Ok, l’occasione s’è prestata al titolo, perché Marc Marquez è tornato a parlare per la prima volta dopo i test di Barcellona in occasione della festa del suo sponsor Estrella Galicia che, come è noto, produce birra. E, visto che con le moto ferme, per gli appassionati è il tempo delle classiche chiacchera da bar, tutto quello che Marc Marquez ha avuto da dire nell’evento di Madrid suona, appunto, di risposta a chi sostiene che adesso dovrà vincere per forza o che nel box del Team Lenovo comincerà da subito a provare a mettere i piedi in testa a tutti. Potrebbe essere così, ma al momento l’atteggiamento che ha scelto di prendere è sicuramente un altro. Tanto che dopo aver detto proprio a Barcellona di voler cominciare a lavorare da pilota ufficiale quasi in punta di piedi, adesso Marc Marquez ha pure chiarito ulteriormente l’intenzione.
“La mia – ha spiegato – è una situazione del tutto nuova, perché mai ero arrivato in un box in cui c’è già chi comanda, anche se non ci sono esplicitamente numeri uno e numeri due. Pecco ha portato due titoli mondiali a Ducati e quest’anno ha vinto undici gare e è chiaro che in questo precampionato e almeno nelle prime gare dovrà essere lui a comandare. E’ lui il riferimento e l’obiettivo è quello di provare a essergli più vicino possibile. Per diventare campioni c’è da guadagnarselo in pista, ma io ora so che posso vincere perché ho le armi per farlo”. Non sta, quindi, studiando da leader e, anche se potrebbe essere solo la buona intenzione di un nuovo arrivato, aggiunge che ora considera quasi una gran fortuna l’aver avuto le stesse impressioni di Pecco Bagnaia sulla nuova Desmosedici provata a Barcellona.
“In una giornata di test, la prima di una nuova squadra, l’obiettivo principale è conoscere le persone – ha precisato - Ho svolto quasi tutto il test con la GP25 e sia io che Pecco abbiamo notato gli stessi punti di forza e gli stessi punti deboli. Dalla GP23 alla GP24, dalla GP24 alla GP25 è diverso e ancora non si può quantificare bene perché siamo ancora all’inizio. Però personalmente mi sento pronto a dare commenti precisi agli ingegneri. Ora la mia sfida è fare una preseason completa, dove posso prepararmi bene fisicamente, perchè logicamente mi piacerebbe lottare per il titolo. E’ il motivo per cui sono sulla moto migliore e nella squadra migliore. Adesso ho davvero tutto quello che serve per lottare per il titolo e ora starà solo a me”.
A lui e a una squadra che lo ha voluto almeno quanto lui ha voluto il “tutto rosso”, con Gigi Dall’Igna che dalla stampa spagnola viene addirittura definito “innamorato di Marc Marquez”. Un invaghimento che evidentemente p ricambiato: “Gigi per me è prima di tutto un incredibile leader. Ci sono tanti ingegneri, ci sarà il meglio e il peggio, ma la differenza la fa la capacità di essere leader”. Una capacità che lui, Marc Marquez da Cervera, ha già dimostrato in passato di avere, avendo dominato in MotoGP praticamente senza rivali prima che l’infortunio del 2020 rischiasse di fargli dire definitivamente basta con le corse. Il 93, però, si dice quasi stufo del peso del passato e è al futuro che vuole guardare, fosse anche solo per mettere le mani avanti: “L’unico piano che posso avere per il 2025 è essere veloce in pista e raggiungere gli obiettivi di volta in volta. Siamo in MotoGP, in una grande squadra, con la migliore moto, ma anche con un mio compagno che ha vinto undici gare su venti gare. Tutto è difficile. La tendenza di tutti è dire che ho vinto tanto, ma ora siamo nel presente e quello che si è già fatto non conta”.
L'unico passato a cui vuole guardare e dare peso, eventualmente, è quello che gli è funzionale per rinnovare un grande grazie e per tirare una micidiale stoccata. Il grazie, manco a dirlo, è a Nadia Padovani e a tutto il Team Gresini: "Con loro non ho vinto un titolo, ma abbiamo vinto molto di più. Sono riuscito a riscoprire me stesso e a prolungare la mia carriera sportiva. Avevo degli uccellini in testa, dubbi che ora sono volati via anche grazie all’anno passato con loro, ma in quella situazione mi chiedevo davvero se non fosse il caso di smettere. Adesso cercherò di continuare con quella felicità che ho trovato nel box di Gresini, perché se sei felice sei veloce". E la stoccata micidiale? Eccola: "Ho notato da subito tante differenze tra Honda e Ducati e si capisce perché la Ducati è dove è. La vita in Ducati è azione-reazione e martedì sera, alle 23, avevo già dei messaggi sul cellulare che mi dicevano quale strada avremmo preso. Era qualcosa che non avevo mai sperimentato”.