Nadia nasconde gli occhi lucidi con un paio di occhiali da sole. Siamo nel suo ufficio, pareti color sabbia e cuscini di quell’azzurro che oggi ha un’identità fortissima in MotoGP. Lei ride e poi torna seria, parla di quando prima di conoscere Fausto andava a Imola con gli amici e la gara era solo una scusa per buttare giù due coperte e aprire una bottiglia di vino. Sul tavolo davanti a noi c’è la prima copia del libro “Gresini Racing - Quando la vita si mette in moto”, 176 pagine veloci.

È il primo libro scritto da Nadia Padovani. Apre con il 6 marzo 2022, quando Enea Bastianini vince in Qatar: è la sua prima vittoria, la prima per la Gresini Racing con questa Ducati, la prima per Nadia, la prima dell’anno. Un avvenimento così grande e surreale che è più facile leggerlo in un libro che vederlo alla televisione. Questa però è una delle tante, tantissime storie nate con la famiglia Gresini. In questo libro c’è Fausto pilota e a fine anni Novanta, quando assieme a Fabrizio Cecchini presero una Honda 500 e ci misero sopra Alex Barros. E poi gli anni di Daijiro Kato, quelli di Marco Melandri, di Marco Simoncelli e, chiaramente, l’anno del miracolo, il 2024 di Marc Marquez.
Dopo la chiacchierata che trovate in video ci vediamo nel circuito di Misano, alle 18:00 del giovedì di gara, per presentare il libro a giornalisti, appassionati e alle tante persone che sono legate a questa famiglia. La partecipazione, dei piloti e non soltanto, è impressionante: in prima fila c’è Enea Bastianini, in seconda Marc Marquez. Poco dietro Jorge Martín, che con la Gresini Racing di Fausto ha vinto il mondiale Moto3 nel 2018. Potrebbe sembrare normale eppure i piloti abbandonano raramente la loro routine, tanto meno se non si tratta di impegni legati a sponsor o alla propria squadra.

Sul palco salgono in molti a raccontare la Gresini Racing con un ricordo, un pensiero o un aneddoto. Fabrizio Cecchini parla di quando si sentiva al telefono con Fausto dandogli indicazioni per la carburazione, un po’ come il medico che chiede al paziente di tossire. Paolo Simoncelli, invece, racconta di quando Nadia decise di lasciargli le sue quote del Team Sic58: in pochi lo sanno, eppure Gresini aveva aiutato, economicamente e non soltanto, a fondare e gestire la Sic58. Marc Marquez, accolto da un boato, parla dell’anno che gli permise di arrivare dove è adesso. Lo fa senza retorica, riconoscendo in pieno quello che per lui ha significato la Gresini Racing. Tra una storia e l’altra parla di quando, sul palco del Cocoricò di Riccione per la presentazione 2024, disse di essere “Come un bambino con le scarpe nuove”. C’è, chiaramente, chi la divisa della Gresini Racing la indossa oggi: Alex Marquez e Fermín Aldeguer, ma pure Matteo Ferrari - che con la squadra ha vinto il primo mondiale MotoE, nel 2019 - e Alessio Finello che divide con lui il box con la Ducati elettrica.

Quando tocca a Loris Capirossi sentiamo del momento in cui, dopo la morte di Fausto, suggerì a Nadia di vendere tutto, di lasciar perdere perché sarebbe stato un bagno di sangue. Lo ricorda con un sorriso, aggiungendo che sono stati bravissimi e che tutto sommato hanno avuto anche un bel po’ di culo. In effetti è così, un gran culo. Che poi è solo un altro modo di vedere quell’idea lì, l’idea che Fausto sia rimasto con loro, che stia lavorando come prima e più di prima per la sua squadra, la sua famiglia. Per qualcuno è una fiaba, per altri una certezza. Quello che fa la Gresini Racing guidata da Nadia Padovani è darci il lusso di poter credere a qualcosa di più, a cose più grandi.

