Max Verstappen che, a Silverstone, se la prende con Lewis Hamilton tacciandolo di "antisportività" per aver festeggiato nonostante l'olandese si trovasse in ospedale per accertamenti dopo l'incidente alla Copse.
Lewis Hamilton che, questa domenica a Monza, accusa della stessa cosa Max Verstappen, colpevole di essere uscito dalla sua monoposto - dopo il botto che li ha costretti entrambi al ritiro - e non essersi interessato delle condizioni dell'avversario, andandosene senza nemmeno guardarsi indietro.
Si prendono a cazzotti (solo metaforicamente, per il momento) in pista e fuori, sputando parole al veleno e tirandosi sportellate che, sempre più spesso, si concludono così. Uno dei due - o magari entrambi - fuori dai giochi, nessuno disposto ad alzare il piede, a concedere uno spazio che significa predominio e vittoria.
Era quello che volevamo e che per anni di dominio Mercedes abbiamo chiesto: il corpo a corpo, lo scontro vero, la lotta per il mondiale. L'esaltazione c'è, e si vede, ma nella seconda parte di questo mondiale la sfida tra i due sta prendendo velocemente una piega sempre più difficile da controllare.
Un declino iniziato molto prima di Silverstone, da Imola al Paul Ricard, ma arrivato al suo compimento in Inghilterra dove, quel barlume di stima reciproca, è finito insieme Verstappen contro le barriere al primo giro.
Sono in molti quelli che oggi criticano la dura sanzione inflitta dalla FIA all'olandese, che in Russia dovrà scontare 3 posizioni di penalità in griglia di partenza, ma le motivazioni che muovono questa scelta sono chiare. Oltre agli sbagli nel singolo incidente, che pendono in questo caso dalla parte di Max nonostante lo scontro abbia colpe in entrambi i piloti, la situazione tra i due sta continuando a surriscaldarsi, e non sanzionare l'olandese questo weekend avrebbe creato un precedente importante.
Lo scontro tra i due, con l'halo che salva il collo di Hamilton dalla gomma della Red Bull di Verstappen, è il secondo incidente pericoloso in cui rimangono coinvolti in neanche due mesi. Una situazione che non può continuare nello stesso modo fino alla fine della stagione che sarà, salvo sorprese, ancora più accesa. Max e Lewis devono trovare il loro limite, e rispettare quello reciproco, e se non riusciranno a farlo la FIA provvederà nel ricordargli quale sia il confine da non dover superare.
Tante volte si è detto "lasciamoli correre" ma con Verstappen e Hamilton questa frase, riferita alle troppo pesanti penalità spesso infliette dalla Federazione, non ha più senso.
E mentre gli appassionati cercano parallelismi con il passato, paragonandoli ancora una volta ad Alain Prost e Ayrton Senna, Leo Turrini su Il Resto del Carlino ci ricorda come, la gloriosa coppia del passato, fosse molto più intelligente di questi sfidanti: "Senna e Post ricorrevano alle manovre estreme quando il titolo era appeso a un filo. Qui, se non siamo all'esaltazione dell'autoscontro permanente, poco ci manca".
Nessun innocente quindi, tra penalizzati e offesi, solo una sfida destinata a continuare. Sperando che la sanzione di Sochi serva ad entrambi da lezione.