Jannik Sinner è al centro del gossip, ma come mai? Solo per la sua relaizone con la tennista Anna Kalinskaya? Dopo aver vinto a Wimbledon contro Matteo Berrettini, in una partita spettacolare e tutta made in Italy, è uscito ai quarti con Medvedev, che era in ottima forma, a differenza del numero uno al mondo che, invece, ha accusato un malore in campo. Abbiamo chiesto a Daniele Bracciali che cosa avesse, ed è stato proprio lui a spiegarci la genesi del fastidio dell’altoatesino, nonché a mettere a tacere i commenti e le lingue malevole che cercavano motivazioni alternative. No, non ce ne sono, e a rafforzare la tesi di Bracciali è proprio l’ex campione Adriano Panatta, che interviene in difesa di Sinner.
Sulle pagine del Fatto Quotidiano, infatti, Panatta definisce “put*anate” le voci che circolato attorno al tennista italiano e sostiene che “come in tutti gli sport, anche nel tennis non esiste l’imbattibilità. Sinner è un giocatore che oggi perde molto poco e solitamente può perdere solo con giocatori nei primi cinque al mondo. Però la gente si era abituata al livello di Sinner degli ultimi mesi dell’anno scorso e dei primi di quest’anno. Invece non può essere sempre così, perché uno può star bene o può star male, può giocare bene o male. Può succedere che qualche cosa non vada a livello fisico o psicologico, è normale. È per tutti così anche nella vita, anche chi non fa Sinner può essere al massimo oppure certe volte esprimersi un pochino meno. Tutto qui”. E, anche Panatta, sollecitato dal giornalista, interviene sul paragone che viene fatto tra Jannik e il Matteo Berrettini all’epoca in cui stava con Melissa Satta: “Aveva una fidanzata che faceva parte del mondo dello spettacolo, che rendeva ancora più rilevante la relazione, ma sono tutte stupidaggini. Da quel che mi ricordo le donne non hanno mai fatto male a nessuno”. Questa teoria la possiamo applicare anche a Lorenzo Musetti? Sembra proprio di sì, visto che, moglie e figlio al seguito, sta brillando sul centrale di Wimbledon e, insieme alla Paolini, stanno facendo ancora sognare l’Italia.