Luca Marini ha rilasciato una lunga intervista a Paolo Ianieri per la Gazzetta dello Sport e non solo ribadisce la bontà della sua scelta, ma è certo che Honda tornerà al vertice e lui sa che potrà essere uno degli artefici di questa tanto attesa rinascita. Ma non solo, Luca ci tiene a smentire personalmente alcune voci che erano circolate e che parlavano di un suo desiderio di lasciare HRC: “Mi ha dato fastidio. Purtroppo, oggi comunicare è difficile, vengono decontestualizzate molte frasi che dici o vengono proprio inventate storie solo per fare due click in più. Non mi piace, e non vorrei essere coinvolto in questi giochetti. Se qualcuno vuole fare un’intervista o solo parlare, io sono sempre disponibile, mi dà gusto. Ma mettere in giro storie con fini precisi da parte di certe persone mi fa arrabbiare, lo vedo molto scorretto”. Ma il punto fondamentale dell’intervista resta sempre lo stesso: un eventuale pentimento per la scelta di passare da una Ducati vincente a una Honda che lotta per le ultime posizioni.
Intanto, sottolinea Luca, vive un ottimo rapporto con il nuovo team: “…ci siamo capiti subito. Nel mio box il clima è incredibile a partire da Guidotti (il capotecnico n.d.r.), coi giapponesi la relazione è ottima – per poi proseguire dicendo – Mi piace il rispetto che hanno per i piloti, quanto conta la loro parola. Non voglio dire che in Ducati non è così, attenzione, ma forse perché sono nel team ufficiale, mi sento molto ascoltato”.
Ma le differenze con gli anni precedenti non sono solo nel metodo di lavoro, ma proprio nel modo di guidare la moto: “Parlando da pilota e non da tecnico, con la Ducati era facile fare i tempi, la moto ha ottime prestazioni sotto ogni punto di vista e quando arriva il momento di mettere le gomme nuove, basta frenare dieci metri più avanti e fai il tempo. Con la Honda non funziona (…). Devi trovare il tempo in un altro modo, e le prime gare ho faticato”.
Eppure, la mancanza di risultati non può non farsi sentire in qualche modo, tutti sapevano che sarebbe stato un anno difficile per Luca, ma che sarebbe arrivato (unico pilota del mondiale) ad avere zero punti dopo sette gare non l’avrebbe detto nessuno. Si dice che i risultati siano “l’ossigeno” per un pilota, ma Luca non si abbatte così come non si esaltava per le vittorie e, di fronte a questa situazione così difficile, riesce a mantenere lucidità e realismo: “C’è molta motivazione. Sono arrivato qui sapendo a cosa andassi incontro, pronto a un anno difficile. Ovvio, la parte più competitiva di me vuole vedersi lì davanti a lottare per il podio a fare il giro perfetto in qualifica. Ma oggi questi obiettivi non sono realistici, serve restare lucidi. Il target è un altro: dare il 100% e portare a casa quello che si può ma, in parallelo, sviluppare la moto per tornare al top”.
Luca Marini spesso criticato anche solo per il fatto di essere fratello di Valentino Rossi, ha dovuto corazzarsi e lavorare parecchio sulla consapevolezza dei proprio limiti e dei propri meriti, cosa che oggi torna decisamente utile per non lasciarsi prendere dallo sconforto: “Nel nostro sport è una cosa facile da pensare (dubitare di se stessi), ma io sono sempre stato in situazioni difficili, non ho mai avuto il pacchetto migliore, sono consapevole della mia velocità, della mia forza e talento”.
Insomma, testa bassa e lavorare, sapendo che la stagione è ancora lunga e che arrivare più vicini agli altri, che continuano a loro volta a crescere, potrebbe essere un buon risultato da sfruttare l’anno prossimo, visto che Luca ha un contratto di due anni con Honda. Poi sarà il 2027, nuovo regolamento, e le cose potrebbero cambiare davvero. Ma l’attenzione è tutta sul presente, il futuro riguarda la sua vita privata e la figlia che dovrà nascere a breve.