Tre punti. E’ il bottino che Toprak Razgatlioglu, vincendo sia Gara1 che la Superpole Race all’Estoril, ha aggiunto sul vantaggio da Niccolò Bulega dopo il penultimo round del Wolrd SBK. Poco se si considera la superiorità tecnica del turco (che ne dica) e quello che s’era visto già da venerdì in pista, con una BMW costantemente più veloce della Panigale. E’ stata costantemente più veloce, di quattro o cinque km/h anche in Gara2, ma a colmare quel gap ci ha pensato un Niccolò che ha martellato dal primo all’ultimo giro come uno Jorge Lorenzo dei vecchi tempi. Precisione, guida pulita, tempi pazzeschi e, dietro, un Toprak che, dopo essere partito male, ha liquidato tutti (compreso Bautista) nell’arco di un paio di giri prima di tentare un aggancio che lui stesso, dopo la bandiera a scacchi, ha definito impossibile. Il turco, a dire il vero, se l’è presa anche un po’ con la sua moto, con tanto di gesti plateali in pista dopo ogni sbandata e ha spiegato che il feeling non è stato lo stesso del giorno precedente. Il solito Toprak, insomma, con quella tendenza lì a parlare in prima persona quando vince e a tirare dentro la moto e i problemi quando, invece, gli tocca arrendersi. Modi di stare nelle corse, modi di stare in pista. Quello che è certo è che quei due, Toprak e Niccolò, fanno un mestiere diverso da quello di tutti gli altri. E il turco l’ha anche detto: “L’anno prossimo Bulega si annoierà”.

Non s’è annoiato, intanto, oggi, in una Gara2 in cui l’italiano s’è trovato ancora una volta da solo contro un avversario che non sbaglia mai e che in questa stagione ha anche potuto contare su una moto che non l’ha mai tradito, al contrario di Bulega, appunto, che in quei punti di distacco da Toprak ha tanto – tanto davvero – da recriminare per quelle vittorie già messe in tasca e sfumate nel corso della stagione per problemi tecnici. “Per quanto riguarda la gara di oggi – ha poi aggiunto il turco – all’inizio ho dovuto spingere troppo e la mia gomma ha iniziato a calare proprio quando cominciavo a recuperare su Bulega, con il degrado dello penumatico la moto ha cominciato a risultare nervosa e sentivo anche fastidiose vibrazioni. Comunque abbiamo guadagnato altri tre punti. Come festeggerò se vincerò il mondiale a Jerez? Non lo so, ci stiamo ancora pensando”.
Sì, ci sta pensando perché è quasi impossibile pensare che non succederà. Ecco perché adesso, all’ultimo round di Jerez, con 62 punti in palio e 39 da recuperare, a Borgo Panigale servirà che a fare qualcosa in più sia la stessa Ducati. Come? Impossibile dirlo e, di sicuro, sempre nei limiti della sportività. Ma qualcosa bisognerà inventarsi per trovare quel di più tecnico che Bulega trova invece in se stesso ogni fine settimana da qualche tempo a questa parte. Ordini di scuderia? Difficile pensare, sia perdonato il gioco di parole, che in Ducati non ci abbiano pensato. Ma Alvaro Bautista ha dimostrato anche oggi di non avere minimamente il passo di quei due e pure lo spagnolo ha comunque molto da giocarsi, visto che ora è terzo nella classifica generale, dopo i tre terzi posti di questo fine settimana grazie a cui è riuscito a scavalcare lo sfortunatissimo Danilo Petrucci (che domani si opererà alla mano e poi tenterà l'impresa impossibile).
“Aiutare Bulega? Inutile anche pensarci – ha tagliato corto Alvaro Bautista in sala stampa - non c’è una famiglia Ducati, ma solo piloti Ducati. La verità è che è impensabile che io possa trovarmi a lottare con loro, poi, per carità, a Jerez può succedere di tutto, ma Niccolò e Toprak adesso sono imprendibili. Io e gli altri piloti che guidano Ducati non potremo aiutare Niccolò perché la differenza è troppa”. Chi c’ha provato un po’, oggi, a dare fastidio a Toprak (che poi ha anche polemizzato: “io ho sempre avuto un gran rispetto per chi si stava giocando il titolo. Sono della stessa famiglia, con Niccolò non avrebbe lottato come ha fatto con me, anche perché penso sapesse già che aveva una penalità, visto che il dashboard lo segnala subito”), è stato Andrea Iannone, prima di essere raggiunto da una penalità per partenza anticipata.
La verità, però, è che anche l’abruzzese potrebbe non essere particolarmente ben disposto verso Ducati dopo l’esclusione dai papabili per la squadra ufficiale e la separazione, ormai anche formalizzata, dal Team Go Eleven. Il di più, quindi, Ducati dovrà spremerlo dalla Panigale con l’11 sul cupolino, perché quella sostanziosa differenza nelle velocità di punta tra la BMW e la Ducati racconta che no, non è affatto vero che per vincere in Superbike o si è Toprak Razgatlioglu o si ha una Ducati. “Non penso – ha intanto detto un Bulega tra la gioia per la vittoria di Gara2 e la delusione per la consapevolezza che anche un altro miracolo potrà non bastare a Jerez – che la famiglia Ducati, come l’ha chiamata Toprak, voglia darmi una mano. Anche se tutte le Ducati si mettessero in mezzo lui ha la velocità per superarle, quindi non credo ci saranno auti, come non ce ne sono stati da inizio anno. Io sono in pace con me stesso, proverò a vincere anche in Spagna e andrà come andrà, purtroppo quest’anno ci sono stati degli episodi sfortunati che pesano: ho sbagliato la scelta della gomma a Balaton, i problemi di Assen quando ero in testa e l’incidente con Bassani a Misano su tutti”.