Marc Marquez ha 31 anni. Il suo ritorno su di una moto competitiva come la Ducati del Team Gresini ci ha dato qualche risposta, una su tutte sulla sua velocità: c’è ancora, anche se il mondo che si trova attorno è cambiato. E questa per lui è una buona notizia. Ne segue una meno buona sul mondiale 2024, perché a meno di assurdi sconvolgimenti non lo vincerà, quantomeno per merito, perché oggi in pista ci sono due (se non tre) piloti più veloci di lui e con un mezzo migliore.
Tutt’altra storia quindi rispetto alle previsioni di chi, già dai test di Valencia, lo aveva indicato come grande favorito al mondiale (lo hanno fatto anche i bookmakers), o comunque sicuramente vincente ad Austin e in Germania. Non è vero che si giocherà il mondiale ma neanche che è un pilota finito: Marc Marquez è in piena rinascita e si è apparecchiato una seconda parte di carriera con Ducati. Credere che possa tornare a dominare in MotoGP con una moto più competitiva è assurdo, altrimenti con la GP23 si giocherebbe il podio tutte le domeniche e non è così. Ma questo fa parte dello sport, anzi della vita, e lui lo sa bene, anzi ci pensa spesso: “Quando arrivi qui a 20 anni, non sai niente”, ha raccontato in un’intervista ai colleghi inglesi di MCN. “Segui semplicemente l'istinto naturale, lotti contro i grandi nomi, non hai nulla da perdere. Oggi i piloti arrivano in MotoGP con una velocità diversa, senza infortuni, con un istinto naturale. Quando seguo Acosta, Martín o anche Bagnaia, che hanno cinque o anche dieci anni meno di me, li vedo guidare con naturalezza. A volte non pensano molto alla moto e questo può essere positivo”.
Poi riassume bene la sua situazione: “Ogni atleta ha un percorso naturale. Non è che quando è arrivato in MotoGP fossi migliore di Lorenzo e Rossi, ma quell’anno stavo meglio. Ogni atleta ha il suo momento e quando sei al top devi lavorare sempre più duramente per rendere la tua caduta un po' più morbida. Se riesci a farlo, avrai una carriera lunga. Non so se questo declino per me sia già iniziato, o se avverrà tra un anno, o forse tra due... Lo capiremo tra circa cinque anni”.
Marc è sveglio, sa che arriverà un declino e che a lui capiterà presto, o comunque prima degli altri. E che, stando così le cose, non ha la possibilità di lottare per il mondiale: "Per vincere un campionato ci vogliono tutti gli strumenti, devi avere tutte le cose al posto giusto. In questo momento per me non è così, devo lavorare ancora un po'. Però voglio restare più a lungo in MotoGP di questi due anni che mi aspettano con Ducati e anche dei prossimi due. Adesso è impossibile dire se questo sarà il mio ultimo contratto, io però non vorrei che lo fosse. Vedremo se mi sentirò competitivo. Per me essere competitivo significa stare tra i primi sei in ogni gara, mentre molto competitivo significa chiudere nei primi tre”.
Riassumendo, la grande domanda non è più se Marc Marquez dominerà ancora la MotoGP, perché questo semplicemente non succederà. Potrebbe vincere ancora, sia gare (lui ci ha parlato di Aragon, Phillip Island e Valencia come più papabili) che titoli mondiali. Pensare che l’anno prossimo per lui sarà più facile e non ancora estremamente difficile però sarebbe un errore.