Le moto sono ferme per la pausa estiva, ma è di Marc Marquez che si parla sempre. L’otto volte campione del mondo, infatti, ha offerto “spunti da titolo” in una lunga intervista rilasciata a DAZN Spagna prima di andare in vacanza con la sua fidanzata Gemma Pinto (lasciandosi alle spalle anche le polemiche sollevate dall’ex della giovane modella) e con il fratello Alex insieme agli amici di una vita. L’otto volte campione del mondo è voluto partire dal Sachsenring per rispondere alla domanda su quando arriverà, e se arriverà, la vittoria di un altro titolo mondiale.
“In questo momento – ha spiegato – non è ipotizzabile. Ci sono non uno, ma due piloti più veloci di me e io mi trovo a dover giocare di recupero ogni domenica. Quando devi salvare le domeniche non è possibile pensare di vincere il titolo”. Sia chiaro: la sua non è una polemica verso la moto che guida e meno che mai verso il Team Gresini – che considera davvero una seconda famiglia – ma è semplicemente la presa d’atto del fatto che questo poteva solo essere un anno di ambientamento. Un anno in cui, tra l’altro, non sono mancati i momenti difficili, come quello vissuto al Sachsenring nell’ultimo fine settimana. “La verità – ha ammesso – è che io sarò sempre un pilota che rischia e gli infortuni possono sempre capitare. Però penso che vincerò altri mondiali, spero di vincerne almeno uno”. Anche se in passato ha più volte ribadito che raggiungere Valentino Rossi a quota 9 titoli è qualcosa a cui non pensa nemmeno.
Ciò a cui pensa, piuttosto, è a riprovare ancora quella sensazione di onnipotenza che si prova quando si arriva sul tetto del mondo, a prescindere da Rossi, dai suoi record e da numeri e confronti che interessano più gli appassionati dei diretti interessati. Per riuscire a vincere ancora Marc Marquez ha guardato al futuro con un progetto che nella sua testa era chiarissimo e che si è realizzato in tutto fino a ora. Con l’otto volte campione del mondo che, però, è consapevole di quanto sia stato difficile battere la concorrenza di Jorge Martin. “Avevo preso in considerazione sia l’ipotesi di restare in Gresini, ma con una moto ufficiale – ha raccontato – sia quella di andare in KTM o Aprilia. Erano il famoso piano C ma sono state una possibilità concreta perché vincono le gare e il loro metodo di lavoro li porta a crescere costantemente. Poi, però, è arrivata Ducati che era l’opzione A e mi ha detto che stavo facendo bene e che avrebbero voluto puntare su di me. Ho risposto subito che avrei accettato e solo dopo ci siamo seduti a parlare delle condizioni”.
Che mettere nero su bianco il contratto dell’otto volte campione del mondo non è stato difficilissimo l’aveva raccontato, proprio a noi di MOW, Claudio Domenicali, con Marquez che sembra confermare che i dettagli dell’accordo sono stati limati nel giro di pochi giorni. Il resto è storia recente, comprese le polemiche di quelli che sembrano non gradire l’arrivo in rosso del fenomeno di Cervera e i dubbi di quelli che, invece, pensano che il 93 possa rovinare l’armonia nel box del Team Lenovo. “Non è a me che dovete chiedere come l’ha presa Pecco Bagnaia, ma a lui – ha scherzato ancora Marquez - Se fossi in lui, la affronterei come una bella sfida: battere il pilota più vincente tra quelli in attività con la stessa identica moto. Ma dovreste chiedere lui come l'ha presa”. Un passaggio provocatorio, quello di Marc Marquez, a cui fa subito seguito, però, un vero e proprio endorsement nei confronti del suo futuro compagno di squadra: “Adesso Pecco è in una condizione straordinaria. Sia lui che Martin stanno facendo grandi cose, ma lui è più avanti: ha acquisito una spinta che fa paura. Pecco ora va più forte”.
Merito dell’italiano, sicuramente, ma anche del gran lavoro che si fa in Ducati. Un lavoro di cui Marc Marquez vuole essere centro e riferimento dal prossimo anno, anche se le Desmosedici in pista non saranno più otto, con l’otto volte campione del mondo che, poi, non perde l’occasione per lanciare una frecciatina alla Honda. “Era scritto che Ducati perdesse due moto, perché è il campionato che ha voluto così – ha concluso il 93 - Da ducatista preferisco che ci siano otto Ducati in pista perché si hanno più informazioni, ma da appassionato di MotoGP ci devono essere quattro Yamaha in pista, non otto Ducati: è una legge non scritta. I giapponesi devono arrivare a un buon livello, il campionato ne ha bisogno. La Honda? Potrà migliorare solo se i suoi ingegneri si coordineranno”.