A leggere le dichiarazioni del mercoledì che precedono il GP di Spagna, viene da immaginarsi il Marc Marquez che le ha scritte (o concordate con l’ufficio stampa Ducati) con un gran sorriso in faccia. Sì, sornione a sorridere con la calma di chi ha già fatto i conti con la storia e la statistica, ma che non riesce a rinunciare a quel velo di teatralità calcolata che diventa arma. Il Montmeló non è mai stata la sua pista migliore e lo ripete con garbo e finta timidezza: “non è una delle mie piste migliori, anche in termini di risultati”. Parole che suonano come un avviso agli avversari più che come una resa. Perché chi conosce Marc sa che il gesto della prudenza è spesso un gesto studiato, una mossa di scacchi prima di far vedere la mossa vincente che strapazza sempre tutti. “E’ un circuito – aggiunge – che favorisce anche la guida e le caratteristiche tecniche dei nostri rivali”. Solo dopo, quasi in seconda battuta, ricorda a tutti che, però, è pure casa sua e che dietro alla modestia apparente c’è la stessa fame feroce di sempre a cui non basta il sapore della provocazione.

La verità è che Marquez conosce ogni piega di Montmeló: la prima vittoria in MotoGP nel 2014, poi il trionfo del 2019 in solitaria dopo il caos alla curva 10, episodi che lo rendono al tempo stesso vulnerabile nel ricordo, visto che altrove ha vinto di più, e letale nella concretezza. Ecco perché il suo linguaggio sembra da prudente, ma è da demonio vero: non teme nessuno, ma ci tiene a essere sottovalutato. È una strategia diabolica. La solita.
“Venerdì, fin dalle prime prove libere, cercheremo di capire i veri valori in pista – avverte - Restiamo concentrati e cerchiamo di conquistare più punti possibili”. Come uno che, almeno a parole, sarebbe pronto pure a accontentarsi. Non sarà così e ormai l’hanno capito anche gli ingenui. Anche perché la matematica parla chiaro: diventare campione del mondo a Misano, in casa di Valentino Rossi e nella regione della Ducati non è impossibile.

Al suo fianco, nella narrazione, c’è Pecco Bagnaia, che al Montmeló cerca per l’ennesima volta la rinascita. Dopo un Balaton che ha messo in evidenza limiti e soluzioni, Pecco è tornato a parlare finalmente di buon feeling. Ma Bagnaia, per quanto solido e determinato, sa di avere davanti un Marquez che gioca a mostrarsi prudente proprio per rendere più pesante la sua eventuale superiorità. Non è onnipotenza gratuita: è tattica psicologico che fino a ora ha pagato. E anche tanto. Con Pecco che può solo provare a cercare un antidoto per il 2026, magari cominciando proprio a Barcellona in questo fine settimana.
“Balaton – ha affermato Pecco nelle dichiarazioni del mercoledì - se guardiamo alle posizioni è stato sicuramente uno dei weekend più complicati dell’anno. Dopo la qualifica, abbiamo deciso di fare modifiche molto importanti alla moto e ho ritrovato un buon feeling alla guida soprattutto durante la gara di domenica. Continuiamo su questa strada, lavoriamo per confermare le stesse buone sensazioni anche su questo tracciato”.
