A primo impatto sarebbe impossibile dirlo, eppure Lando Norris è un vero racer. Ancor prima di trovarsi a lottare per il titolo di F1 contro Oscar Piastri l’inglese ha stravinto in kart e in monoposto, eppure la sua carriera avrebbe potuto prendere una piega ben differente. Il primo amore? Non le quattro, bensì le due ruote, nello specifico il motocross. Da lì una passione a 360° per qualsiasi mezzo a motore e un’infanzia nel segno di chi con le moto la storia l’ha scritta più di chiunque altro, vale a dire Valentino Rossi. E oggi quella passione continua ad essere presente, nonostante la F1 e le vittorie.

“Mi piacerebbe correre in moto. È proprio da lì che ho iniziato”, ha spiegato Norris durante un'apparizione sul palco della Coppa del Mondo di Esports a Riyadh. “Ho fatto equitazione, ma l'ho odiata. Il quad mio padre l'ha venduto e ha detto che glielo avevano rubato, ma lo ha fatto perché era troppo pericoloso per me. Poi sono passato al motocross”. E qui, ecco che a sorpresa si scoprono altre grandi passioni di Lando, senza dimenticare il mito d’infanzia poi incontrato una volta diventato pilota di F1: “Amo gli sport motoristici su terra, le moto, il motocross, i quad, mi piaceva tutto questo prima di guardare la F1, prima di vedere le corse su strada o altro. Per me, i buggy e le corse nel deserto erano la cosa più bella del mondo. Era quello che volevo fare prima di tutto. Le moto sono state il mio punto di partenza, il mio eroe era Valentino Rossi”.
Un’ammirazione mai nascosta quella verso il nove volte campione del Mondo, tant’è che a Monza, in occasione del GP nel 2019, Lando indossò un casco che riprendeva il classico casco “Sole e Luna” diventato simbolo di Rossi negli anni. E quando lo incontrò, sempre nel 2019 a Silverstone, non esitò a dire che, nonostante lo avesse già sentito qualche volta, “Dal vivo è tutta un’altra storia”, mentre Valentino rispose con un “È un figo, gli dà del gas”.
Nel frattempo, però, c’è una stagione da concludere che lo vede secondo nel Mondiale e in piena lotta con il compagno di squadra, Oscar Piastri: finora sono state cinque le vittorie contro le sei dell’australiano, per un campionato giocato tutto in casa Papaya. E sulle sensazioni che lo accompagnano alla ripresa della stagione dopo la pausa estiva l’inglese è parso sicuro di sé, forse più che mai fino ad ora: “Niente mi fa sentire diverso, è solo la preparazione per questo momento, per questa battaglia”, ha spiegato a RACER. “Dal punto di vista delle corse ho imparato molte cose. In generale, ho acquisito più esperienza. Sei più preparato, ma la seconda parte consiste nell'essere un pilota migliore. Riesci a guidare la macchina più velocemente e a risparmiare le gomme in modo migliore, che di solito sono le cose più difficili. Ma soprattutto, anche per Oscar che è al suo terzo anno di F1, molta della sua preparazione viene dall'esperienza. Mi sento il pilota più completo che sia mai stato, pronto ad affrontare altre sfide”.
Un compito più facile grazie all’esperienza accumulata negli anni e, forse, anche un po’ grazie agli errori commessi da cui ha potuto imparare? Tutt’altro: “Si tratta sempre di gareggiare con i migliori piloti del mondo, che possono guidare con la tua stessa velocità. Quindi non rende le cose più facili, ma sei solo più preparato. E credo che a volte questo ti permetta di mostrare di più il tuo potenziale”.

