Le giornate nere possono capitare e quando si è nelle corse ci sta che da dimenticare possa essere un intero fine settimana. Con zero drammi da fare se si è già messo in tasca tutto quello che si voleva a inizio stagione. Deve averla pensata così Gigi Dall’Igna, che nel suo Post Race sul GP d’Indonesia non è sembrato particolarmente preoccupato per lo zero portato a casa dalle due Ducati ufficiali. Anche perché la verità è che Ducati, nonostante tutto, dopo la Sprint di Mandalika ‘è assicurata anche l’ultimo titolo che c’era da assicurarsi: quello del mondiale dei team. “E' stato – scrive l’ingegnere della Ducati - senza dubbio un weekend molto complicato per noi del Factory Team, eppure con un ottimo risultato per Ducati. Innanzitutto, possiamo festeggiare un meraviglioso titolo di Campioni del Mondo a squadre conquistato dopo la Sprint Race di sabato! Vincerlo in quello che è stato il nostro peggior weekend della stagione la dice lunga sul fantastico campionato che stiamo vivendo. Lo dedico alla nostra straordinaria squadra, alle nostre ragazze e ai nostri ragazzi di grande valore umano oltre che tecnico: professionisti assoluti che sanno lavorare insieme per tirare fuori quel qualcosa in più che fa la differenza. Sono orgoglioso di tutti loro, è un privilegio far parte di un gruppo che ha scritto le pagine della storia di questo sport e, per coronare il tutto, si è affermato con una filosofia che è un vero e proprio modo di essere, vivere e vincere”.

Diciamo solo che Mandalika è stato uno di quei weekend che capitano, anche a noi... Questa è la notizia dell'ultima ora del momento. Ogni tanto, abbiamo anche bisogno di queste situazioni difficili per ricordarci che nulla è facile e che tutto è frutto di un impegno costante, sempre”.Parole per la squadra che sembrano stridere un po’ con quelle affidate a un vocale da Pecco Bagnaia nella giornata di domenica e, prima ancora, alla tv spagnola, con il pilota italiano che ha chiaramente chiesto alla squadra di dargli spiegazioni sul perché la sua Desmosedici a Mandlika è sembrata inguidabile rispetto a quella con cui aveva trionfato a Motegi. Le risposte, però, al momento non ci sono, o badano bene a non farle sapere, e lo stesso Dall’Igna ha letteralmente sorvolato sull’argomento, pur ribadendo che tra la squadra e Bagnaia non ci sono le tensioni che molti sembrano voler raccontare. “Dovremo valutare – dice - tutti i dati tecnici con la calma e la pazienza necessarie, a maggior ragione per Pecco, di cui si è già detto tanto. Andremo avanti con le stesse convinzioni e fiducia, di sempre.
E’ un messaggio a Pecco? E’ un messaggio ai tifosi o è un voler ricordare a tutta Ducati che c’è ancora del lavoro da fare, soprattutto in vista del 2026? Per ora resta tutto un po’ difficile da raccontare. Un messaggio certamente per Marc Marquez, Dall’Igna l’ha invece dato nel seguito del suo Post Race: “inviamo a Marc i nostri più sentiti auguri di una completa guarigione, senza urgenze o imprevisti. Fortunatamente, il tempo è dalla nostra parte. È stato un fine settimana in cui tutto è stato complicato e molto difficile da digerire”.

Se il rosso Ducati è incappato in un fine settimana terribile, però, Gigi Dall’Igna può consolarsi con l’azzurro delle Ducati del Team Gresini. E, soprattutto, con quel Fermin Aldeguer che l’ingegnere italiano ha individuato già da tempo come il futuro di Ducati. Un azzurro, Aldeguer, che ha brillato e un altro, Alex Marquez, che s’è confermato, al punto da far passare quasi in secondo piano il giallo dell’altro team e degli altri piloti Ducati, mai citati da Dall’Igna nel suo Post Race. “Un plauso speciale – scrive - va al Team Gresini e al suo prezioso e lodevole lavoro. Complimenti davvero”.
”. “In una giornata che per noi non è stata brillante, i piloti del Team Gresini si sono impegnati a regalare a Ducati il record assoluto di podi consecutivi in MotoGP – ha proseguito poi Dall’Igna - Una luce brillante di nome Fermin rende incandescente la pista di Mandalika. È la sua prima vittoria: segnata nel suo anno da rookie in MotoGP, come solo i veri campioni sanno fare. È il secondo pilota più giovane della storia a vincere un GP, infatti appena dietro a Marc. Non solo ha vinto, ma ha effettivamente dominato, non sembrando affatto un principiante nel conquistare la sua prima vittoria. Una strategia perfetta, una guida pulita eppure aggressiva: controllava, spingeva, allungava il vantaggio e gestiva, accumulando un vantaggio come solo un campione esperto sa fare. Ha sicuramente sfruttato al meglio la situazione che si è venuta a creare in gara, in un weekend iniziato in bellezza il venerdì e proseguito ancora meglio con il secondo posto del sabato. Alex Marquez, dal canto suo, non è stato veloce come al solito, ma è riuscito ad agguantare il podio con una gara intelligente; quest'anno ha dimostrato un'incredibile costanza, che gli è valsa il titolo di Best Independent Rider e ha rafforzato il suo secondo posto in classifica generale