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Marc Marquez, altro pianeta: "Sono partito usando solo l'udito". Poi punzecchia Pecco Bagnaia: "Il vero rivale è mio fratello"

  • di Tommaso Maresca Tommaso Maresca

21 giugno 2025

Marc Marquez, altro pianeta: "Sono partito usando solo l'udito". Poi punzecchia Pecco Bagnaia: "Il vero rivale è mio fratello"
Centesima pole position, record della pista, dominio in una Sprint Race che si era complicato da solo: Marc Marquez ha divorato il sabato del Mugello, dove continua a ripetere che la mentalità è quella di chi gioca in difesa, di chi non deve perdere punti. Oggi ne ha guadagnati da tutte le parti, anche dal pubblico che gli era sempre stato ostile: "Ho sentito il 50% di applausi e il 50% di fischi sul podio, mai così bene qui". Tutto così bello che l'errore in partenza perde d'importanza e diventa una sciocchezza: "Sono partito senza vedere se la luce fosse verde, ma solo sentendo il rumore delle altre moto"

di Tommaso Maresca Tommaso Maresca

Dopo la Sprint del Mugello Marc Marquez si è presentato al cospetto dei giornalisti spagnoli e, di fronte all’inviato di “As” Mela Chércoles, ha detto con tono serio: “Mela, tu lo sai, io dico sempre la verità. Qui il target era e resta non perdere troppi punti. Difendermi non vuol dire che non ci provo, ma vuol dire essere realistici. Se per qualche ragione domani Pecco e Alex fossero più veloci di me dovrò tenerlo in mente e accettarlo, perché mi sento in forma, ma non è questa la pista in cui attaccare”. Da queste parole, senza aver visto niente e senza sapere nulla del sabato toscano della MotoGP, si potrebbe intuire che il 93 abbia siglato una giornata positiva, solida, ma non trionfale. Invece ha agguantato la centesima pole della carriera, con record della pista in allegato, prima di dominare una Sprint Race che si era complicato da solo, con le sue stesse mani.

La partenza a scoppio ritardato per essersi dimenticato di inserire il launch control, meccanismo elettronico anti-slittamento, gli ha fatto perdere sei posizioni. Marc le ha recuperate in tre giri: all’inizio del secondo era già appaiato con Pecco e con Alex alla staccata della San Donato, dove ha lasciato che gli altri due sgomitassero tra di loro. In accelerazione verso la Materassi-Borgo S. Lorenzo, senza troppa fatica, si è liberato del compagno di squadra. Dopo un giro scarso si è sbarazzato anche del fratello, che per la prima volta in questa stagione identifica come il principale ostacolo tra lui e il nono titolo mondiale: “Alex è il primo rivale al momento per il campionato, ed è tosto, perché sta sempre lì, fa sempre primo o secondo. Vuol dire che non puoi permetterti errori, ha fatto uno step enorme. Così come è successo in Moto3 e in Moto2, se ha una serie di cose a posto sa essere velocissimo”.

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“Grande sorpresa – sottolinea poi - oggi è stata tutta una sorpresa. Una sorpresa essere in pole e vincere la Sprint nel modo in cui l’abbiamo fatto". Ciò che lascia senza parole, di fronte a Marc Marquez, non è tanto la sua innata capacità di planare tra il serio e il faceto lasciandoti passare sempre per quello in malafede, quanto quella velocità di pensiero perenne, costante, che esalta ogni sua azione. Nelle interviste, mentre passeggia per il paddock, quando guida, quando non guida: la rapidità con cui, fermo in griglia di partenza, mentre i semafori si spegnevano, ha scientemente capito che gli sarebbe convenuto perdere qualche decimo di secondo per attivare il launch control piuttosto che partire a razzo rischiando di imbizzarrirsi, è da manuale del campione. Ce l’ha spiegata nel dettaglio, vivisezionando anche i gesti più infinitesimali: “Ho fatto un errore alla partenza, una grande confusione con il launch control. L’ho messo, poi non ho letto bene il messaggio dell’attivazione sul dashboard, allora ho premuto di nuovo il bottone, rimuovendolo. Quando ho visto accendersi le luci del semaforo, aprendo il gas e guardando i giri del motore, mi sono accorto che era disattivato, allora ho chiuso il gas, l’ho reinserito e sono partito in ritardo. Non ero calmo in quel momento, ma è stata una reazione istintiva, ho pensato che sarebbe stato meglio perdere un po’ di tempo per reinserire il launch control che partire senza, perché la prima curva qui è molto lontano e – sebbene avessi potuto partire con il giusto timing – avrei perso molte posizioni dopo. Così ho premuto il bottone e sono partire senza guardare se la luce fosse verde, ma solo sentendo il rumore delle altre moto”.

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Non è mancata un’analisi sul suo stile di guida, che storicamente si adatta poco al layout del Mugello. Un problema, l’ennesimo, che Marquez sembra aver risolto di prepotenza: “Questo è un circuito da flow, ma il mio stile di guida si fonda sulle frenate. Ieri provavo ad essere fluido, dolce, così oggi ho detto ‘datemi una foto che frena e girerò più tardi’, ed è quello che sto facendo”. Infine una battuta sul pubblico del GP d’Italia, che oggi al momento della premiazione si è diviso in maniera abbastanza equa tra applausi e fischi: “È stato l’anno migliore sotto questo punto di vista, fifty-fifty. È una loro scelta, spero che si siano divertiti tutti a vedere la battaglia tra me Alex e Pecco, per il resto io faccio il mio lavoro”. Il suo lavoro sarà vincere al Mugello undici anni dopo l’ultima volta. Sarebbe una sorpresa?

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