Ci sarà davvero la nuvola rossa a Bologna, il prossimo 15 dicembre in Piazza Maggiore, quando dalle ore 20 Ducati darà il via a una celebrazione aperta a tutti per festeggiare i due titoli mondiali vinti quest’anno in MotoGP e Superbike. Titoli che si sommano al CIV di Michele Pirro, al campionato costruttori sia per prototipi che per derivate e a una lunga serie di altri traguardi, anche finanziari: Ducati ha appena superato il miliardo di fatturato e tra gennaio e settembre e, in attesa della chiusura di bilancio, ha aumentato del 21% i ricavi rispetto all’anno scorso, con un utile operativo del +62%. A dettare i numeri durante un incontro in Nomisma ripreso da Repubblica c'era l’amministratore delegato Claudio Domenicali, che ha anticipato anche una serie limitata in 520 esemplari (al prezzo di oltre 100.000 euro, già tutti venduti) con cui Borgo Panigale celebra il suo anno d’oro, al punto che è legittimo aspettarsi una nuova Desmosedici Stradale a 15 anni dalla prima, iconica, MotoGP con targa e frecce firmata dal marchio.
Ad ogni modo Domenicali non ha mancato di sottolineare il periodo più duro per Ducati Corse, quel biennio 2011-2012 in cui sia Valentino Rossi che la Desmosedici hanno smesso di andare forte. "Non riuscivamo a gestire il boomerang mediatico di Valentino Rossi, abbiamo incassato il colpo”, le parole di Domenicali. “Quando prendi il pilota più famoso in Italia con nove titoli mondiali e non riesci a vincere hai anche un danno d'immagine. Io sono diventato amministratore delegato nel 2013, quando era appena uscito, e ho raccolto i cocci. A quel punto puoi soltanto rimetterti a lavorare per ripartire".
Quegli anni, secondo il manager, hanno causato anche grande smarrimento tecnico, una situazione da cui Ducati è dovuta ripartire rifondando buona parte del reparto corse: "Per due anni si è lavorato tantissimo per fare cambiamenti, ma se la ricerca non la fai con ordine ma la fai in affanno perdi lucidità". Anche se Domenicali ha aggiunto che i piloti a Borgo Panigale ci arrivano soltanto con la manetta: "Non guardiamo alla nazionalità o se è un personaggio, la scelta è sempre sportiva. Cerchiamo di avere a pari livello la marca e il pilota, poi ovviamente se i piloti raggiungono risultati acquisiscono fama, è naturale". La ferita, ad ogni modo, è più che rimarginata, al punto che lo stesso Rossi ha da poco smentito un passaggio del VR46 Racing Team a Yamaha in quanto i suoi piloti, Marini e Bezzecchi, si trovano perfettamente a loro agio in sella alla Desmosedici.