Marc Marquez ha chiuso con un quinto posto in Qatar ottenuto (a dirlo è stato lui) con grande pazienza. Perché, con il compagno di squadra davanti, la tentazione di ristabilire le gerarchie non gli è mancata. Il circuito di Losail però, da sempre, è tra i più difficili per lo spagnolo, che in MotoGP ci ha vinto soltanto nel 2014. Anche perchélo sviluppo della moto è ancora lontano da una condizione ideale: "È completamente diversa e senza dubbio lavoreremo per adattarci - ha spiegato Marc in un'intervista ripresa da Crash.net - È una nuova sfida ed è così diversa dagli anni precedenti che è quasi come se avessi cambiato costruttore”.
Il bilancio però è decisamente positivo almeno per un paio di motivi: “Non ho avuto problemi di condizione fisica, non ho sentito dolore - il primo punto - Ma c'erano quattro piloti più veloci di noi", il secondo. Perché se è vero che Enea Bastianini, Brad Binder, Pol ed Aleix Espargarò gli sono arrivati davanti, è altrettanto vero che nessuno di loro sarà (verosimilmente) in lotta per il mondiale. Gli altri favoriti infatti si sono dovuti accontentare di un debutto peggiore rispetto allo spagnolo: Joan Mir 6°, Fabio Quartararo 9° e Bagnaia a terra. Fatta esclusione per qualche sorpresa, dalla seconda Suzuki al compagno di squadra Pol, sarà con questi piloti che Marc Marquez dovrà litigarsi il mondiale. Piloti che sono tutti più giovani di lui, a testimonianza del fatto che in MotoGP c'è un forte ricambio generazionale. Secondo lo spagnolo, è un po' la stessa cosa che sta succedendo nel calcio tra Lionel Messi e Kylian Mbappé: "È come nel mio sport, c'è sempre un cambio generazionale. Arriva sempre uno più giovane, più fresco. Per uno che scende c'è un altro che sale. Messi non ha avuto la stessa brillantezza di Mbappè. Questo non toglie nulla a quello che ha fatto Messi in carriera".
La strategia di Honda? Il contrario di quella Ducati
Rispetto a Ducati, che ha ammesso di aver lavorato troppo sullo sviluppo durante il weekend di gara, HRC ha fatto il contrario: “Non abbiamo toccato molto la moto - ha raccontato Marquez - perché era la prima gara e non voglio perdere la strada. Ci siamo solo concentrati sulla traiettoria e sulle gomme”. Un lavoro che nel box di Bagnaia è mancato ma che, a sentire i dirigenti di Borgo Panigale, si comincerà a vedere dal prossimo GP in Indonesia.
A tal proposito, Marc Marquez si dice estremamente fiducioso: “Mandalika andrà meglio, migliore in termini di risultato non so, ma sarà più facile capire le cose, perché si può lavorare al mattino e al pomeriggio. In Qatar è stato più difficile, è un circuito molto speciale, capiremo di più dove siamo rispetto agli altri a Mandalika, in Argentina e ad Austin. Comunque il mio obiettivo è lottare per il Mondiale... Penso che la costanza sarà fondamentale quest'anno".