La notizia serpeggia tra le pagine Facebook degli appassionati del bar già da qualche giorno: Lewis Hamilton vuole comprare la Gresini Racing. Lo fa come investimento, perché è ricco, perché gli piacciono le moto. Lo fa, attenzione, perché Liberty Media sta per comprarsi la MotoGP e lui vuole mettere i suoi soldi dove frutteranno di più.
Per qualcuno si tratterebbe addirittura di un acquisto in società con Marc Marquez, che sulla scia di Valentino Rossi avrebbe deciso di comprare una sua squadra in cui correre assieme al fratello. Per crederci bisogna fingere che lo stesso Marquez non abbia smentito la cosa a muso duro in conferenza stampa, rivolgendosi direttamente al giornalista spagnolo che per primo aveva dato l’indiscrezione su X, ex Twitter. E poi fingere, cosa addirittura più complessa, che Marc Marquez non abbia appena chiuso un accordo clamoroso con Ducati per correre col team ufficiale per due anni, periodo in cui dovrà giocarsi tutto e quindi investire buona parte delle proprie energie in pista.
Uno dice: infatti Marc Marquez non c’entra più niente, è tutta una manovra di Sir Lewis Hamilton che prende un po’ dei milioni elargiti dalla Mercedes per costruirsi un futuro da manager nelle corse. Anche lui però, proprio come Marquez, l’anno prossimo si vestirà di rosso per tornare a prendersi un mondiale che gli manca da troppo e dovrà stare sul pezzo, pensare a dare il gas. Certo, si potrebbe ribattere che l’operazione Gresini-Hamilton è gestita in realtà dagli organizzatori, Dorna e Liberty Media, per travasare anche fisicamente un po’ del pubblico della Formula 1 in MotoGP sfruttando l’inglese come uomo immagine. Si può pensare tutto.
In questa storia però c’è una componente umana che è importante, sopratutto quando uno pensa alla Gresini Racing e a Nadia Padovani, a cui tutti hanno consigliato di vendere in più occasioni. Lei ha rifiutato una volta e ha vinto la prima gara, in Qatar con Enea Bastianini. Ha rifiutato ancora e con Enea si è giocata un mondiale. Poi è arrivato Marc Marquez. È arrivato per stare con lei, con loro, con l’azzurro disegnato da Aldo Drudi. Con Fausto che forse li guarda da lassù, da quel nuovo museo a Faenza, con il Garelli del Team Italia e i cimeli di una carriera irripetibile, da pilota ma soprattutto da manager.
Se Nadia avesse voluto prendere i soldi e trasferirsi al mare probabilmente lo avrebbe già fatto, invece - ce lo ha raccontato in un’intervista lo scorso maggio - le corse sono state il motore che le ha permesso di andare avanti: “Mi ha proprio aiutato a non pensare troppo a tutto il resto”, ha detto. “E a Fausto ci penso comunque tutti i giorni, però la MotoGP mi ha dato la forza di risollevarmi. Ho deciso che questa cosa l’avrei fatta col massimo dell’impegno e questo mi aiuta tantissimo nella mia vita. Per me stessa e per i miei figli”.
Certo, sul suo tavolo potrebbe essere arrivata un’offerta clamorosa, irrinunciabile anche per lei. Ma perché prendere proprio il Team Gresini allora? Perché, se i fondi sono illimitati, non aggiungere due moto alla griglia di partenza? Quando nel 2027 arriverà BMW le case in MotoGP saranno sei, dunque di moto per garantire ad ognuno un team satellite ne serviranno 24: due in più rispetto ad ora. Dici: vuole comprare la struttura, non le moto. Ma a quella, con gli uffici, i cimeli e il museo, Nadia è ancora più legata.
Si possono fare ipotesi su di un possibile acquisto da parte di Lewis Hamilton? Certo. È, però, un esercizio di grande fantasia, faticosissimo da spiegare, ben lontano dall’essere una notizia. Dare un senso a tutte le contraddizioni appena elencate è un lavoro da perderci il sonno. Di conferme ufficiali, ufficiose o d'ufficio nessuna, anzi. In Gresini sorridono in silenzio, sornioni. Ecco, la più grande prova a favore dell'operazione Hamilton è questa: l'ultima volta che avevano fatto così, producendosi in un silenzio da sfinge, era stato per l'arrivo di Marc Marquez. I