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Luca Salvadori domina al Trophy: “Una vittoria che dedico a mia madre e uno schiaffo agli haters"

  • di Cosimo Curatola Cosimo Curatola

19 aprile 2021

Luca Salvadori domina al Trophy: “Una vittoria che dedico a mia madre e uno schiaffo agli haters"
Luca Salvadori domina la prima prova del National Trophy 1000 in sella alla Ducati V4R del Team Barni Racing. Velocissimo nelle libere, chiude con 5 secondi di distacco dopo essere partito dalla pole. Dedica la vittoria a sua madre, raccontando di quando “a volte è difficile avere sempre il sorriso” e parla della rivalità con Eddi La Marra

di Cosimo Curatola Cosimo Curatola

Luca Salvadori ha trionfato al Mugello nella gara di apertura del National Trophy 1000 (qui il video), in cui da quest’anno corre con la Ducati V4R del Team Barni. Un weekend perfetto, dalla pole position ad una vittoria mai davvero in dubbio. Per Luca è stato il miglior modo di iniziare il campionato, con una dedica alla madre che ha lottato per anni con un brutto male ed una risposta a chi lo aveva attaccato. Ne abbiamo parlato con lui, ecco cosa ci ha detto.


Sei reduce da un weekend eccezionale, concluso con cinque secondi di distacco dal secondo… come Fabio Quartararo in MotoGP.

“È stato davvero un trionfo sotto ogni punto di vista. All’inizio ero un po’ preoccupato di perdere l’aria amichevole che c’era nel team in cui ero prima, invece alla fine è stata una scelta vincente. Quando c’è da scherzare si scherza, ma quando è il momento di fare sul serio diventano dei robot, delle macchine da guerra. È impressionante. Hanno cambiato le molle della forcella in qualcosa come tre minuti, sono molto bravi e professionali”.

Hai sofferto un po’ la pressione arrivando nel Team di Marco Barnabò?

“Sinceramente no. Da quando ho iniziato con YouTube ho la moto migliore e devo vincere tutte le gare. Prima potevo vincere, fare ultimo, arrivare a metà classifica… Alla fine era solo un mio problema. Adesso ci sono più di mezzo milione di persone con alte aspettative, gli hater anche di più e così sono davvero condannato a vincere. Quello che mi fa ridere è che altri piloti con la stessa identica moto che fanno ben altri risultati”.

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Luca Salvadori nel box del Team Barni al Mugello.

Ovviamente parli di Eddi La Marra, che in un video dell’anno scorso aveva detto che non confonde la merda (tu) con la cioccolata (Lorenzo Savadori).

“Sai cos’è? la vendetta va servita fredda, e io so anche aspettare degli anni. Ma nel momento in cui sono arrivato sulla sua stessa moto e lui ha scelto di lottare ad armi pari è stato bellissimo. Ora lottiamo alla pari anche perché c’è chi al contrario ha una moto meno performante, come Simone Saltarelli che guida la 1.100. Invece La Marra ha una V4R con elettronica Magneti Marelli, il top assoluto. E quando ho visto che in qualifica si è preso due secondi e mezzo… non mi è certo dispiaciuto. Avrà avuto sicuramente dei problemi, perché è innegabile che sia un bravo pilota, ha vinto tantissimo in passato… Vice campione del mondo, Campione del CIV. Per questo lo rispetto come pilota, non come uomo”.

Però al Mugello ti sei tolto una bella soddisfazione.

“Ma si, dare due schiaffoni -metaforicamente parlando - mi ha fatto sentire meglio. Qualcuno dice che per me correre nel National Trophy è come rubare le caramelle ai bambini. Forse però non è chiaro che corro in questo campionato da quattro anni e che per la prima volta ho l’opportunità di correre alla pari, non al di sopra degli altri. Non sono l’unico con quella moto e a quel livello. Ma sono contento perché ho comparato il mio passo con quelli dei CIV e sono in linea con i primi 3 - 4 piloti. Non mi sarei mai immaginato, in gara al Mugello, di girare con un passo che prima era il mio best lap di sempre. Sono rimasto sorpreso anche io, senza neanche essere completamente al limite. Eppure venerdì avevamo tanti problemi, poi abbiamo lavorato e la mossa vincente mi ha fatto abbassare il tempo di 8 decimi. Chi dice che il livello del National è basso probabilmente non guarda i nomi”.

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Luca Salvadori con la Ducati Panigale V4R del Team Barni.

Forse neanche i tempi, considerando che hai girato di passo in 1.51.

“Si, il livello è altissimo. Quest’anno c’è Roberto Tamburini, che ha un talento enorme ma ha sempre raccolto poco. È stato mio compagno di squadra, io da lui prendevo un secondo e mezzo al giro, non mi vergogno a dirlo, e oggi ce la stiamo giocando, mi fa piacere. E sono sicuro che quando sarà a posto, con la moto nuova, sarà della partita e ci giocheremo il campionato. E preferisco giocarmela con lui perché c’è grande rispetto reciproco, ci tiravamo a vicenda in qualifica, io sono un cinghiale di 82 Kg e lui ne peserà 60 con la tuta. Adesso siamo avversari ed è una lotta bella. Invece con La Marra c’è rancore ed il rischio che diventi qualcosa di pesante in pista. Il lunedì dobbiamo tornare a casa… Ed è un attimo superare il limite con quelle moto e la vena si chiude facilmente in quelle situazioni”.

È vero che ti chiamano “stomachino” nel box?

“Si! perché sono uno abbastanza fissato, sto sempre a guardare tutti i particolari e rompo le palle, specialmente sulle cose che mi interessano. Ma devo dire che forse il signor Barni è più stomachino di me, perché non ho trovato niente da dire! È bello andare a fare le gare così”.

Vuoi raccontare della dedica che hai fatto al parco chiuso?

“Certo. Ci tenevo davvero tanto a fare questa dedica a mia madre, che ha lottato con un brutto male per tanti anni. Avevo pensato ad un podio, ma volevo davvero vincere. È stato un inverno difficile, ma su YouTube bisogna dare la carica alle persone, non trascinarle nei propri problemi. E a volte è difficile avere sempre il sorriso, anche se so che chi guarda da casa vuole svagarsi e staccare. Però alla fine il mio lavoro è anche quello, regalare un po’ di leggerezza. E posso assicurare che in quella situazione non è stato semplice. Mi sentivo quasi in colpa a fare il leggero in una situazione così difficile. Era giustissimo dedicarle questo pensiero, perché anche in quello che faccio ci sono delle difficoltà, ma vedere come ha affrontato lei questa situazione fa sembrare qualsiasi altra sfida della vita una sciocchezza”.

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