image/svg+xml
  • Attualità
    • Politica
    • Esteri
    • Economia
    • Cronaca Nera
  • Lifestyle
    • Car
    • Motorcycle
    • Girls
    • Orologi
    • Turismo
    • Social
    • Food
  • MotoGp
  • Tennis
  • Formula 1
  • Sport
    • Calcio
    • NFL
    • combattimento
  • Culture
    • Libri
    • Cinema
    • Documentari
    • Fotografia
    • Musica
    • Netflix
    • Serie tv
    • Televisione
  • Garlasco
  • Cover Story
  • Attualità
    • Attualità
    • Politica
    • Cronaca Nera
    • Esteri
    • Economia
  • Lifestyle
    • Lifestyle
    • Car
    • Motorcycle
    • girls
    • Orologi
    • Turismo
    • social
    • Food
  • motogp
  • tennis
  • Formula 1
  • Sport
    • calcio
  • Culture
    • Culture
    • Libri
    • Cinema
    • Documentari
    • Fotografia
    • Musica
    • Netflix
    • Serie tv
    • Televisione
  • Garlasco
  • Cover Story
  • Tech
  • Fashion
    • Fashion
    • Moda
    • Gear
    • Footwear
  • EVERGREEN
  • Topic
  • Journal
  • Media
Moto.it
Automoto.it
  • Chi siamo
  • Privacy

©2025 CRM S.r.l. P.Iva 11921100159

  1. Home
  2. Sport

Quando non basta mai e siete già al limite, ricordatevi di Danilo Petrucci, il “condannato ai di più” che ha dato una lezione (a Ducati e non solo) anche a Misano

  • di Emanuele Pieroni Emanuele Pieroni

14 giugno 2025

Quando non basta mai e siete già al limite, ricordatevi di Danilo Petrucci, il “condannato ai di più” che ha dato una lezione (a Ducati e non solo) anche a Misano
“Nel 2017 qui mi ha incu*ato Marc Marquez, poi ho dovuto aspettare due anni!” Danilo Petrucci è visibilmente contrariato e crepa pure dal caldo nella sala stampa del Marco Simoncelli World Circuit, però la butta comunque a ridere come uno che è consapevole che è sempre al meglio che bisogna tendere. Al meglio e al divertire. Tanto che la battuta l’ha fatta anche quando gli hanno fatto notare che Nicolò Bulega sarebbe contento di averlo come compagno di squadra sulla Ducati ufficiale l’anno prossimo. “Piacerebbe tanto anche a me” – ha scherzato, prima di salire sulla cattedra immaginaria della “faticologia comparata”…

di Emanuele Pieroni Emanuele Pieroni

“Nicolò Bulega ha detto che gli piacerebbe avermi come compagno di squadra? Piacerebbe molto anche a me”. Danilo Petrucci la butta a ridere, ma ha gli occhi di uno che potrebbe pure mandare a quel paese chiunque. Perchè l’adrenalina della gara è ancora in circolo, perché è un caldo bestia da buttarsi dentro la tuta un intero secchiello di ghiaccio (lo ha fatto davvero, ndr) e perché è consapevole che anche un terzo posto appena dietro due extraterrestri potrebbe essere niente davanti a un’altra giornata da vivere in pista (partendo nono) e a un altro futuro da ricostruire. Sì, è la solita storia dei cavalli e dei muli: sempre lodati i primi, sempre scherniti gli altri. Anche se fanno più fatica, anche se portano di più pur sembrando di meno. Il miglior fieno per i cavalli, soprattutto per quelli che a volte sono solo da esposizione, e quello che avanza, quando avanza, per i muli. Sì, è la solita storia dei “condannati a dare sempre qualcosa di più” dentro cui ci siamo riconosciuti tutti, a volte anche sentendo di essere già oltre il limite da un pezzo. Solo che quel limite chi ha dovuto imparare a fare i conti con quella condanna, ha imparato anche a superarlo ogni volta. Magari anche senza sapere come.

https://mowmag.com/?nl=1

L’esempio vivente? Danilo Petrucci quest’arte qui potrebbe insegnarla nelle scuole, perfetto interprete dietro una cattedra di una materia strana che potremmo chiamare “faticologia comparata”. Comparata perché c’è sempre chi deve farne tanta di più e a volte per ottenere pure di meno, ma ha capito che c’è poco da arrabbiarsi e tanto da accettare. A Danilo Petrucci succede da sempre. Anzi, un episodio l’ha ricordato anche oggi nella sala stampa di Misano. “Qui – ha detto – nel 2017 ero davanti a tutti in MotoGP e per un sacco di giri ho pensato che avrei vinto la mia prima gara proprio in Italia e su questa pista, poi alla fine è arrivato Marc Marquez e mi ha incu*ato. La prima vittoria è arrivata due anni dopo, sempre in Italia, al Mugello, ma due anni dopo. Ho dovuto aspettare”.

Aspettare come un verbo che nella storia di Danilo Petrucci è sempre stato sinonimo di “pazientare”. Rispetto a che cosa? Rispetto alla consapevolezza che non è sempre dal proprio io che dipende e che l’unica cosa che c’è da fare è dare di più. Di più e oltre. Accettando quella fastidiosa condanna lì di essere quelli che devono sempre un po’ di più degli altri. Ecco perché anche adesso che è terzo nel mondiale e che terzo ci arriva più o meno sempre, Petrucci tira il freno quando gli si chiede se sarà lui il nuovo pilota ufficiale di Ducati in Superbike. E, anzi, la butta su se stesso: “forse non sono in cima alla lista dei desideri di Ducati, magari cercano altro, probabilmente qualcuno più giovane. Oppure cercano qualcuno che con una moto più o meno simile a quella di Bulega non arriva a quindici secondi da Bulega. Io preferirei essere il terzo di tre piuttosto che il primissimo di tutti gli altri”. Sono parole, signori, che valgono un compendio di umanità. Sono parole che mettono insieme tutti i valori veri di chi ha imparato a amare la fatica e il guardare al proprio io prima che alle colpe che stanno fuori. Anche quando è palese e evidente che quelle colpe ci sono. Chiunque, dopo un terzo posto in rimonta e con la conferma di essere “il primo degli umani”, avrebbe cominciato a bussare alle porte di Ducati, quasi pretendendo una sella che oggettivamente dovrebbe spettargli quasi di diritto. E poi ci sono Danilo Petrucci e quelli come Danilo Petrucci, che invece sanno che tanto non basta mai niente e che provarci ancora è l'unica strada. Provarci di più. Provarci meglio. E magari buttarla pure un po’ a ridere.

20250614 174252056 7910

“Le parole di Nicolò mi fanno sicuramente piacere – ha detto – E’ chiaro che piacerebbe anche a me guidare la Ducati ufficiale l’anno prossimo, ma sto bene anche dove sto. E, piuttosto, mi fa piacere che se Ducati potrebbe non considerarmi c’è chi è pronto a farlo”. Quindi hai offerte, gli chiede qualcuno in sala stampa, e lui: "Sì, ne ho diverse". Non è una minaccia o un “andrò via se”, ma è quasi uno sbotto d’orgoglio per dire che chi s’è accorto di quanto è immenso, a 35 anni, questo Danilo Petrucci, al punto di mettergli sul piatto l’offerta di una moto ufficiale. Solo che chi è immenso – in questo Motorsport in cui sembra che la febbre del cash non conosca Aspirina – mette davanti l’amore. E Ducati, inutile negarlo, è l’amore della vita da pilota di Danilo Petrucci. Così come Barni non sarà un team ufficiale, ma è una gran squadra e, per lui, quasi un’altra famiglia. “Continuerò a fare tutto quello che posso – ha detto – io voglio colmare il gap che c’è da Toprak e Nicolò che fanno oggettivamente un altro mestiere. Non è questione di moto, anche se le loro sono ufficiali, ma di qualcosa in più che riescono a metterci e quindi se ce la fanno loro voglio capire come poterlo fare anche io. Non devo convincere nessuno, ma voglio convincere me stesso perché fino a che sarò un pilota penserò a come poter fare meglio”.

Eccola lì l’altra lezione di chi, tutto sommato, è anche ben consapevole di essere incredibilmente amato dagli appassionati e che in fondo basterebbe scatenare un po’ di hype per fare sì che un sacco di gente chiedesse a Ducati di scegliere proprio lui. Lui, Danilo Petrucci da Terni, invece, preferisce "limitarsi" a dare ancora e di più, anche se il limite è stato già raggiunto e superato altre decine di volte e anche qualcosa sotto sotto dice che potrebbe non bastare neanche il riuscire a superarsi ancora. Magari non basterà davvero per guidare una Ducati del Team Aruba e diventare davvero il compagno di squadra di Nicolò Bulega, ma basterà di sicuro per essere amato oltre quel limite che lui stesso aveva immaginato. Sorprendendosi come si sorprendono i genuini: “sì, l’affetto della gente è qualcosa che mi commuove ogni volta e quando corriamo qui in Italia è davvero incredibile. Ecco perché ci tengo a fare bene e spero, domani, di ripetere e migliorare quanto fatto oggi in Gara1, anche se partirò nono. A proposito, con Nicolò ci siamo chiariti e è evidente che non mi ha rallentato lui, visto che era abbastanza avanti e che tra me e lui c’era Iannone. Con Iannone, invece, ancora nessun chiarimento, ma pensiamo a domani e a fare bene per me, per Barni e per tutta questa gente che mi fa dire grazie ogni per la vita che un po' ho voluto e un po' mi è toccata”.

Visualizza questo post su Instagram

Un post condiviso da WorldSBK (@worldsbk)

More

Toprak Razgatlioglu vince Gara1 a Misano davanti a un Nicolò Bulega "più incaz*ato che contento". Terzo a oltre 15 secondi Danilo Petrucci (e incaz*ato pure lui)

di Emanuele Pieroni Emanuele Pieroni

SBK

Toprak Razgatlioglu vince Gara1 a Misano davanti a un Nicolò Bulega "più incaz*ato che contento". Terzo a oltre 15 secondi Danilo Petrucci (e incaz*ato pure lui)

Paolo Pavesio: “Scegliere Toprak avrà conseguenze, non è marketing”. Il boss di Yamaha ha fissato anche una data per Rins, Miller e Oliveira

di Emanuele Pieroni Emanuele Pieroni

SBK

Paolo Pavesio: “Scegliere Toprak avrà conseguenze, non è marketing”. Il boss di Yamaha ha fissato anche una data per Rins, Miller e Oliveira

“Il disco di Pecco è una cosa di testa? Fate voi le percentuali”: Michele Pirro a MOW tra Misano di notte, Bulega e l’ultima diavoleria di Ducati

di Emanuele Pieroni Emanuele Pieroni

Intervista

“Il disco di Pecco è una cosa di testa? Fate voi le percentuali”: Michele Pirro a MOW tra Misano di notte, Bulega e l’ultima diavoleria di Ducati

Tag

  • MotoGP
  • SBK

Top Stories

  • Imane Khelif maschio biologico? Dopo il test del dna le pugili olimpiche si rivoltano. Chelsey Heijnen sbotta: “Avrei potuto vincere un titolo mondiale, ma…”

    di Riccardo Canaletti

    Imane Khelif maschio biologico? Dopo il test del dna le pugili olimpiche si rivoltano. Chelsey Heijnen sbotta: “Avrei potuto vincere un titolo mondiale, ma…”
  • Questa Ferrari (con Leclerc, ma pure Hamilton) sta diventando una certezza. Il motivo? Finalmente si cominciano a imbroccare le strategie. Perché a vedere la gara del Montmelò...

    di Luca Vaccaro

    Questa Ferrari (con Leclerc, ma pure Hamilton) sta diventando una certezza. Il motivo? Finalmente si cominciano a imbroccare le strategie. Perché a vedere la gara del Montmelò...
  • LA BOMBA di John McEnroe: c’è un giocatore che dovrebbe essere alla pari di Jannik Sinner e Carlos Alcaraz e no, non è Musetti

    di Giulia Sorrentino

    LA BOMBA di John McEnroe: c’è un giocatore che dovrebbe essere alla pari di Jannik Sinner e Carlos Alcaraz e no, non è Musetti
  • Imane Khelif (un maschio biologico?) sospesa da tutte le gare dopo il referto? Ma perché non fa un nuovo test del dna? E cosa succederà con l’oro delle Olimpiadi vinto a Parigi 2024?

    di Riccardo Canaletti

    Imane Khelif (un maschio biologico?) sospesa da tutte le gare dopo il referto? Ma perché non fa un nuovo test del dna? E cosa succederà con l’oro delle Olimpiadi vinto a Parigi 2024?
  • Hamilton, Ferrari, Terruzzi e la fine della magia: “Lewis vorrebbe scappare”. E se Verstappen è ancora superman in Formula 1, il compagno di Leclerc “ha perso i super poteri”? “Quando ti infila Hulkenberg...”

    di Domenico Agrizzi

    Hamilton, Ferrari, Terruzzi e la fine della magia: “Lewis vorrebbe scappare”. E se Verstappen è ancora superman in Formula 1, il compagno di Leclerc “ha perso i super poteri”? “Quando ti infila Hulkenberg...”
  • La MotoGP ad Aragon è tutta in Marc Marquez che manda a fare in c*lo i giochini della Dorna: per quello che ha fatto, ma anche per come si è imposto

    di Cosimo Curatola

    La MotoGP ad Aragon è tutta in Marc Marquez che manda a fare in c*lo i giochini della Dorna: per quello che ha fatto, ma anche per come si è imposto

di Emanuele Pieroni Emanuele Pieroni

Se sei arrivato fin qui
seguici su

  • Facebook
  • Twitter
  • Instagram
  • Newsletter
  • Instagram
  • Se hai critiche suggerimenti lamentele da fare scrivi al direttore moreno.pisto@mowmag.com

Next

Il terzo posto di Kimi Antonelli nelle libere in Canada è la prova del fatto che no, la McLaren non è più imbattibile in questa F1. E la Ferrari...

di Alice Cecchi

Il terzo posto di Kimi Antonelli nelle libere in Canada è la prova del fatto che no, la McLaren non è più imbattibile in questa F1. E la Ferrari...
Next Next

Il terzo posto di Kimi Antonelli nelle libere in Canada è la...

  • Attualità
  • Lifestyle
  • Formula 1
  • MotoGP
  • Sport
  • Culture
  • Tech
  • Fashion

©2025 CRM S.r.l. P.Iva 11921100159 - Reg. Trib. di Milano n.89 in data 20/04/2021

  • Privacy