Non sarà un record, ma poco c’è mancato. A Misano, per il round del World Superbike, c’erano circa 70mila persone, secondo i dati diffusi dagli organizzatori. Segno che le derivate di serie hanno ricominciato a appassionare, grazie anche a Toprak che è turco e fa cose turche, ma anche a Bulega, che è italianissimo e fa cose turche lo stesso, grazie a una campagna promozionale che ha permesso di contenere i costi (acquistando un unico ticket anche per la MotoGP), grazie a un Marco Simoncelli World Circuit che è sempre più piazza per famiglie senza perdere la sua natura di autodromo e grazie a una scarica di eventi collaterali inseriti intorno al programma principale che ha permesso di non dire mai "non c'è niente da vedere".

Risultato? Il problema è stato per chi doveva raccontare tutto. Ci si è trovati, alla fine, davanti alla scelta di lasciare indietro qualcosa. Magari piccoli episodi, storie rimaste lì o, più semplicemente, dichiarazioni degli stessi protagonisti della SBK che si sono perse nella cronaca di tutto quello che nel frattempo stava succedendo. Però “il giorno dopo” serve anche a questo e, quindi, c’è solo da provare a rimediare con una selezione di tutto ciò che è rimasto un po’ dietro le quinte.
Bagnaia, Bastianini, Bezzecchi e pure Luca Marini come bimbi al parco giochi degli altri
Se ricorrete spesso all’affermazione “curioso come una bertuccia”, sappiate che una bertuccia impallidirebbe e, anzi, risulterebbe pure timida davanti a un pilota di MotoGP che s’aggira nei box della Superbike. Perché, complice l’aria rilassata, la consapevolezza di non giocarsi niente e di stare semplicemente occupando un po’ di tempo libero, sembrano quei bambini che hanno sempre una domanda. E a cui rispondi per educazione e perché non puoi non rispondere, anche se hai un da fare che non si conta. Basta a descrivere, ad esempio, un Pecco Bagnaia intorno alla Panigale di Bulega? Domande su domande da appassionato vero che, però, al contrario degli appassionati normali, può stare lì senza rischiare un “lasciaci lavorare”. La stessa scena s’è vista pure nel box di Honda, dove a sorpresa s’è presentato Luca Marini. Sta bene, ha il viso un po’ stanco e provato dopo il botto di Suzuka, e probabilmente gli girano anche un po’ per non poter essere al Mugello. Però a Misano, in veste di spettatore, ha parlato a lungo con Vierge e Lecuona e ancora più a lungo con i meccanici per capire differenze, farsi spiegare cose e soddisfare curiosità
Curiosità che, invece, un Enea Bastianini o anche un Marco Bezzecchi, entrambi presenti, si sono tolti direttamente in pista. Uno, appena arrivato, ha salutato quelli che lo hanno riconosciuto, ha scattato qualche foto e via è andato a chiedersi un pass per la pista per seguire da vicino i piloti e, su tutti, l’amico Nicolò Bulega. Come Bastianini ha fatto il Bez, però senza fidanzata al seguito. Bagnaia, invece, “in giro per il bordo pista” c’è andato in sella a una Ducati Scrambler con cui era arrivato anche in circuito.
Nicolò Bulega e Axel Bassani hanno continuato a dirsele anche dopo il crash
La Superpole Race di Misano ha lasciato strascichi polemici tra Nicolò Bulega e Axel Bassani. Qualcosa abbiamo accennato, ma i due nei media scrum della domenica sera non se le sono mandate a dire. Uno, Bulega, inca*zato di brutto e l’altro, Bassani, morificatissimo ma fermo nelle sue posizioni. “Non è venuto a scusarsi – ha detto il ducatista - ha preferito postare una storia su Instagram. Sorpassi così alla prima curva sono errori da principiante, dove voleva andare?”
La replica non si è fatta attendere. “Gli ho chiesto scusa quattro volte in pista e poi con quella storia su Instagram che lui stesso ha visto, dato che ne ha parlato – ha affermato Bassani – a me dispiace tanto per quello che è successo, perché quando rovini la gara di un altro pilota è sempre molto triste da accettare. Purtroppo con la mia moto sono sempre un po’ al limite e quindi gli errori sono costantemente dietro l’angolo, solo che questa volta dietro l’angolo c’era pure Bulega. Non sono andato a chiedergli scusa personalmente? Ha ragione, ognuno è fatto come è fatto e io ho preferito chiedere scusa in pista e poi con quella storia sui social. Per me poteva pure finire lì, per lui a quanto pare no”.
Pirelli sceglie Misano per il gran debutto in MotoGP? Pare proprio di sì...
Giorgio Barbier, il grande capo di Pirelli per il racing, è sembrato più indaffarato del solito. Un po’ perché Pirelli dovrà trovare piloti per il test team che metterà a punto i nuovi pneumatici della MotoGP e un po’ perché c’è un lavoro da cominciare. L’incontro con Andrea Albani, grande boss del Marco Simoncelli Wolrd Circuit, non è passato inosservato a quelli della sala stampa e c’è stato subito chi s’è detto pronto a scommettere che, contrariamente a quanto si vociferava, la prima volta di Pirelli su una MotoGP moderna non sarà in Spagna.
E, infatti, pare che sarà proprio Misano. Il motivo? L’asfalto meno problematico e, soprattutto, pure un po’ di sano campanilismo italiano. La data scelta per l’esordio dovrebbe essere a ridosso del GP di San Marino, a metà settembre, mentre resta da capire a chi Pirelli affiderà lo sviluppo dei suoi pneumatici. E’ chiaro che, comunque, i test saranno con MotoGP attuali e il coinvolgimento diretto dei team (dato che saranno già lì), visto che nessuna casa ha ancora completamente messo a punto il prototipo con motore da 850cc che debutterà dal 2027.

Il futuro è dei giovani, ma il mercato è dei “vecchi che hanno ancora voglia"
Il paradosso della SBK è che se in MotoGP ci sono più piloti che selle a disposizione, tra le derivate di serie è l’esatto contrario. Perché l’addio di Toprak a BMW, così come il rinnovo di Nicolò Bulega e l’annunciata separazione di Alvaro Bautista hanno, di fatto, dato ufficialmente il via alle danze. Se a questo aggiungiamo che gran parte dei piloti è in scadenza di contratto, allora ci sta che tutti parlino con tutti davvero. Solo che a cominciare sono stati “i vecchi”. Si, perché chi pensava che Alvaro Bautista e Jonathan Rea, dopo tanti anni e dopo tutto quello che hanno vinto, avrebbero detto basta sarà costretto a ricredersi. Vogliono esserci ancora entrambi. “Il mio manager è già al lavoro – ha spiegato Bautista – sento di poter dare ancora qualcosa”.
“Avverto ancora quel fuoco dentro – ha replicato Rea – vorrei poter continuare a correre, ma non so ancora dove e con chi”. Per Bautista si parla di BMW, mentre il britannico potrebbe restare in Yamaha, ma forse su sponda GTR. Perché il posto nel Team pata, stando a quello che si dice, potrebbe essere destinato a Andrea Iannone. “Al mercato ci pensano quelli che si occupano dei miei affari – ha detto secco in sala stampa il pilota abruzzese, che di sicuro non resterà in Go Eleven – io non voglio neanche parlare di queste cose e voglio solo andare forte, cosa che qui a Misano non mi è riuscita”. Anche Iannone non è un giovanissimo, ma è un pezzo pregiato del mercato come un altro che i trenta li ha superati da un pezzo: Danilo Petrucci. Il ternano ha più volte detto di trovarsi bene in Barni, dove tra l’altro può guidare una Panigale davvero molto simile a quella degli ufficiali, ma l’essere stato scartato senza pensarci troppo da Ducati e Aruba per il post Bautista potrebbe rimescolare un po’ le carte. Anche perché il manager del Petrux, Alberto Vergani, in una intervista a MOW che leggerete domani, ha spiegato che “di Danilo ne parlano quasi tutti”.