“Era da un po’ che Pecco diceva di voler avere, prima o poi, tutte le moto con cui ha vinto in carriera e di questa Metrakit parlava in continuazione, perché la considera la prima vera moto”. La fonte che ci ha spifferato tutto non è anonima e, anzi, conosce la storia probabilmente come nessun altro. Sì, perché la moto con il 41 sul cupolino che Pecco Bagnaia ha ricevuto come regalo di nozze c’ha incuriosito al punto di andare a rompere le scatole a Pietro, il babbo di Pecco. Giusto per avere qualche informazione in più rispetto a quelle di cui hanno già parlato tutti: ossia che è una Metrakit 125 Pre-GP, che gliela hanno regalata “quelli di Ducati e alcuni amici” e che con quella moto l’attuale campione del mondo della MotoGP chiuse al terzo posto nella classifica generale del CEV del 2012.
Faccia da bambino, fisico gracile un bel po’ (tanto che in molti dubitavano al tempo che Pecco potesse realmente fare qualcosa di buono con le moto da corsa) e quei colori che in qualche modo hanno anticipato il destino: il rosso e il bianco. Lui, Pecco Bagnaia da Chivasso, l’ha sempre considerata la sua prima vera moto da corsa, perché, come ci ha raccontato proprio Pietro, “è vero che aveva corso e vinto con le minimoto, ma credo che fino a lì avesse vissuto tutto un po’ come un gioco. Dai ”. E’ stata, quindi, la prima moto da pilota vero. Con sogni grandi davvero. E è stata pure la moto che ha permesso a Pecco di spalancarsi le porte verso Emilio Alzamora e soprattutto verso Xavi Palacin. Chi è? E’ l’attuale responsabile del progetto Moto3 di Husquarna e è uno di quelli capaci di costruire campioni, tanto che chi è dell’ambiente corse dice sempre che la calma, la capacità di riflettere e ragionare di Pecco sono una sorta di autografo a testimonianza dell’imprinting di Palacin. Dopo quella stagione, il 2012, per Pecco Bagnaia è stato subito moto da GP, con Aprilia nel CEV, e poi Motomondiale e Valentino Rossi, l'Academy e tutta la storia pazzesca che conosciamo già.
Anche fino a qui, però, quasi tutto normale. Perché in fondo poteva trattarsi solo di ritrovare quella moto da un qualche collezzionista, comprarla e portarla a Pesaro con un fiocco regalo intorno. Ma non è così che è andata. Perché quella moto, di fatto, non esisteva più. Sono stati gli uomini della squadra di Pecco – Gabarrini e quelli del giro strettissimo che lavorano quotidianamente con lui – insieme proprio a Palacin e altri, a mettersi giù a lavorare di brutto dopo che Bagnaia aveva confessato per l’ennesima volta di avere il sogno di poter mettere in fila tutte le moto con cui ha vinto negli anni partendo proprio da quella Metrakit. L’idea del regalo, quindi, è partita da lontanissimo. E c’è voluto tempo.
C’è chi s’è messo a ritrovare le carene, chi il motore Husquarna 125 ultraspinto che montava, chi le varie componenti. E poi c’è chi s’è armato di attrezzi del mestiere e, nel tempo libero, l’ha ricostruita partendo praticamente da zero. Fino a ridarle vita a ridosso della grande festa di nozze. E fino a godersi gli occhi commossi di un Pecco che in verità tende a commuoversi solo quando non lo vede nessuno. Tanto che, dopo la consegna, per un attimo s’è temuto che la sposa, Domizia Castagnini, potesse anche arrabbiarsi. Si fa per scherzare, sia inteso, ma è un modo per raccontare che alla vista della sua Metrakit, Bagnaia ha letteralmente abbandonato Domizia e tutti gli altri per “coccolarsi” il primo vero grande amore di quando era poco più che un bambino che sognava di diventare esattamente l’uomo che è adesso. “Ha chiesto immediatamente di accenderla, non è riuscito a resistere – ci ha raccontato ancora Pietro – E’ partita al primo colpo, senza mezzo starnuto. Perfetta. Inutile stare a dire che è stato come spalancare un armadio di ricordi”.