con una smentita, la seconda, categorica come la prima sul suo possibile futuro in Yamaha: “Non capisco. C’è un contratto firmato. Ho già detto a Silverstone che non mollerei mai un impegno preso. È qualcosa che non cambierà mai in vita mia. Voglio stare in Ducati e Ducati vuole stare con me fino alla fine di questo contratto e il prossimo. Vedo un sacco di post sui social in cui indosso una tuta blu, ma sai… è vero che un pilota come me, che sta passando un momento duro, possa pensare ad andarsene. Ma non è quello che succederà”.
Magari ha già trovato la soluzione e i tempi non l'hanno ancora fatto vedere. Magari continuerà a soffrire così, cercando un podio. Eppure oggi, nelle sue risposte e nella sua voce, c'era una determinazione diversa, al punto che un collega spagnolo, prima che se ne andasse, gli ha chiesto se questa sua tranquillità fosse sincera. "Beh, sì". Ha risposto lui alzando le spalle con un sorriso.
