Questa volta le pagine sono quelle di The Race, nota testata online inglese sul motorsport, e la firma è quella di Simon Patterson. L’argomento? Sempre lo stesso: Pecco Bagnaia e l’incidente avuto questa estate a Ibiza, mentre era di ritorno da una festa con un tasso alcolemico nel sangue lievemente superiore a quanto consentito dalla legge spagnola. Un episodio senza dubbio brutto, per il quale Bagnaia si è immediatamente scusato, ma che di fatto non ha portato conseguenza alcuna, visto che nessuno è rimasto coinvolto nell’incidente e visto che Bagnaia e la sua fidanzata sono usciti indenni dall’abitacolo della Citroen C4 che occupavano. Anzi, per quel fatto il primo a soffrire era stato proprio Pecco e a raccontarcelo era stato suo padre Pietro: “Si sentiva attaccato, oltre a essere chiaramente dispiaciuto per aver fatto una gran cavolata”.
Alcune testate, infatti, non avevano esitato a sparare a zero e sui social, in quei giorni, si leggeva veramente di tutto. Poi, dopo le scuse del pilota e la tirata d’orecchie di Ducati, le acque si sono calmate e Pecco ha potuto concentrarsi nuovamente sull’unica cosa che gli stava veramente a cuore: raggiungere Quartararo, superarlo e vincere il mondiale. C’è riuscito. E adesso su Pecco c’è proprio tutto da scrivere. Ma c’è chi, invece, preferisce scrivere ancora di quella notte a Ibiza. “Bagnaia – scrive Patterson - ha fatto qualcosa di sbagliato quando ha deciso di tornare a casa dopo una serata in un locale di Ibiza, ben oltre il limite legale. Da allora ho visto molte persone cercare di trovare scuse per lui ma, per quanto mi riguarda, non ce ne sono. Bagnaia andava messo davanti al video, gratuitamente, come protagonista della campagna pubblicitaria per ribadire che non si deve guidare quando si è bevuto”. Insomma, per Patterson, come per larga parte della stampa inglese, una punizione ci voleva. E magari doveva essere proprio Dorna a infliggerla.
Ok, può anche starci. Ma ha senso parlarne ancora a distanza di così tanti mesi? E, soprattutto, non è più educativo mettere la luce su quello che Bagnaia è riuscito a fare come sportivo e come ragazzo, piuttosto che su un episodio che ormai appartiene al passato e che, comunque, rientra “nell’insieme di quello che può accadere quando si hanno solo venti anni o giù di lì”? Altrimenti, ci sia perdonata la malizia, rischia di passare il messaggio di una crociata ad personam, visto che Pecco in passato è finito nel mirino della stampa inglese anche per il casco dedicato a un altro grande sportivo. Tra l’altro fa un po’ sorridere che a parlare siano proprio gli inglesi. Quelli, insomma, che hanno condiviso i natali con George Best e con qualche decina di esempi di grandissimi sportivi che, però, hanno avuto l’alcool come comune denominatore nelle loro vite fuori dai rispettivi campi di gara. Parliamo, sia inteso, non di campioni che hanno bevicchiato una sera e gli ci è scappata la ca**ata, ma di gente che, fieramente, ostentava determinati eccessi. La leggenda dello sportivo bevitore è qualcosa di dannatamente inglese. O non se lo ricordano?