Questa è una storia che inizia quasi ai confini dell’Italia, ma che dai confini del nostro Paese è arrivata a rappresentarlo tutto, da nord a sud. Perché Jannik Sinner è un personaggio, un campione che non può non piacere, lo conferma la folla che a Ospedaletti, in provincia di Imperia, si è creata quando si è saputo che il tennista era lì per girare uno spot pubblicitario. Talmente tanta gente da imporre l’intervento della polizia per salvaguardare questo ragazzo d’oro. Un ragazzo, un uomo, che nella sua semplicità sa quello che vuole e sta dimostrando di conoscere anche la strada che porta a ottenere i risultati. La strada, quella che lui ha sempre indicato, è una sola: il lavoro. Passo dopo passo, Jannik, innamoratissimo della sua Maria Braccini, bellissima influencer sua coetanea, 23 anni, sta costruendo il suo futuro, dimostrando, soprattutto, una grande umanità. Lo sottolineano tutti coloro i quali vengono a contatto con lui, che lo hanno visto alzarsi di persona e pagare il conto della sua cena oppure in pubblico, quando durante il torneo di Miami ha fornito acqua e ghiaccio a una spettatrice che aveva avuto un malore o ancora quando ha voluto fare qualche scambio sul campo con Alfie Hewett, campione del mondo di tennis in sedia a rotelle, per provare a capire la difficoltà e la fatica di giocare da seduti. Un grande atleta con un grande cuore, tutto famiglia e Maria. Dopo aver vinto gli Australian Open e il torneo Master 1000 di Miami, Sinner è balzato al secondo posto della classifica mondiale dei tennisti, alle spalle della leggenda Novak Djokovic, e tra le righe e le racchette il suo futuro è innegabilmente quello di diventare, prima o poi, numero uno al mondo. Lo sarà, sicuramente, ma ci diventerà a modo suo, con quel suo essere fuori dallo star system e lontano dai riflettori, quanto basta ovviamente.
La famiglia e gli inizi
Quello del lavoro è un valore che arriva a Sinner dai genitori, da quella terra meravigliosa e dura che è l’Alto Adige. Lui, cresciuto a Sesto, figlio di Siglinde e Hanspeter, con un fratello maggiore, Mark, nato in Russia, adorato dai genitori quando pensavano di non poter avere figli. Con Mark ha da sempre un rapporto fortissimo, è stato il suo «primo amico e anche oggi «mi fa i complimenti anche dopo le sconfitte». Come dicono in molti, una delle grandi fortune di Jannik è la famiglia, con i valori che gli ha trasmesso. Papà Hanspeter, infatti, fino allo scorso anno lavorava tra i fornelli del Rifugio Fondovalle (Talschlusshütte) in Val Fiscalina, mentre mamma Siglinde, cameriera, si occupava dell’accoglienza dei clienti. Quest’anno, infatti, Hanspeter ha iniziato a seguire le trasferte del figlio e si occupa di cucinare durante quelle più lunghe dove tutta la squadra condivide la medesima casa. Perché in casa Sinner da sempre la mentalità è questa: autonomia e nessuno spreco, come quando Jannik, con i primi soldi, comprò una macchina per incordare le racchette da solo e non spendere più ogni volta 8 euro per quella operazione da ripetere spesso per chi gioca al suo livello. Jannik sa che deve tanto alla sua famiglia e lo ha ricordato dopo la vittoria agli Australian Open quando ha voluto fare ai genitori, e al nonno Joseph che lo accompagnava agli allenamenL e ai primi tornei, una dedica speciale: «Sono andato via di casa a 13 anni e auguro a tutti i ragazzi di avere la libertà di scegliere che ho avuto io», ha detto.
L’amore ha un nome: Maria
Con Maria Braccini il rapporto all’inizio non è stato semplice. Perché Maria faceva l’influencer e, di fatto, lavorava con i social network. Un mestiere che un po’ cozzava con la voglia di privacy di Jannik, tant’è che qualche tempo fa alcuni rumors li volevano in rotta di collisione proprio a causa di alcune foto pubblicate sui social da Maria, che non erano piaciute al campione di tennis. Da allora, le voci su presunti flirt si sono rincorse e hanno indicato un’altra studentessa e influencer, Laura Margesin, tra le possibili conquiste di Sinner. Forse proprio per mettere a tacere queste notizie incontrollate, Jannik e Maria hanno fatto la loro apparizione a San Siro per vedere il Milan, altra passione di Jannik, in Champions League. Quell’uscita pubblica ha avuto il sapore dell’ufficialità di un rapporto che da allora, lo scorso novembre, è diventato di giorno in giorno più forte, tanto da far sì che Maria si trasferisse a Montecarlo, a casa di Jannik, per stargli vicino, dargli amore e tranquillità, affinché possa raggiungere i suoi ambiziosi obiettivi. Maria ha iniziato a interagire in maniera diversa con i social e ha di fatto abbracciato il desiderio del suo amato, con l’obiettivo di «dimostrare - ha scritto a una fan sui social - che c’è molto di più in me oltre all’aspetto fisico». Jannik vuole l’amore e pensa, ha spiegato a Vanity Fair, «che sia una bellissima cosa quando si trova un amore giusto. Come per tutti. E poi i migliori tennisti al mondo hanno mogli e figli, l’amore vero non è mai una distrazione per uno sportivo.
Un tranquillo milionario
Jannik non ha mai nascosto il desiderio di godersi la sua privacy, quasi volesse passare inosservato. Si sa, però, quando un atleta diventa il numero due al mondo è difficile nascondersi. Ma lui, in un’intervista a Vanity Fair, parlando della sua vita privata ha sottolineato come voglia «mantenerla tale. Voglio proteggere le persone che mi sono più vicine, tenendole fuori da tutto ciò. Lo vivo come un piccolo compito da svolgere, quasi un dovere: mi hanno aiutato, da giovane, ad acquisire sicurezza in me stesso, e oggi in qualche modo voglio tutelarle». Sinner si definisce un ragazzo tranquillo, che ama giocare alla playstation e andare allo zoo. Certo, un ragazzo tranquillo che ha un contratto da 150 milioni di euro in 10 anni con la Nike e ha vinto 2,8 milioni agli Australian Open, con circa 3 milioni di euro l’anno di altre sponsorizzazioni, più la campagna di Gucci, l’unica della quale a oggi non si conoscono le cifre di ingaggio. Di certo, Jannik si sta confermando come un personaggio positivo, uno di quelli che i ragazzi potrebbero prendere come esempio: «Non dovrebbe chiederlo a me - ha spiegato - Ma forse sì, perché so di trattare tutte le persone allo stesso modo: se ho davanti a me il numero 1 della classifica o chi pulisce gli spogliatoi, io mi comporto sempre ugualmente, con educazione». E questa è la sua forza. Bravo Jannik.