Quelli che non lo sopportano hanno già detto che Marc Marquez se l’è presa con la nuova Ducati Panigale V4 per giustificare l’incidente con Nicolò Bulega al WDW. Quelli, invece, che riescono a essere un pochino più obiettivi, hanno riconosciuto che l’otto volte campione del mondo (anche se con un po’ troppo ritardo), ha ammesso di aver sbagliato. Spiegando, però, che l’errore non è stato figlio della malizia e meno che mai della ferocia di voler salire sul podio a tutti i costi, ma di un errore di valutazione. “Faccio speso quella manovra con la MotoGP – ha affermato Marquez – In quel momento, però, non ho perfettamente realizzato che ero sopra una moto diversa e che avrebbe potuto comportarsi diversamente e è andata come è andata. La nuova Panigale è fantastica, non è un problema della moto, ma di valutazione”.
Non è uno scaricare le colpe, ma un chiarire una volta per tutte qualcosa di cui si è parlato per una settimana intera. E di cui s’è continuato a parlare anche adesso che la MotoGP è arrivata a Silverstone, con Marc Marquez che per l’occasione vestirà i colori del Team Italia con cui Fausto Gresini vinse un titolo mondiale. “La nostra moto è bellissima – ha sorriso l’otto volte campione del mondo – Anche le Honda e le Yamaha sono molte belle, mentre le Ducati ufficiali sono forse un po’ penalizzate dal logo dello sponsor”. Divagazioni a parte, però, è la corsa ciò che gli interessa e, soprattutto, provare a colmare il gap da Pecco Bagnaia e Jorge Martin. “Loro hanno ancora qualcosa in più – ha proseguito – ma potrebbe esserci qualche circuito favorevole in cui facendo tutto perfetto riusciremo a stargli più vicini. In molti altri circuiti saranno più veloci e basta”.
E’ comunque un Marquez molto sereno, che spiega anche con gli occhi e le espressioni quello che dice con la bocca, quando racconta che questa prima metà di stagione gli è servita per capire tante cose, per avere conferme sul suo effettivo livello e che adesso comincerà una fase nuova per lui e la sua squadra. In cui si proverà a togliersi qualche bella soddisfazione. Magari già da Silverstone, dove il meteo potrebbe anche dare una mano. “La qualifica continua a essere il mio punto debole – ha proseguito – Pecco e Martin conoscono molto bene la moto. Sono in grado di adattarsi ad ogni situazione in base alle esigenze della moto. Al momento ho uno stile molto definito con questa Ducati e se provo a cambiare qualcosa magari in curva per replicare il loro stile di guida non sono performante. A volte mi riesce, ma a sprazzi. Devo migliorare”.
E’ qualcosa che vuole per se stesso, che vuole per la squadra che gli ha regalato l’occasione di guidare una Ducati e è qualcosa che vuole anche per i ducatisti. Un popolo che è riuscito a comprendere davvero solo partecipando come protagonista proprio al WDW 2024. “Un Ducatista non ha nazionalità – ha concluso – Ovviamente ci sono tanti italiani, ma la verità è che il ducatista sostiene il marchio, sostiene quello che è Ducati. E’ quello che voglio fare anche io: sono un pilota da corsa, questo significa prendere una moto e dare il massimo ogni volta che scendi in pista. E questo è quello che farò con la Ducati: difenderò i colori al massimo per continuare a vincere anche nei prossimi due anni”.