Marc Marquez provoca. Pecco Bagnaia probabilmente neanche coglie. Non per superiorità, sia inteso, ma semplicemente perché ha gli occhi di chi ha già abbastanza pensieri dei suoi da non trovare il minimo spazio per guardare oltre la sua storia. Le sue abitudini. I suoi metodi. Viene da dirlo ascoltando le parole affidate ai giornalisti della sala stampa di Aragon dopo la tremenda Sprint di questo sabato pomeriggio, con un Pecco che si è presentato tardissimo, probabilmente dopo aver voluto parlare il più a lungo possibile, e subito, con gli uomini del suo box.

Chiunque conosce Bagnaia parla di una sua caratteristica: la testardaggine. Che non è, sia inteso, quell’ostinazione cieca che a volte viene descritta, ma è quasi un metodo: voler capire per poter realmente metabolizzare e, solo dopo, trasformare. Pecco Bagnaia, detto in estrema sintesi, ha bisogno di sbagliare. Perché non è (come lui stesso ha sempre riconosciuto) con assurdi complotti che fa i conti, o con meschine trame ordite nei tavoli segreti di Borgo Panigale. E non è nemmeno con i giochini mentali di Marc Marquez: Pecco Bagnaia sta facendo i conti con le fondamenta dei suoi successi. E del suo essere pilota.
Ecco, nella sala stampa di Aragon, con quegli occhi tristi che ha da un po’ e quell’espressione di chi è consapevole che la felicità è tutta un’altra cosa, l’ha pure detto. “Io – ha spiegato – ho fondato tutta la mia carriera sul feeling col davanti. Tutte le moto che ho guidato avevano caratteristiche all’anteriore che mi permettevano di frenare in una certa maniera”. La Desmosedici GP25, invece, non glielo permette. Perché non sente quel feeling di cui parla ogni volta e perché non è questione di setting giusto che non si trova, ma probabilmente p questione di dinamica. Di pesi. Piccoli, piccolissimi dettagli che, ora ne è consapevole anche lui, lo costringeranno a cambiare radicalmente. A fare i conti con un fare nuovo rispetto a ciò che ha sempre fatto. E l’unica strada è sbagliare: “Oggi dopo quattro curve in qualifica mi si era già chiusa una volta”. “In realtà – ha detto – già questa mattina sapevo che sarebbe stata una gara difficile e che sarebbe stato quasi impossibile girare comodo su quel ritmo lì. In qualifica sono riuscito a dare un extra e a fare quarto, ma rischiando veramente tanto. Continuo a avere tanti problemi, tantissime chiusure di sterzo: sono in una situazione complicata perché non posso spingere”.
Sempre lì. Ancora su quell’argomento e su quel tema. Ma, questa volta, senza la pretesa di tornare a ciò a cui non si può tornare e, piuttosto, con la certezza che a cambiare fin dove la natura di un pilota può permetterlo dovrà essere lui. Anche sbagliando. Anche ritrovandosi da quarto a dodicesimo, ma almeno senza aver visto troppo da vicino - e di nuovo – la ghiaia. “Devo frenare forte e girare stretto e il feeling che di solito è poco qua a Aragon è ancora peggio – ha proseguito l’italiano – Non potendo fare le mie linee e non potendo guidare come faccio di solito sono finito ancora più indietro. Sono andato largo diverse volte, ho avuto diverse chiuse: è stata veramente dura. Al momento stiamo provando tutto, ma una soluzione non la troviamo. Sono sicuro che stiamo parlando di un dettaglio molto piccolo che potrà fare la differenza: sono alla ricerca di quella cosa lì. Passare da una forcella da 135 a una forcella da 150 e avere lo stesso feeling è qualcosa di molto particolare. Ho un po’ smesso di confrontare la mia moto con quella dell’anno scorso o con gli altri, perché alla fine sto guidando la moto di Marc e la moto di Diggia, sto provando diverse soluzioni, ma sono più complicate. Oggi Alex Marquez, Aldeguer e Morbidelli con la GP24 sono sicuramente stati molto competitivi, ma io lo sono stato molto meno di quanto mi sarei immaginato”.
Servirà sbagliare. Servirà impuntarsi ancora, ma in maniera differente, e servirà capire che tutti gli argomenti extra che si tirano fuori commentando quello che sta succedendo a Bagnaia sono solo nella testa di chi guarda da fuori. “Il mio rapporto con Marc è ottimo – ha precisato Pecco – A livello di lavoro lui ha sicuramente molta più confidenza con la moto: riesce a sfruttarla di più. Sono io che sono più in difficoltà. Provo sempre a comparare i miei dati con i suoi, anche se adesso molto meno, ma lui riesce a fare delle cose che a me la moto non permette di fare. Oggi in gara sono arrivato al punto di dire: al massimo mi stendo”. Ecco, sta tutto in questa ultima frase il nuovo Pecco Bagnaia e quel “al massimo mi stendo” è probabilmente l’unico atteggiamento possibile, adesso, per trovare qualcosa che con la razionalità e i soliti calcoli e i soliti metodi non si potrà trovare. "Questa - ha concluso - è forse la sfida più grande della mia carriera. Potrebbe essere curioso far provare la GP25 a un pilota che attualmente ha la GP24 e forse Alex sarebbe il più indicato. A me non servirebbe riprovare la GP24, tanto indietro non potrei tornare. La gara di domani? Cercheremo di trovare qualcosa che possa aiutarmi un minimo, ma già con la media le cose dovrebbero migliorare un po'".