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Marc Marquez, nubi sul futuro: “Il mio declino? Lo scopriremo tra 5 anni. Nel 2013 non ero meglio di Rossi e Lorenzo, però...”

  • di Cosimo Curatola Cosimo Curatola

9 agosto 2024

Marc Marquez, nubi sul futuro: “Il mio declino? Lo scopriremo tra 5 anni. Nel 2013 non ero meglio di Rossi e Lorenzo, però...”
Marc Marquez non si giocherà il mondiale quest’anno, ma il prossimo? Lui parla chiaro: “Ogni atleta ha un percorso naturale, il mio lo capiremo tra circa cinque anni”. Di certo potrà ancora vincere le gare, ma l’idea che torni il dominatore che è stato in passato è una grossa illusione

di Cosimo Curatola Cosimo Curatola

Marc Marquez ha 31 anni. Il suo ritorno su di una moto competitiva come la Ducati del Team Gresini ci ha dato qualche risposta, una su tutte sulla sua velocità: c’è ancora, anche se il mondo che si trova attorno è cambiato. E questa per lui è una buona notizia. Ne segue una meno buona sul mondiale 2024, perché a meno di assurdi sconvolgimenti non lo vincerà, quantomeno per merito, perché oggi in pista ci sono due (se non tre) piloti più veloci di lui e con un mezzo migliore.

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Tutt’altra storia quindi rispetto alle previsioni di chi, già dai test di Valencia, lo aveva indicato come grande favorito al mondiale (lo hanno fatto anche i bookmakers), o comunque sicuramente vincente ad Austin e in Germania. Non è vero che si giocherà il mondiale ma neanche che è un pilota finito: Marc Marquez è in piena rinascita e si è apparecchiato una seconda parte di carriera con Ducati. Credere che possa tornare a dominare in MotoGP con una moto più competitiva è assurdo, altrimenti con la GP23 si giocherebbe il podio tutte le domeniche e non è così. Ma questo fa parte dello sport, anzi della vita, e lui lo sa bene, anzi ci pensa spesso: “Quando arrivi qui a 20 anni, non sai niente”, ha raccontato in un’intervista ai colleghi inglesi di MCN. “Segui semplicemente l'istinto naturale, lotti contro i grandi nomi, non hai nulla da perdere. Oggi i piloti arrivano in MotoGP con una velocità diversa, senza infortuni, con un istinto naturale. Quando seguo Acosta, Martín o anche Bagnaia, che hanno cinque o anche dieci anni meno di me, li vedo guidare con naturalezza. A volte non pensano molto alla moto e questo può essere positivo”.

Poi riassume bene la sua situazione: “Ogni atleta ha un percorso naturale. Non è che quando è arrivato in MotoGP fossi migliore di Lorenzo e Rossi, ma quell’anno stavo meglio. Ogni atleta ha il suo momento e quando sei al top devi lavorare sempre più duramente per rendere la tua caduta un po' più morbida. Se riesci a farlo, avrai una carriera lunga. Non so se questo declino per me sia già iniziato, o se avverrà tra un anno, o forse tra due... Lo capiremo tra circa cinque anni”.

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Marc è sveglio, sa che arriverà un declino e che a lui capiterà presto, o comunque prima degli altri. E che, stando così le cose, non ha la possibilità di lottare per il mondiale: "Per vincere un campionato ci vogliono tutti gli strumenti, devi avere tutte le cose al posto giusto. In questo momento per me non è così, devo lavorare ancora un po'. Però voglio restare più a lungo in MotoGP di questi due anni che mi aspettano con Ducati e anche dei prossimi due. Adesso è impossibile dire se questo sarà il mio ultimo contratto, io però non vorrei che lo fosse. Vedremo se mi sentirò competitivo. Per me essere competitivo significa stare tra i primi sei in ogni gara, mentre molto competitivo significa chiudere nei primi tre”.

Riassumendo, la grande domanda non è più se Marc Marquez dominerà ancora la MotoGP, perché questo semplicemente non succederà. Potrebbe vincere ancora, sia gare (lui ci ha parlato di Aragon, Phillip Island e Valencia come più papabili) che titoli mondiali. Pensare che l’anno prossimo per lui sarà più facile e non ancora estremamente difficile però sarebbe un errore. 

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