Una vittoria di forza, la terza in cinque gare. Oscar Piastri vince in Arabia Saudita e si prende la leadership del mondiale, rincorsa sin dalla prima gara, dove solo la pioggia e il caos lo hanno estromesso dalla lotta per la vittoria. Ha impressionato, perché a Jeddah ha lanciato un messaggio chiaro: in questo momento sembra non avere punti deboli, abile in ogni condizione di sfruttare al massimo tutto il potenziale della MCL39. Nulla sembra impensierirlo, nemmeno partire con Max Verstappen di fianco: alla prima curva sapeva di dover passare l’olandese, ha tirato la staccata e lo ha costretto all’errore, replicando il marchio di fabbrica dello stesso Verstappen. Ha giocato d’astuzia e alla fine ha pagato, perché Max ha difeso ma fuori i limiti della pista, finendo per prendersi una penalità di cinque secondi.

Ma non solo l’attacco alla prima curva, perché senza il sorpasso tutto cuore e coraggio su Lewis Hamilton al giro 22 quella mossa non sarebbe bastata: rientrato dai box sapeva di non poter perdere tempo nel traffico e, arrivato dietro la SF-25 dell’inglese, non ci ha pensato due volte: si è buttato all’esterno di Curva-21, sfiorando le barriere e prendendosi un sorpasso da paura, cruciale per per sopravanzare Max una volta uscito dai box. Non ha commesso poi nemmeno la più piccola delle sbavature, conquistando la terza vittoria di questo avvio dopo Cina e Bahrain, in una gara tutt’altro che facile: “Adesso vorrei soltanto un divano” ha ammesso, accennando un mezzo sorriso, al termine del GP. “È stata una gara difficile. La partenza credo abbia fatto la differenza, ci ho provato. Nel primo stint mangiavo le gomme dietro Max per l’aria sporca, poi abbiamo fatto le mosse giuste. Ma dobbiamo fare di più, perché Verstappen era vicino e non mi piace”. E sull’attacco in prima curva non ha utilizzato mezzi termini: “Non mi sarei accontentato di un secondo posto, su quanto successo si sono già espressi gli steward. Ero davanti”. Un attacco al più forte, il pilota che più di tutti quest’anno ha saputo stupire e che, anche oggi, sembrava poter realizzare un’altra delle sue imprese. Alla bandiera a scacchi però, Max Verstappen è solo secondo e, arrivato in parco chiuso, non ha nascosto né la delusione né il nervosismo: non ha accettato la penalità, perché a parer suo Piastri lo ha portato volontariamente fuori, forse consapevole che, se da quella curva fosse uscito primo e senza alcuna penalità, sarebbe andata diversamente. “Sarò molto breve. Voglio solo ringraziare i fan. È andata com’è andata, ci vediamo a Miami”. Una sola frase, lapidaria, lasciando David Coultard (incaricato di intervistare i primi tre al parco chiuso) sbalordito.

Ma a Jeddah Oscar Piastri non è l’unico ad aver fatto una magia, perché la gara di Charles Leclerc è stata un autentico capolavoro. Ha fatto la differenza ancora una volta, nonostante una SF-25 che sembra non essere nemmeno da podio. Eppure, Charles l’ha portata proprio lì, il primo stagionale, anche grazie a una Ferrari strategicamente perfetta: il monegasco ha allungato al massimo il primo stint, forte di un’ottima gestione gomme, poi un pit stop magico (il più veloce della gara in soli due secondi) e infine l’attacco a Russell con gomme più fresche. Non si poteva fare di più, ma intanto c’è la soddisfazione per aver massimizzato tutto il pacchetto a disposizione, come spiegato a Sky Sport: “Sono contento della mia prestazione e del team, è stata una gara perfetta. Ci manca la performance in qualifica, il degrado gomma invece è molto buono. Ho capito qualcosa che mi darà prestazioni, ora bisogna migliorare perché mi sento bene in macchina. Difficile colmare il gap con McLaren prima di Barcellona, ma quella sarà una tappa importante”. Per la Scuderia però, anche in Arabia Saudita c’è una nota negativa: il settimo posto di Lewis Hamilton, che tolta la lotta contro Lando Norris, quarto sotto la bandiera a scacchi, è parso ancora in grande difficoltà. Il feeling con la SF-25 non migliora e, nonostante tante volte abbia ripetuto di star lavorando, serve una reazione forte, ancor più del solo duello con Lando visto in gara, con tanto di sorpasso e controsorpasso.

Oltre a Sir Lewis, chi non brilla in Arabia Saudita è Mercedes: quinto George Russell, sesto Kimi Antonelli che completa un’altra gara senza alcuna sbavatura. Le W16 hanno faticato, nonostante una temperatura più bassa che sembrava poterle favorire. George ci ha provato, ma sul finale di gara prima Leclerc, e poi Norris, ne avevano tanto di più. Continuano però ad accumulare punti, consapevoli che la lotta con Ferrari e Red Bull sarà feroce per tutta la stagione. E adesso testa a Miami, là dove lo scorso anno iniziò la rincorsa di McLaren al titolo. Cinque gare completate, ma tutto può ancora essere messo in discussione.
