“Come persona ho imparato che devi goderti i momenti buoni, perché per viverli devi lottare. I momenti duri arrivano comunque, a volte perché sei stato sfortunato e altre perché hai forzato troppo”. A parlare un po’ come il comandante La Palice è Marc Marquez, che in una lunga intervista rilasciata ai colleghi di crash.net ha raccontato del suo momento in MotoGP, del suo (nuovo) modo di vivere le corse e di quello che invece non cambierà mai. L’intervista ci restituisce un Marquez più consapevole e concentrato sul futuro, quindi non più così vicino alla spirale di infortuni e pessimi risultati che l’ha accompagnato nell’ultimo periodo: “Fisicamente sono vicino al Marc Marquez del 2019, perché mi sento bene. Nel 2019 ho fatto un’ottima stagione ma soffrivo con la spalla e a fine anno mi hanno operato”, ricorda Marc, per poi scendere nei dettagli. “Ora, fisicamente, mi sento bene. Mentalmente però non sono lo stesso. Sono più maturo ma, adesso, meno convinto in pista. Perché? Soffriamo di più adesso, nel 2019 vincevo praticamente tutti i weekend e mi trovavo a lottare per il podio. In quei momenti hai molta fiducia in te stesso. Adesso, dopo un momento difficile in cui pensi di aver lavorato bene ma i risultati non arrivano, la fiducia in te stesso non è la stessa. Ma ci stiamo lavorando”.
Quando Peter McLaren - che l’ha intervistato - gli chiede quale sia stato il miglior consiglio ricevuto in questo periodo Marc risponde senza esitare, ma anche senza rivelare la persona da cui quel consiglio è arrivato: “Il consiglio migliore che ho ricevuto in questo periodo è stato quello di pensare solo per me stesso. Io sono il tipo di persona che pensa più agli altri, alla gente attorno a me: preferisco vedere contente le persone che ho attorno di me stesso. Così il consiglio migliore è stato questo, ‘pensa per te’. Poi certo, è stata una grossa decisione, specialmente quella di lasciare il team della mia carriera in MotoGP, della mia vita. Con tutte le persone spagnole e giapponesi che abbiamo qui. È stata dura, vedremo se è stata la scelta giusta”.
Evidentemente poi, parlare con Honda di questa sua idea dev’essere stato tutt’altro che semplice. Marc racconta quindi che l’aiuto di Alberto Puig è stato fondamentale per riuscirci, cosa che gli farà anche onore come uomo ma (lo diceva Luca Salvadori qualche settimana fa) è praticamente incomprensibile per chi fa il Team Manager in MotoGP: “Alberto Puig mi ha aiutato tanto, perché è un ex pilota e può capire il feeling. Poi anche la squadra ha capito. Chiaramente non ho preso la decisione prima di aver parlato con tutti, anche con i giapponesi, per esplorare tutte le possibilità. E soprattutto per trovare ciò che è meglio per questo progetto”.
Marc Marquez non lo dice, ma la sensazione è che se è riuscito ad avere il via libera per i test di Valencia con la Ducati un grazie lo deve proprio a Puig. Parlando di denaro invece, lo spagnolo resta sul vago: "È vero che attualmente ho lo stipendio più alto della MotoGP, ma sono contento con quello che avrò l’anno prossimo. Non è vero che che correrò gratis per la Gresini il prossimo anno. Nessuno sa davvero quale sia il mio salario adesso alla Honda, nessuno. Ho sentito molti numeri, ma nessuno li conosce con certezza. E l’anno prossimo sarò molto contento di quello che ho”.
A questo proposito l'8 volte iridato ha aggiunto anche qualche parola sul suo passaggio alla Ducati del Team Gresini, confermando le sensazioni di buona parte dei giornalisti: lui, adesso, vuole soltanto correre e divertirsi. Il resto può aspettare:“Chiaramente vista da fuori è una mossa difficile da capire. Ora ho bisogno di un team famigliare, di tornare a godermi il circuito, provare a stare calmo. Voglio guidare la moto e provare a scordarmi di tutto il resto. È vero che è un team satellite, ma è anche vero che molti piloti sono riusciti ad avere ottimi risultati: Bastianini, mio fratello, Di Giannantonio. Prima di pensare al risultato però, devo tronare a godermela. Ma è per questo che ho scelto Gresini. E per questo ho un anno di contratto. Devo capire molte cose, se mi divertirò sarà la miglior notizia di sempre”.
A questo punto la conversazione si sposta sul rapporto con gli italiani, a partire dall’idea di McLaren (inglese) che gli italiani potrebbero cominciare ad amarlo quando sarà sulla Ducati: “Esattamente come fanno i tifosi della Ferrari con i piloti: li odiano finché non vanno a correre per loro”. Marc dice di non averci mai pensato: “Ho sicuramente più fan in Spagna che in Italia, ma anche lì ho tanti tifosi, soprattutto nel paddock, con tutti gli italiani sto bene e mi sento molto bene con loro. Io faccio il mio e provo a farlo al meglio. Poi sì, gli italiani sono un po’ come gli spagnoli. Ed è una cosa a cui non penso mai, sto cercando il meglio per me e mi sento molto bene, anche in Honda ci sono tanti italiani”.
Non manca - e come potrebbe - una domanda su Valentino Rossi, nello specifico sull’idea di Marc di raggiungerlo e (cosa che fino al 2019 sembrava fattibile) superarlo raggiungendo i dieci titoli: “Al momento non sto pensando ai nove titoli mondiali di Valentino Rossi, perché sono lontano dal mio livello. Non posso approcciarmi alla prossima stagione puntando al mondiale. È già da due anni che non vinco una gara. Considerando questa statistica non puoi pensare di vincere il titolo. Devo trovare una buona base per essere più veloce e migliorare in futuro”.
Infine, Marc analizza la lotta per il titolo, spiegando (senza dirlo) perché per lui Jorge Martín è il grande favorito al mondiale di quest’anno, cosa che volendo essere maliziosi suona anche come una frecciatina a Pecco Bagnaia: “Un vero campione deve gestire la pressione per tutto il tempo ed essere sempre lì. E deve soffrire. Quando soffri nei weekend difficili devi trovare il modo di sopravvivere. È difficile, specialmente quando tutti ti guardano, ti puntano. Ecco perché continuare a vincere è tosta”